Capitolo 13

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<<Hai almeno 39 di febbre.... ma stai benissimo>> disse Hanji, ironica. Quel ragazzo la faceva incazzare. Perché non diceva la verità, così le risparmiava di dover controllare ogni volta?! Per fare il duro e farle credere che per lui 39 di febbre non erano niente?! Beh, un duro morto di ipotermia non le sarebbe servito a niente.
<<Idiota>> gli disse, prendendo uno straccio <<Idiota tu che sei andata via il giorno di Natale>> le rispose lui <<E da quando tu ti fidi così tanto da venire perfino a chiedermi di restare a dormire?>> <<Non mi fido, ma fuori fa troppo freddo>> Hanji andò a bagnare lo straccio sul lavello, mentre Levi si guardava attorno. Non era la prima volta che entrava in quella casa, ma gli sembrava del tutto diversa: forse era stato troppo occupato a guardarsi le spalle per poter ammirare gli affreschi sui soffitti e sulle pareti. <<Che poi non capisco perché non ti fidi, sei tu l'assassino>> aveva ragione, non aveva motivo per essere preoccupato, eppure non riusciva a rimanere tranquillo. Saranno state tutte le esperienze delle sua vita ad avergli fatto capire che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, non lo sapeva bene neanche lui, ma si sentiva a disagio. Forse perché non stava bene ed era in "territorio nemico". Ma Hanji era il suo nemico? Chi mai sarebbe andato dal proprio nemico a chiedergli di ospitarlo? No, forse non era una nemica, ma sicuramente era un'estranea.
<<Beh, cosa ti prende? È da due minuti che fissi il vuoto senza dire niente>> gli chiese Hanji, tornando con lo straccio bagnato.
<<Tsk, non sono affari tuoi>>
Hanji sospirò e cominciò a camminare verso l'uscita del salone <<Muoviti>> disse al ragazzo, che si alzò e la seguì. Lo portò in un lungo corridoio pieno di porte di stanze, tutte vuote.
<<Scegline una>> gli disse la donna, che stava cercando di non fare gocciolare lo straccio che teneva in mano. <<Una vale l'altra...>> <<Vuoi dormire qui in corridoio, sul pavimento?!>> si spazientì Hanji. <<Tsk, quella va bene>> disse Levi, indicando la porta davanti a loro.

Hanji aprì la porta e lo fece entrare. L'arredamento era semplice per una villa di quel livello, ma molto al di sopra delle aspettative di Levi. E sicuramente meglio del corridoio. <<Vai a letto, muoviti o bagno il pavimento>> <<Col cazzo, io qui non ci dormo!>> rispose indignato Levi. <<Fai anche lo schizzinoso?! Non credo che tu a casa tua avessi una camera meglio di questa>> <<Di sicuro più pulita>> specificò l'uomo, che evidentemente avrebbe seriamente preferito dormire in corridoio piuttosto che in una stanza "piena di polvere" come quella. <<Da quando tempo è che non spolveri?>> chiese <<Ah boh, non mi ricordo>> si poté intravedere sul volto di Levi una smorfia scandalizzata per qualche secondo, prima che tornasse alla sua solita espressione perennemente incazzata.
<<Ok va bene, se ti dà fastidio la polvere puoi dormire nella mia camera per qualche giorno>> si arrese Hanji, che uscì dalla stanza, seguita da Levi, che non sembrava convinto neanche di quella soluzione.

<<E adesso a dormire!>> ordinò Hanji, appena entrati nella stanza <<Taci, non sei mia madre>> "Beh, se lo fossi sarei morta" precisò la donna nella sua testa, evitando di dirlo ad alta voce. Levi cercò di non far caso al caos impressionante che regnava in quella stanza, e si sedette sul letto. <<Beh, buonanotte>> disse, per mandarla via. <<Buonanotte un cazzo, non me ne vado finché non sei sotto le coperte>> "Ma cos'ha di sbagliato nella testa questa tizia?!" pensò Levi, che non poté fare altro che seguire gli ordini di Hanji. Appena appoggiò la testa sul cuscino cominciò a sentire i sintomi della febbre. Di colpo era diventato stanchissimo, e gli occhi bruciavano. Li chiuse per un secondo, per capire se fosse solo un'impressione, ma Hanji se ne accorse. Appoggiò lo straccio bagnato sulla fronte di Levi, che le ordinò di toglierlo subito <<Ma vuoi tacere ogni tanto?! Se non fosse per me saresti morto. Due volte>> <<La smetti di ripeterlo? Mi fai incazzare>> le rispose, chiudendo gli occhi. Hanji sospirò e lo minacciò che lo avrebbe buttato fuori di casa se avesse anche solo provato a togliersi lo straccio. Non lo avrebbe mai fatto, ma sicuramente lo avrebbe fatto dormire nella stanza con la polvere, e quella, per Levi, era una minaccia ben più grave.
<<Se ti serve qualcosa chiamami, sono nella stanza qui vicino>> disse Hanji, alzandosi dal bordo del letto. <<Buon Natale Levi>> disse, uscendo. <<Tsk>> mugugnò l'altro, che era già per metà nel mondo dei sogni.
Hanji chiuse la porta e fece per andarsene, ma poi ci ripensó, tornò indietro e la lasciò socchiusa. Aveva paura che se Levi l'avesse chiamata lei non l'avrebbe sentito, come era successo con sua madre dieci anni prima. Era morta per colpa di un attacco di asma, e lei era ancora convinta che se qualcuno l'avesse sentita chiamare aiuto si sarebbe potuta salvare.

Attraversò il corridoio ed entrò nella camera di prima, quella impolverata, e andò sotto le coperte. "Il Natale più strano che io abbia mai passato..." pensò, mentre le tornavano in mente Erwin e la sua proposta. "Non sono fatta per queste cose romantiche..." constatò, mentre soffiava sul candelabro appoggiato sul comodino, che emanava una luce flebile, che dava sui nervi a Hanji. Appena la candela si spense la stanza diventò buia e silenziosa. "Magari se avessi detto di sì a Erwin ora avrei qualcuno a farmi compagnia..." le ci volle una manciata di secondi per capire il doppio senso, ma poi mandò al diavolo anche la "Hanji pervertita" e chiuse gli occhi, cercando di dormire.

Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.
Ok, sorry, so di essere in ritardo ma avevo da fare. E niente, alla fine sono andata al Padova Comics con un mio amico che è corso dietro a uno che faceva il cosplay di One Puch Man e mio fratello che, vedendo una ragazza con il cosplay di Annie, ha urlato: TE L'AVEVO DETTO DI VESTIRTI DA ALBERO!
Ciaoooooooooooooooooo

La Scienza dell'Amore -LevihanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora