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Erano circa le dieci di sera, e io ero esausto.
Rimasi segregato in camera tutto il giorno, purtroppo non avevo altra scelta se volevo rimanere al sicuro da mio padre.
Sentii la porta d'ingresso sbattere, segno che molto probabilmente era uscito.
Provai a contattare Yoongi svariate volte, ma non rispondeva.
Meglio così, non avrei voluto coinvolgerlo in tutto questo.
Ero talmente confuso e spaventato che decisi di uscire di casa per prendere un po' d'aria, ne avevo bisogno.

Ero seduto su una panchina a godermi l'aria fresca, quando ad un tratto udii il rumore di passi che si avvicinavano velocemente verso di me.
Mi voltai, e davanti agli occhi mi si presentò un esemplare di Yoongi, sudato come se avesse corso una maratona e con i vestiti sgualciti.
<<Jimin!>>
<<Yoongi..che ci fai qua?>>
Prima di rispondere cercó di riprendere fiato.
<<Taehyung mi ha detto tutto..come stai? Ti ha fatto qualcosa?>> mentre parlava, ancora con il fiatone, mi scrutava ogni parte del corpo per vedere se avessi segni o lividi.
<<Non preoccuparti, ci ha provato ma sono scappato>>
Mi circondò il viso con le mani e mi stampò un bacio dolce e casto sulle labbra.

<<Dio, Jimin, mi dispiace..vorrei tanto aiutarti>> disse con gli occhi lucidi.
<<Sto bene, non preocc->>
<<EI! Basta dire di non preoccuparmi, non stai bene e si vede..se vuoi con me puoi parlarne>>
I suoi occhi reggevano preoccupati i miei, che scoppiarono in lacrime poco dopo.
Mi abbracciò e appoggiai la testa sul suo petto, sentendomi per un secondo al sicuro.

Eravamo a casa sua, e io dovevo tornare a casa.
<<Non se ne parla, tu resti qua. Non puoi rischiare che quel mostro ti faccia del male>>
<<Se non tornassi a casa si arrabbierebbe ancora di più>>
All'inizio era contrario, poi decise di lasciarmi andare, anche se un po' incerto.
<<Per qualsiasi cosa chiamami,
chiaro?>> annuii in risposta.
Prima che uscissi mi prese per un polso e mi fece avvicinare a lui, abbracciandomi e accarezzandomi la testa.
<<Dio, se ti amo>> sussurrò tra i miei capelli.
Non dissi nulla in risposta, e mi limitai a baciarlo. Anche se non ricambiai a voce, dentro di me lo amavo, e lui lo sapeva bene.

Appena arrivato a casa non cenai neanche, ero troppo scosso e confuso che appena misi piede in camera mia caddi in un sonno profondo.

A svegliarmi di soprassalto fu una botta fortissima alla faccia.
Aprii gli occhi di scatto, e anche se era buio, riuscivo a percepire il suo respiro e a sentire la sua figura sopra di me.
Provai a dimenarmi ma era tutto inutile, lui aveva più forza di me.
<<Cosa vuoi dalla mia vita? L'hai già rovinata a sufficienza, lasciami stare per favore>> chiesi con la voce tremante, quasi in un sussurro.
In risposta mi tirò un altro schiaffo, questa volta più forte del precedente.
Le lacrime iniziarono a rigare il mio viso, non riuscivo nemmeno a urlare.

Si avvicinò a me e un odore di alcol pervase le mie narici.
<<Voglio solo giocare con te, figliolo>> rispose ridendo.
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Sorry  ||YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora