You know that I'm obsessed with your body
Cigarettes after sex
April
"Buongiorno" dico assonnata ad una versione di Scott emozionata e agitata per la partita di football più importante della stagione
"Buongiorno a te"
"Sei agitato?"
"Neanche un po'" risponde sorseggiando lentamente la sua acqua
"Si vede" rispondo sorridendogli
"Sarai fantastico, come sempre"
"Questa partita è fondamentale. Dobbiamo vincere" dice lui deciso lasciandomi sola in cucina. Non possiamo andare a scuola insieme perché lui ha il raduno con la squadra di football e deve arrivare molto prima di me, perciò io decido di chiamare Bella e di andare a scuola con lei. Fremo dalla voglia di raccontarle tutto quello che sta succedendo dentro di me. Devo liberarmi di questo grosso peso il più in fretta possibile e ho bisogno di qualcuno che mi sappia ascoltare. La incrocio difronte casa sua e durante il tragitto casa-scuola le dico tutto, ogni cosa, aggiungendo anche i dettagli più particolari. Lei mi dice che dovrei seguire quello che il mio istinto mi dice, e che cedere alle pulsioni più accentuate non è deplorevole, ma fa parte della vita. Le dico quanto Axel mi mette in imbarazzo e lei mi suggerisce di contraccambiare giocando al suo stesso gioco. È una ragazza con molta voglia di vivere, lo si percepisce in ogni cosa che dice, nel modo in cui la dice e come si comporta con le persone. Ma io sono molto più riservata di lei e provo molta più paura, non sarebbe facile per me provare a reggere qualsiasi gioco Axel stesse pilotando. Ho paura di rimanerne ferita, perché quel ragazzo del quale nessuno sa quasi niente, con le sue lusinghe, la sua cattiveria e la sua sensualità, conduce un gioco che mi avrebbe sicuramente fatto innamorare di lui, anche se io, al massimo della mia volontà, cerco di non desiderarlo affatto.Bella riceve un messaggio nel momento in cui stiamo per entrare in classe a seguire la lezione di arte impressionistica e mi avvisa che quella sera dopo la partita, Axel, il ragazzo che non beve alle feste, ne avrebbe dato una proprio a casa sua. Sapevo che lui non avrebbe mandato il messaggio a me, perché se lo avesse fatto avrebbe ricevuto un no come risposta, invece mandandolo alla mia migliore amica avrebbe avuto la certezza che ci sarei andata, dopo che lei mi avrebbe convinta, come il suo solito, ad accompagnarla. Lui è un manipolatore, con il tempo sto imparando a capire qualcosa in più sul suo conto. Non gli piace che la gente sappia più del necessario, forse perché teme cosa possa dire, oppure per il semplice fatto che la sua cattiveria è maggiore del suo desiderio di farsi conoscere. Ma io non intendo cambiarlo, così come avevano fatto altre ragazze con il cattivo della situazione in molti romanzi che avevo letto. Axel sarebbe rimasto sempre in quel modo, provocatorio, sensuale, cattivo e misterioso, ed io non intendevo passare la vita a cercare di farmi notare da lui. Andrò insieme a Bella alla festa solo se ci sarà anche Noah, e con mia sorpresa, scopro che Axel ha invitato anche lui, a rimostranza di quanto gli piace rovinarmi la vita.
La partita è andata bene. La squadra della nostra scuola ha vinto. Dagli spalti riesco a vedere la faccia di Scott in estasi per la vittoria. Niente traccia di Axel. Lo credevo un amante dello sport, ma invece ancora una volta avrei dovuto ricredermi.
***
Erano le 7 p.m. quando esco di casa per andare alla festa. Bella mi ha fornito l'orario e l'indirizzo e Noah mi ha detto che avrebbe fatto qualche minuto di ritardo perché aveva delle faccende da sbrigare con suo padre. Così mi ritrovo sola in un taxi diretta a casa di Axel, dopo aver ricevuto un messaggio di Scott in cui diceva che lui e Bella erano rimasti bloccati nel traffico nella strada del ritorno dalla casa della nonna di Bella. Decido di non entrare in casa di Axel prima dell'arrivo di uno dei miei amici e perciò non appena scendo dal taxi, trovata la casa di Axel, comincio ad aspettare. L'edificio sembra essere vuoto. Non c'è nessuno, e quando vedo Axel aprire la porta sorridendo compiaciuto, capisco che ero stata presa in giro
"Benvenuta" dice muovendo un passo
"Tu!" gli dico salendo i gradini del portico. Mi fermo perché lui si sta avvicinando ancora di più a me
"Hai mentito alla mia amica per farmi venire prima, sapevi perfino che avrebbe fatto ritardo! Oh Mio Dio! Sapevi perfino che Noah avrebbe fatto ritardo!" gli sputo addosso
"Quando hai terminato di urlare gradirei che entrassi in casa. I vicini ci stanno ascoltando" dice calmo
"Non me ne frega niente dei tuoi stupidi vicini! Io non entrerò in questa casa prima dell'inizio della festa"
"Non verrà nessuno"
"Cosa?"
"Ho annullato la festa"
"E quando lo avresti fatto?"
"Quando ti ho vista scendere dal taxi"
"Sei un essere spregevole!" gli urlo contro
"Sai che così mi fai solamente del male eppure continui a comportarti in questo modo!" continuo ad urlare
"Entra dentro" dice
"Non vengo da nessuna parte con te, mi dispiace, io vado via" muovo un passo verso la strada
"Non passano taxi da queste parti" mi dice calmo
"Allora prenderò un pullman"
"Di domenica sera? Ti auguro tutta la fortuna di trovarne uno"
"Allora chiamerò Bella, oppure Scott, o Noah"
Prendo il cellulare, che con mia grande sfortuna si chiude nel momento in cui sto per digitare il numero di Scott
"Tutto ok?" mi chiede
"No, ho bisogno di un caricatore per il cellulare. Dammene uno, subito"
"Credo che il caricatore del mio cellulare non vada bene per il tuo" dice estraendo dalla tasca un modello vecchio di iPhone 4. Sospiro cercando di calmarmi, poi lo guardo piena di rabbia
"Io vado via"
"A piedi?"
"Si" dico voltandomi. Lui mi precede e mi afferra un braccio. Mi volto strattonandolo. Lui non si muove di un centimetro. Cosa intendo fare con la mia forza pari a quella di un minuscolo roditore?
"Lasciami andare!" urlo. Stavamo dando uno spettacolo di quelli che si vedono solo nelle serie tv o nei film e per evitare che qualcuno esca seriamente preoccupato, Axel mette una mano sulla mia bocca e mi afferra di peso portandomi dentro casa
"Non intendevo farlo, ma tu non mi hai dato altra scelta. Stai bene? Ti ho fatto male?" dice chiudendo la porta alle sue spalle
"Non osare parlarmi" dico voltandogli le spalle come una bambina capricciosa
"Hai vinto!" dico dopo alcuni minuti di silenzio
"Che cosa vuoi?" gli chiedo infine
"Mi hai portata qui per quel bacio in sospeso? Se è questo che volevi potevi avvertirmi prima, fuori"
"Non voglio baciarti" ride
Accuso il colpo della vergogna che mi strattona forte lo stomaco, poi abbasso gli occhi, forse dispiaciuta, arrabbiata, amareggiata, ma sicuramente in collera con la sua cattiveria e il suo strafottente egoismo
"Oh quanto sei ingenua April"
"Sei così tanto ingenua quanto bella" continua avvicinandosi e avvolgendo attorno alle sue dita una ciocca dei miei capelli. Lo lascio fare, mi sento stranamente bene, ma sono pur sempre arrabbiata con lui
"E che cosa vuoi?" gli chiedo ricoperta di vergogna
"Per il momento niente"
"Sei così spaventata" aggiunge
"Ho bisogno del bagno"
"Secondo piano, prima porta a sinistra" dice lasciandomi la ciocca di capelli. Prende la mia borsa e la guarda divertito. Lo lascio mentre la poggia sul divano e comincio a salire le scale, un gradino alla volta, con la speranza di andarmene il prima possibile. Il corridoio del secondo piano è molto luminoso. Le pareti sono ricoperte di riproduzioni di quadri famosi che riconosco subito. Monet, Van Gogh, Matisse, Klimt e Frida si alternano nelle loro opere migliori. Mi meraviglio nel vedere alcuni dipinti di Gauguin affissi accanto a quelli di Van Gogh. Quasi mi innervosisco, ma ne rimango lo stesso affascinata. Forse i suoi genitori sono artisti o semplicemente amano la pittura, non mi sarei mai potuta immaginare che lui se ne interessasse. Mi avvicino ad una bellissima riproduzione della Notte stellata e comincio ad osservarne i particolari. Molte volte avevo sognato di vivere un'altra vita e conoscere i particolari che avevano spinto il pittore a cominciare a riprodurre le stelle. La mia mente vola subito al primo quadro con il quale lui aveva cominciato la rappresentazione del cielo di notte, terrazza del caffè la sera. È un dipinto di una bellezza straordinaria, quasi quanto la riproduzione del suo miglior capolavoro che stavo proprio osservando in quel momento. Axel fa il suo ingresso qualche secondo più tardi, sorridendo
"Non credevo fossi un tipo da Notte stellata" dice avvicinandosi
"Ti facevo più una da Impressione, levar del sole"
"Non sono entrambi impressionisti? Van Gogh e Monet? Che cosa cambierebbe?" gli rispondo girandomi di scatto, non rendendomi conto di quanto lui si fosse avvicinato
"Espressionista" dice marcando pesantemente la parola
"Van Gogh è un espressionista" fa una pausa
"Deve molto all'impressionismo, pur non riconoscendosi in esso. Lui tende però a marcare un punto di vista molto soggettivo. Forza e piega la realtà al proprio desiderio espressivo. Lui sente, non vede soltanto. I suoi paesaggi e i suoi ritratti, a differenza di quelli degli impressionisti, non hanno nulla di pienamente realistico se ci fai caso" dice serio. Lo guardo da sotto le ciglia meravigliata dal suo spirito critico e dalle parole che erano appena uscite dalla sua bocca. Mi sbagliavo. È lui l'artista in questa casa
"Ti piace l'arte?"
"A te no?" chiede
"Non rispondermi con un'altra domanda" adesso pareva tanto che i ruoli si fossero invertiti
"Mi piace un po' di tutto" dice infine
"A te? Piace l'arte?"
"Si" gli rispondo
"Spero di vederti alla mostra di una delle amiche di mia madre il prossimo fine settimana allora"
"Se ci sarai tu, non verrò" gli dico allontanandomi. Scendo le scale e mi siedo sul divano, girandomi verso la finestra, impedendogli di parlarmi ancora
"Credo che dovrai passare la notte qui. Casa tua è molto lontana e non ti permetterei mai di andare via a piedi di notte"
Non gli rispondo. Rimango a fissare la macchina del suo vicino parcheggiata nel viale
"Cosa vuoi mangiare?"
Silenzio
"Devi smetterla di reagire in questo modo"
"Sei un manipolatore!" mi alzo gridandogli contro
"Perché dici questo?"
"Perché hai organizzato tutto perfettamente secondo i tuoi psicopatici piani. Sapevi che io sarei venuta. Vuoi solamente farmi del male, farmi soffrire. È così che fai con Madison? La tormenti?"
"Io non sto più con lei"
"E hai deciso di rovinare la vita a me? Sai benissimo quanto mi fai soffrire in questo modo, eppure ci ridi sopra. Scherzi, mi provochi, ma alla fine che cosa succede dentro di te? Che cosa cambia? Assolutamente niente! Mentre io ne esco ogni giorno più devastata. Lasciami in pace!" provo a tirargli uno schiaffo ma lui frena la mia mano stringendomi forte il polso. Con uno scatto felino preme le sue labbra contro le mie e per quanta forza impiego cercando di staccarmi dalla sua presa, lui stringe ancora di più il mio polso, facendomi gemere dal dolore. Due lacrime mi rigano le guance, mentre le sue labbra continuano a premere sulle mie con una foga animalesca, pregne di desiderio. Serro le labbra occludendo il passaggio alla sua lingua, ma lui continua ad insistere, allentando un po' la presa, facendomi respirare per un attimo, e alla fine cedo e ricambio il suo bacio, dominata da una passione incontrollabile, piena di rabbia. Porto la mano libera sulla sua nuca e comincio a farla salire tra i suoi capelli. La sua lingua girovaga a lungo prima di trovare riparo insieme alla mia. Lui stringe ancora di più il mio polso, e questa volta gemo così tanto da farlo sussultare. Mi fa così tanto male, e non solo un male fisico. La sua presenza in questa stanza è straziante, dolorosa, eccitante. Lo sento gemere quando con la punta delle dita gli sfioro la clavicola e poi come un animale feroce, lui si discosta da me, lasciando le mie labbra affamate, desiderose. I suoi occhi sono quelli di un reduce da un combattimento. I tratti virili del suo volto sembrano essere più marcati del solito, ed io, con il fiato corto, sembro essere più giovane che mai.
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𝑼𝒏𝒅𝒓𝒆𝒔𝒔𝒆𝒅 |h.s|
Roman pour AdolescentsCon uno scatto felino preme le sue labbra contro le mie e per quanta forza impiego cercando di staccarmi dalla sua presa, lui stringe ancora di più il mio polso, facendomi gemere dal dolore. Due lacrime mi rigano le guance, mentre le sue labbra cont...