Capitolo 17

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Erano le sette del mattino, ma nonostante ciò Eren stava urlando.
<<È SOLO UNA STUPIDA SE CREDE DI AVERLA VINTA>>
Armin aveva la testa appoggiata al tavolo e cercava di trattenersi dal buttare addosso all'amico la tazza di tè che stava bevendo, mentre Mikasa cercava di calmarlo.
<<Eren, non dovresti urlare a quest'ora>> disse, mettendosi la sciarpa rossa.
<<MA NON È COLPA MIA SE LA MIA INSEGNANTE È UNA...>>
<<EREN!>> Lo interruppe Mikasa, prima che fosse troppo tardi. Era successo tutto il giorno prima, quando il ragazzo aveva scritto come tema per casa un testo dal titolo: "Come Cuocere Le Galline", quando la traccia era "I Vegani".
<<E cosa avrei dovuto scrivere, come cuocere i vegani?!>>
(Kaneki approved) Aveva urlato Eren, urlando, quando la povera insegnante gli aveva fatto notare che era andato fuori tema. Da quella frase cominciò un litigio che si risolse quando, finite le lezioni, Eren corse fuori dalla scuola e slegò i cavalli dalla carrozza della donna, che per cercare di fermare gli animali gli corse dietro, finendo per prendersi un calcio da uno dei due. Fortunatamente non morì, ma si ruppe una costola, per questo non potè andare a scuola il giorno dopo, per la felicità di Eren. I tre amici arrivarono in classe in ritardo per colpa di Eren, che non la smetteva di bestemmiare, e Armin si stava preparando psicologicamente a vedere la sua media abbassarsi e a prendersi le botte dal nuovo insegnante. Appena arrivarono davanti alla porta, Armin e Eren bussarono, mentre Mikasa correva dall'altra parte della scuola per raggiungere le classi femminili.
<<Ci scusi per il ritardo!>> disse Armin, stringendo gli occhi, non appena fu entrato. Si sentì un rumore non troppo forte, l'insegnante aveva appoggiato la bacchetta sulla cattedra, quindi una risata. <<Si si ok Armin, vai a sederti... anche tu Eren>> quindi il biondino aprì gli occhi, e si trovò davanti una donna dai capelli castani e gli occhiali troppo grandi per il suo viso. Hanji insomma. Armin evitò di fare domande e andò al suo posto, ma Eren a quando pare voleva dare prova ancora una volta delle conseguenze che può portare il parlare senza pensare.
<<Hanji? Cosa ci fai qui?>> le chiese nel modo più normale possibile. <<Non mi chiami Hanji, sono la sua insegnante. Quindi secondo lei cosa ci faccio qui, visto che sono in piedi dietro la cattedra della sua classe?>> quanto odiava dare del lei alle persone, soprattutto se erano più piccole di lei. <<Mi chiedevo solo... come mai una donna?>>
<<Anche l'insegnante che era qui prima di me era una donna, cosa c'è di strano?>> Eren deglutì, capendo di aver detto una cazzata. Non voleva continuare il discorso, non voleva che Hanji se la prendesse con lui, ma a quando pare a un biondino ripetente che di nome faceva Reiner Braun, non interessava.
<<Si ma quella di prima era la figlia del preside, ovvio che insegnasse. Ma con lei è strano, per non dire illegale, le donne non possono insegnare agli uomini>> disse, alzandosi in piedi. Hanji sembrò davvero scocciata da quella affermazione, perché di nuovo le avevano dato della debole.

<<Chi le ha dato il permesso di parlare? Se sono qui vuol dire che posso insegnare, e se a lei non va bene prima di tutto mi deve dare una motivazione valida, poi se ne può anche andare a fanculo>> rispose Hanji, che si stava scaldando.
<<Non è legale. La legge è chiara e...>> rispose Reiner, che era intenzionato a portare avanti il discorso. Hanji era davvero arrabbiata. Avrebbe tanto voluto andare dal ragazzo e cominciare a picchiarlo, ma per qualche ragione si tratteneva.
<<FORSE NON SONO STATA CHIARA, SE SONO QUI VUOL DIRE CHE HO IL PERMESSO>> Gli urlò, prima di girarsi verso Eren, che era ancora in piedi.
<<E tu siediti, comincia la lezione>>

Erwin era a casa, stava insegnando matematica a Levi, che non ne voleva sapere di stare ad ascoltare, probabilmente per principio. <<Levi, cosa stavo dicendo?>> <<Il cazzo che ne ne frega>> Erwin sospirò: gli sembrava di essere un insegnante delle elementari con un bambino ribelle. Peccato che quelli venissero picchiati, ma anche solo sfiorare Levi sembrava pericoloso.
<<Dov'è andata Hanji?>> chiese a un certo punto il corvino.
<<Ha trovato un lavoro, non mi ha detto quale>> rispose Erwin, che sembrava sovrappensiero.
<<Quindi è qualcosa di illegale>> disse Levi, dando voce ai pensieri dell'amico.
<<Forse dovremmo andare a...>>
Propose Erwin, ma Levi lo fermò subito. <<Primo: hai detto di non sapere dove lavora. Secondo: è Hanji, se la saprà cavare benissimo anche da sola>>
Si aspettava una risposta del genere, ma non poteva permettere che la sua amata fosse in pericolo, quindi si alzò dalla poltrona e costrinse Levi a fare lo stesso.
<<Erwin, io non posso farmi vedere in giro...>>
<<Mettiti la parrucca>> gli rispose tranquillamente l'uomo, che si stava mettendo la sua.
<<Ce l'hanno tutti>> aggiunse dopo qualche secondo, per convincerlo. <<Col cazzo che mi metto quella cosa, sarà piena di pidocchi e...>>

E dopo 5 minuti erano entrambi fiori dalla villa, entrambi con le parrucche in testa. Vedere Levi con i capelli bianchi anziché neri era piuttosto strano, e secondo lui anche antigienico, ma non aveva altra scelta.
<<Quindi dove andiamo?>> chiese Levi, sbuffando.
<<A cercare Hanji>>
<<Tsk, ma sei scemo? Intendevo: come facciamo a trovarla?>>
Erwin alzò le spalle, prima di guardarsi attorno e chiamare una carrozza.
<<È Hanji, non passa mai inosservata, basta chiedere a qualcuno>> disse il biondo, quando furono seduti. Il cocchiere, sentendo i loro discorsi, si voltò di colpo.
<<State parlando per caso di una donna alta, castana e con gli occhiali?>>
Erwin si illuminò, mentre Levi lo accusò nella testa di essere uno stalker.
<<Si, per caso sa dove si trova?>> chiese Erwin.
<<Ah io non so dove sia in questo momento, io l'ho scaricata in centro, ma comunque quella pazza mi deve ripagare i vetri della carrozza>> I due uomini si guardarono perplessi, nessuno osava chiedere come avesse fatto Hanji a distruggerli. Quindi ci pensò il cocchiere a spiegarglielo.
<<Il primo l'ha spaccato con un pugno, stavamo parlando e lei gesticolava con molta... foga. Il secondo l'ha rotto mentre cercava di dimostrarmi che non aveva colpito con molta forza il primo. È scappata prima che io potessi fermarla, ma se voi siete suoi amici...>>
"Col cazzo che paghiamo noi, cioè, Erwin" pensò Levi, che era tentato di sorridere per l'"avventura" di Hanji. "Ha imparato in fretta" e mentre lo pensava dovette mettersi una mano davanti alla bocca, per evitare di far vedere il suo sorriso. Era orgoglioso della sua "allieva", ma non poteva certo farlo vedere.
<<Quindi dovrei pagare io?>>
Chiese Erwin, prendendo delle monete dalla tasca.
<<Sarebbe meglio, signore>>
Rispose il cocchiere, allungando una mano per ricevere le monete del risarcimento. Erwin sospirò, ma alla fine non potè far altro che darle all'uomo, mentre Levi si tratteneva dall'esprimere il suo disappunto.

Un quarto d'ora dopo scesero nella piazza principale, e si guardarono attorno. Non c'era tanta gente, e le persone presenti erano donne, o al massimo bambini, gente che non lavorava insomma. Quindi, tra quelle donne agghindate di tutto e di più, con vestiti lunghi e colorati, non fu difficile vedere l'unica senza parrucca, senza gioielli e con un vestito molto spartano.
<<Hanji!>> urlò Erwin, correndole incontro. <<Cosa ci fai qui? Ah ma c'è anche...>> disse la donna, senza però finire la frase per colpa di una risata che le venne spontanea quando vide Levi con la parrucca.
<<Cosa c'è da ridere, idiota che non sei altro?!>> sbottò l'uomo, per far tacere Hanji, che però non smise di ridere.
<<Niente... ti sta benissimo>>

Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.
Ciao non so cosa dire... ah si, tra poco comincia la parte della storia più interessante. Comunque... vedo che in giro ci sono autrici che mettono un numero di stelline da raggiungere perché pubblichino il capitolo successivo, e lo fanno solo per fare visual. E che cazzo però, così aggiornano una volta al mese e la storia rimane ferma. Così perdono anche lettori. Io in questa storia lo potrei anche fare, ma tanto non se la caga nessuno quindi non ha senso.
Ciao.

La Scienza dell'Amore -LevihanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora