Capitolo 18

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<<Ti sta benissimo>> disse la donna, ridendo. Levi sbuffò e la mandò a quel paese, ma in fondo non era arrabbiato. Non lo era quasi mai con Hanji, e la cosa lo infastidiva parecchio. Se qualcuno avesse detto quello che aveva affermato Hanji, quel qualcuno sarebbe stato un uomo morto, ma alla donna Levi non avrebbe tolto neanche un capello. Era come se si fosse abituato ad avere una donna chiacchierona, talvolta pazza e sicuramente... particolare vicino, tutto il giorno. Poi però pensò che non era la prima volta che si trovava bene con qualcuno dal carattere completamente opposto al suo, era successo anche con Isabel e in parte anche con Furlan, ma nel suo caso le differenze erano meno marcate.
Pensò a Hanji, poi pensò a Isabel. Le stava paragonando? No, non poteva essere, Isabel era stata la sua migliore amica, se non una sorella, e a paragonarla a Hanji le sembrava di farle un torto. Non la conosceva da tantissimo, eppure era già diventata importante per lui. "No, devo essere impazzito" pensò, accorgendosi di essere quasi arrivato a casa. Forse stava solo cercando di "sostituire" in qualche modo Isabel, eppure in fondo sapeva che non era così, che stava solo cercando di nascondere la verità.
<<Oi Levi ci sei? Sei con noi?>>
Gli chiese la donna, accorgendosi che era fermo a fissare il vuoto.

<<Tsk, stavo solo pensando>>
<<Addirittura?! No aspetta, stai attento a non sforzarti troppo, che non sei abituato. A cosa stavi pensando?>> chiese Hanji ironica.
<<A sto cazzo>>
Rispose Levi, facendo una faccia arrabbiata.
<<Umh... non credevo che ti piacesse quella cosa, pensavo che preferissi...>>
<<Ma vai a fanculo>> la interruppe Levi, prima che finisse la frase. Erwin intanto rideva per la battuta di Hanji, ma cercava di non farsi vedere da Levi, che si sarebbe sicuramente arrabbiato se lo avesse scoperto.
"E io avrei paragonato Isabel a questa qua? Devo essermi drogato senza accorgermene" pensò, mentre entrava in casa.

Il resto del giorno passò tranquillo, o almeno fino all'ora di cena, in cui Hanji annunciò che avrebbero avuto ospiti. La donna spiegò che si trattava del padrone della scuola dove lei insegnava, che aveva deciso di andare da lei per conoscerla meglio, in fondo era l'unica insegnante donna nell'istituto.
<<A questo proposito, Levi... tu dovresti sparire per questa sera, non puoi farti vedere da lui>> disse Hanji, che avrebbe preferito cenare con Levi piuttosto che con il suo capo.
L'uomo sbuffò, non aveva voglia di uscire, ma non poteva farci niente. Prese la giacca e delle monete dategli da Hanji, quindi uscì dalla villa. Si diresse verso la foresta dove si allenavano tutti insieme, e quando arrivò davanti alla piccola casa nella radura, si fermò. Doveva entrare? Era da tanto che non vedeva quel luogo dall'interno, e forse era stato meglio così. Aveva paura di vedere quella casa senza la persona che ci aveva abitato per anni insieme a lui, gli sembrava di farle un torto, o comunque non ne sarebbe stato contento.

Quindi non entrò. Si sedette davanti all'ingresso e aspettò che qualcosa succedesse. Aspettò a lungo, ma non successe nulla, se non il tramonto del sole.
<<Ovvio, cosa sarebbe potuto succedere?>> chiese a sé stesso, alzandosi da terra.
<<Ormai te ne sei andata>> aggiunse, prima di aprire la porta della casa. Era stanco di rimanere fuori ad aspettare chissà cosa, o chissà chi, quindi decise di entrare per passare il tempo.

Notò che era tutto come lui lo aveva lasciato: le stesse tende tirate, la stessa tazzina di the appoggiata sullo stesso tavolino al centro del soggiorno. Mancava solo lei, e un ritratto glielo ricordò. C'era lui, Levi, vestito elegante che appoggiava una mano sulla spalla di una ragazza poco più bassa di lui, vestita anche lei a festa, con i capelli rossi lunghi fino alle spalle, e due bellissimi occhi verdi. Lei sorrideva, mentre Levi aveva una smorfia strana, forse un abbozzo di sorriso. Eppure, mentre guardava il quadro, all'uomo venne da piangere. Se lo ricordava perfettamente quel giorno, era estate e avevano chiesto a un pittore di immortalare il loro matrimonio. Petra Ral e Levi Ackerman, erano una coppia perfetta in tutto. Lei era dolcissima, lui un po' meno ma il loro matrimonio funzionava alla meraviglia, a volte a Levi sembrava perfino di stare in un sogno.

Peccato che dai sogni prima o poi bisogna svegliarsi. E Levi ebbe decisamente un brutto risveglio.

Stavano camminando per il centro, lui si guardava intorno svogliato mente Petra teneva per mano una bambina dai capelli biondi e ricci, che saltellava di qua e di là parlando di quello che le aveva raccontato la sua migliore amica. Stavano andando a trovare un amico, un certo Oruo che abitava in centro, ed erano quasi arrivati. Lui abitava in un palazzo alto e lussuoso, vicino al cafè più famoso di Vienna, ovvero il luogo dove avvenne la tragedia.
<<Ehi Levi tieni un attimo la bambina? Credo che mi sia caduto qualcosa>> disse Petra all'uomo, che prese la mano della figlia.
<<Ah si, mi era caduto un...>>
Non finì mai la frase, un proiettile sparato da qualcuno dentro al cafè la colpì in testa, facendo partire schizzi di sangue da ogni parte. Levi non riuscì a capire quello che stava succedendo che il killer caricò un altro colpo, puntando alla bambina. Fu solo un caso che in quel momento lei si fosse buttata in avanti, per raggiungere Petra, facendo in modo che il proiettile la colpisse solo di striscio, a una gamba. La piccola urlò di dolore e cadde a terra piangendo, mentre il killer caricò l'ultimo proiettile. Mirò a Levi, alla testa, ma l'uomo se ne rese conto prima che fosse troppo tardi. Schivò il colpo e prese la bambina in braccio, per poi guardare la moglie morente, a pochi passi da lui. Fu poco più di uno sguardo in realtà, poi Levi dovette scegliere: o rimanere lì per soccorrere Petra, rischiando che l'assassino sparasse ancora, o mettere in salvo sé stesso e sua figlia, scappando. Sapeva che se se ne fosse andato subito avrebbe potuto mettersi in salvo, ma sia moglie sarebbe morta di sicuro, ma se fosse rimasto sarebbero potuti morire tutti e tre.

Quindi la guardò, poi posò gli occhi dentro al bar per vedere il killer in faccia, e alla fine decise di andarsene. Scappò in una delle strade secondarie con la figlia in braccio e le lacrime agli occhi, che erano ancora fermi all'immagine di Petra, stesa a terra in una pozza di sangue. Era ancora viva, ma l'aveva abbandonata. 

Sua moglie, la sua adorata Petra.

  CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Sì, sono tornata. Non aggiorno da un mese credo, e scusate per questo, ma avevo gli esami e dovevo studiare... cioè, in realtà lunedì ho gli orali ma Vabbe, sono orali. E niente, qualcuno qua ha visto Code Geass? Io lo stra amo.

ALL HAIL BRITANNIA,
ALL HAIL LELOUCH!

 

La Scienza dell'Amore -LevihanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora