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Venne verso di me e mi tappò la bocca con la mano, al che iniziai a scalciare e dimenarmi inviano, visto che ormai mi aveva già trascinato al piano di sopra ed era entrato in una stanza chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi scaraventó con forza sul letto e si mise a cavalcioni su di me bloccandomi le braccia.
Ero davvero spaventato, e lo fui ancora di più quando i suoi occhi ebbero modo di incontrare i miei.
<<Non farmi del male>> dissi con la voce tremante e gli occhi ormai lucidi.
<<Ti avevo avvertito di non farmi perdere la pazienza>> sussurrò leccandomi l'orecchio.
Deglutii.

Prese delle manette dal comodino e mi legó polsi e caviglie alla testata del letto..mi sentivo impotente. Successivamente tirò fuori dal suo comodino un frustino e dei dildi.
<<Smettila di gridare aiuto, o ti farò ricordare questo momento per tutta la vita>> e rimasi in silenzio.
Ero rivolto a pancia in giù, e non potevo vedere cosa faceva, ma sentii la sua dura erezione spingere contro il tessuto dei miei pantaloni, gemendo involontariamente.
<<Ti piace, vero piccolo?>> disse sensualmente tirandomi una sculacciata.
Io non risposi, avevo troppa paura anche per aprire bocca.
<<Non sai cosa farei a questo culetto da puttana che ti ritrovi>> disse per poi tirarmi giù i pantaloni e accarezzare il mio sedere.

<<Ora faremo un bel giochino. Per ogni volta che la frusta ti colpirà tu conterai, e se urlerai o sbaglierai cominceremo tutto da capo>> le lacrime ormai avevano iniziato a rigare il mio volto, e non smettevo di chiedermi perché stesse succedendo proprio a me.
<<Ti prego, perché devi fare questo?>>  chiesi con un filo di voce.
<<Perché hai fatto il bambino cattivo, e quindi devi essere punito>> e una frustata colpì il mio fondoschiena.
Strinsi i denti.
<<uno...>>
Un'altra frustata.
<<due..>>
Andò avanti così per non so quanto, ormai non sentivo più sensibilità in quella parte, e io volevo solo scomparire, scappare.

Il problema più grosso in quel momento erano soprattutto le manette, che mi stavano strattonando i polsi e del sangue stava colando lungo il mio braccio.
<<Puoi allentarmele?>> chiesi facendo facendo notare le manette.
<<Ho detto che devi stare zitto!>> grido tirando un'altro colpo con la frusta, ma poi si rese conto delle condizioni in cui ero.
Sbuffò e andò verso di esse, per sistemarle. Nel momento in cui le allentò approfittai per liberarmene del tutto sfilando la mano. Presi velocemente la prima cosa che mi capitó all'occhio, in questo caso la lampada, e gliela tirai in testa, facendogli perdere i sensi. In un secondo corsi via dalla stanza e uscii da casa sua, correndo il più veloce possibile verso la mia.

<<Tae, h-ho bisogno di a-aiuto, vieni subito>> singhiozzai per poi chiudere la chiamata.
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Sorry  ||YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora