April

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"Guardami piccola, solleva i gomiti e guardami" mi dice. Lui entra docilmente in me e tremo scossa da un brivido. Mi sollevo sui gomiti e stringo le coperte mentre faccio come mi ha detto. Incastono gli occhi nei suoi senza alcuna timidezza. La sua maglia lascia intravedere l'inchiostro nero che gli ricopre il petto. Vorrei strappargliela di dosso, ma accantono subito quel pensiero perverso per tornarmi a concentrare sul piacere che mi sta dando con le sue dita
"Dimmi che ti piace quello che sto facendo piccola, dimmelo"
Accenno ad un si e lui soffia sulla mia intimità. Mi sfugge un gemito e provo a chiudere le gambe ma lui me le apre con la mano libera. Mi bacia l'incavo della coscia sinistra senza smettere di guardarmi. Non so che faccia io debba avere in questo momento, ma sono sicura di essere paonazza
"Si piccola, vieni per me" mi bacia un fianco. Il labbro mi trema quando lui esce da dentro me ed io vengo ansimando. Lui ascolta fino all'ultimo suono che esce dalla mia bocca e poi si sdraia accanto a me
"Sei stata brava" mi dice baciandomi sulla fronte. Recupero il respiro e finalmente apro gli occhi. Mi avvicino un po' di più e gli poso una mano sulla guancia, lui sembra sussultare. Ogni volta che lo tocco sembra avere paura di qualcosa, e quasi non mi sembra vero visto che stiamo parlando di Axel Jones. Vorrei tranquillizzarlo e dirgli di non temere nulla, dirgli che sono sul punto di innamorarmi di lui, ma non posso farlo, per lui l'amore è una grandissima stronzata, e purtroppo per me, non c'è niente che possa fargli cambiare idea. Gli accarezzo la guancia con le dita
"Che stai facendo?"
"Sei bello" penso, ma poi mi accorgo di averlo detto ad alta voce e divento rossa in viso. Lui comincia a ridere di gusto
"Lo so" fa
"Sono così tanto irresistibile quanto intelligente"
"Però anche tu non sei male" continua scherzando
"Perché hai quella chitarra lì in fondo alla stanza?" chiedo. L'ho notata quando siamo entrati, ma non ho avuto modo di fargli la domanda prima
"Adesso è il mio turno di fare le domande" dice
"Vediamo" comincia
"Quali corsi vorresti frequentare al college?" mi chiede. Mi aspettavo un'altra domanda, ma sono pur sempre felice di parlare con lui
"Non saprei, forse scienze politiche"
"Sei folle! No, tu ti iscriverai a storia dell'arte e a qualche altro corso che sceglieremo insieme, così potremmo vederci ogni giorno"
"Ho ancora un anno di superiori Axel" gli ricordo
"Si, ma non ti iscriverai a scienze politiche"
"Invece lo farò, sembra interessante"
"E va bene" dice
"Adesso posso chiederti della chitarra?"
"Ogni tanto la uso" dice vago portando una mano sul mio fianco e avvolgendomi tra le sue braccia
"Mi suoni qualcosa?"
"No"
"Ti prego" sbatto le ciglia in modo sensuale. Una cosa che ho imparato con Axel, è non aver paura. Lui mi ha fatto sentire donna per la prima volta in vita mia, e adesso che ho conosciuto tutte le armi che possiedo, posso usarle contro di lui come e quando voglio. Sono pazza forse, ma a mia discolpa dirò di essere folle di lui
"La risposta è sempre no"
"Ti prego" mi avvicino per baciarlo sulla bocca. Lui serra gli occhi e stringe i denti
"E va bene cazzo"
Si alza dal letto e va a prendere la chitarra. Mi siedo con le gambe incrociate. Sono ancora in reggiseno e mutandine. Lui si sede vicino a me e prende la chitarra tra le mani. La osserva, e io osservo lui, poi comincia a pizzicare le corde. Conosco questa canzone, è Affection dei Cigarettes after sex. Sono sorpresa di sentirla alla chitarra, è una delle mie canzoni preferite
"Perché non la canti?" gli chiedo mentre continua a suonare
"Perché io non canto" mi dice. Beh, se lui non ne ha voglia, lo farò io, anche se non sono perfettamente intonata. Comincio a cantare
"I think of you, i want you too, i'd fall for you. I think of you, i want you too, I'd fall for you." Lui mi guarda sbalordito, ma poi ride. È sempre bello, continuo a cantare un altro pezzo
"It's affection, always, you're gonna see it someday, my attention for you, even if it's not what you need." gli prendo la chitarra dalle mani e mi aspetto che mi sgridi, ma non dice niente, la poso sul letto e salgo cavalcioni su di lui. Questa sera sono davvero folle. Non mi interessa cosa potrà succedere domani, voglio sentire che c'è speranza per fargli cambiare idea. Lui mi guarda interrogandomi con gli occhi. Io prendo l'orlo della sua maglietta e gliela sollevo sulle braccia. La getto a terra accanto ai miei vestiti e per la prima volta guardo i suoi tatuaggi nascosti. Ha un groviglio di fiori e uccelli tatuati sul petto, è strano che un maschio si tatui dei fiori, cioè almeno per me lo è. Il tatuaggio non è brutto, ha solo questo. Credevo ne avesse altri. Mi prende le cosce tra le mani
"Che cosa stai facendo piccola?" chiede
"Voglio che mi baci" gli dico. Lui mi accontenta subito. Metto le mani sul suo petto per reggermi e non cadere. Lui bacia l'incavo dei miei seni e sospira quando premo la mia intimità sulla sua. Poi il suo cellulare squilla. Mi fa scendere con un sorriso ed io piagnucolo
"Pronto?"
"Mamma? Che? Cosa?... Sei già tornata?" lo sento dire. È girato di spalle e noto un altro tatuaggio sulla sua spina dorsale. L'inchiostro nero questa volta colora le foglie e i rami di cinque alberi, a partire da quello più spoglio fino ad arrivare a quello ricco di vegetazione. Mi chiedo quale sia il significato. Lui lascia il telefono sul comodino e si avvicina a me
"Mia madre vuole che la vada a prendere all'aeroporto" dice
"Cazzo" continua
"Non aveva momento migliore per chiamare? Pensavo che tornasse mercoledì" dice forse più a se stesso che a me. Mi alzo dal letto e infilo i pantaloni mentre lui mi guarda mordendosi le unghie
"Che c'è?" gli chiedo mentre infilo la maglia
"Niente" mi dice
"Vuoi venire con me?" mi chiede
"Se ti va" gli dico
"Certo piccola, mi va"
Gli passo la maglia che avevo lanciato a terra e lui si riveste
"Dopo continuiamo" mi dice prendendomi la mano ed io arrossisco. Ho perso il conto di quante volte sono arrossita difronte a lui. Tante, fin troppe. Scendiamo le scale ed io noto di nuovo i quadri affissi alle pareti. Sono così belli. Lui afferra una felpa nera e me la porge
"Tieni" mi dice
"Se hai freddo puoi indossarla"
"Grazie" la prendo tra le mani. È il doppio della taglia che indosso di solito, ma la metto e non mi sta niente male
"Andiamo?" chiede
"Si"

***

Sono dieci minuti che guida senza rivolgermi la parola. Sta pensando forse? Cosa sta facendo? Sono tentata dal chiederglielo ma potrei rovinare l'atmosfera che si è creata tra noi nelle ultime due ore. Tutto sta filando liscio. Mi ha regalato il mio primo orgasmo e non mi ha detto cattiverie. Lo vedo allungare il braccio per accendere lo stereo e infilare una pennetta
"Ti faccio ascoltare un pezzo di Billy Lockett" mi dice. Sono contenta che abbia cominciato a parlare di nuovo. Parte una canzone che non conosco
"Si chiama Wide eyed" mi dice tornando a puntare gli occhi sulla strada. La canzone non è male, anzi, è molto bella, lui alza il volume
"Axel?" gli dico
"Si?"
"Credi davvero che l'amore sia una stronzata?" ecco, si, gliel'ho chiesto. Lo sento sospirare
"Penso solo che non c'è bisogno di dargli così tanta importanza. Tutti soffriamo, e se c'è un modo per evitare un dolore in più, preferisco allontanarmi da quel sentimento"
"Non sempre si soffre per amore"
"Sempre si soffre per amore piccola. È sempre lui la causa di ogni sofferenza. Io ho smesso di crederci e basta, sto bene anche senza amore"
"Hai smesso di crederci? Un tempo ci credevi?"
Lo vedo serrare la mascella e stringere forte il volante. Si sta sforzando di non mandarmi a fanculo? Lo apprezzo molto
"Forse si, ti prego non farmi altre domande del genere"
"Va bene" gli dico. Non voglio insistere
"Perché sei qui? Cosa non ti piaceva di New York?" mi chiede. L'immagine di Alex che entra dentro Betty mi invade la mente. Scuoto la testa
"Non mi trovavo bene"
"Perché?"
"Il mio fidanzato di allora mi ha tradita con la mia migliore amica"
"Beh questa tua amica deve avergliela offerta su un piatto d'argento se quel coglione ha lasciato andare una come te piccola" dice
"Già"
Non sa cos'altro aggiungere. Mi poggia una mano sulla coscia ed io mi rilasso
"Tranquilla adesso, ok? Io non ti farò mai del male, te lo prometto" mi dice. Gli credo, certo che gli credo. Non mi interessa quello che potrà dirmi domani o tra cinque minuti. Io gli credo. Mi sporgo per dargli un bacio e mi appoggio alla sua spalla, mentre continua a guidare
"Resterai per il resto del viaggio aggrappata a me?" mi chiede. Io faccio per scansarmi ma lui mi ferma
"No, resta come eri piccola"
Sono scomoda, ma non importa, non manca molto, e poi è così bello sentire il suo profumo da così vicino
"Non addormentarti però, mancano solo cinque minuti"

Axel's tattoos

Axel's tattoos

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𝑼𝒏𝒅𝒓𝒆𝒔𝒔𝒆𝒅 |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora