Whispered something in your ear
It was a perverted thing to say
But I said it anyway
Made you smile and look awayCigarettes after sex
Noah le aveva telefonato quella sera stessa, ma lei non aveva avuto il coraggio di rispondergli. Cosa gli avrebbe dovuto dire? Nella sua testa le erano ronzate parecchie risposte plausibili nel momento in cui aveva pensato di non ignorare le sue chiamate, ma nessuna era stata abbastanza soddisfacente, perciò aveva lasciato che il telefono squillasse per parecchio tempo, e per parecchie volte. Avrebbe voluto chiamare la sua amica per chiederle qualche consiglio, ma il suo cellulare risultava spento ogni volta che provava a telefonarle. In realtà conosceva già la risposta di Bella riguardo la sua complicata situazione, ma non voleva ammettere a se stessa che la proposta della sua amica le aveva provocato qualcosa di strano, forse non voleva ammettere che per una frazione di secondo l'idea di loro due insieme le era sembrata possibile e le aveva causato una forte eccitazione. Maledizione.
Eccitazione che, forse, poche ore prima era riuscita ad intercettare perfino nelle parole di Axel, ed era andata in confusione, il suo respiro aveva preso ad accelerare all'impazzata e le gambe a tremare come se fossero foglie trasportate via dal vento. Sicuramente non si aspettava di incrociarlo lungo il cammino per tornare a casa, ma, sfortunatamente, o forse, pensò, fortunatamente, lo aveva rivisto, lì, appoggiato a quella parete a fianco a quel dannato bar, bello come non mai.
Lui era bello. Chissà quante volte avrebbe voluto negare quell'evidente verità per non ammettere a se stessa che stava cadendo in una sorta di dipendenza per il suo corpo. Ma Axel era bello da morire. La sua possente altezza mozzava il fiato e il suo profumo aleggiava ovunque come un punto cardinale al quale si sente il bisogno di fare riferimento in ogni momento della propria vita, soprattutto quando ci si sente deboli e persi. Ed era proprio così che April si sentiva difronte a lui: persa e dannata allo stesso tempo. Persa come non mai in vita sua, persa dentro un vortice di desideri che lei sentiva non si sarebbero mai realizzati, forse per colpa sua e delle sue paure, persa dentro lo sfacciato magnetismo dei suoi occhi, persa dentro l'odore della sua pelle dorata che le faceva girare la testa ogni volta che con il pensiero ne sfiorava ogni centimetro, persa dentro la voglia di sentire le sue mani accarezzarle le guance e ogni parte del corpo, e persa dentro il desiderio di baciargli le labbra come se potesse fare solo ed unicamente questa cosa, una volta sola. Inoltre si sentiva dannata, perché quei suoi occhi che per la prima volta si erano posati su di lei in mensa, avevano proclamato sfacciatamente la sua sentenza. Chissà cosa era passato per la testa di quel ragazzo nel momento in cui le aveva detto quelle determinate cose appena qualche ora prima. Era insopportabile. Un tormento. Una sensazione di perdizione bellissima e sfiancante. Era esausta.
Il giorno dopo credeva che avrebbe potuto evitare Noah per qualche altra ora, ma quando vide che le chiamate e i messaggi si erano moltiplicati e la casella dei messaggi vocali in segreteria si era ormai riempita, non potè più evitare una risposta
"Ciao, ti cerco da molto tempo, mi stavi evitando forse?"
Lei non sapeva mentire, perciò, pur rischiando che lui la avrebbe scoperta, si accinse a rispondergli solamente un
"Non ti volevo mica evitare, ero solamente un pochino stanca, ho passato la giornata a pulire la casa di Bella"
"Ho visto su Instagram che eravate insieme ieri, e neanche lei mi ha risposto per tutta la serata"
"Sarà crollata presto. Era sfinita" disse al cellulare mettendo il viva voce e lasciando l'oggetto tecnologico sulla scrivania per legare i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo
"Può darsi, ma adesso non perdiamo di vista l'obiettivo. Ovvero noi due-" fece una pausa in cui April potè sentire i suoi respiri accelerare. Sorrise percependo il suo imbarazzo e prese a mordersi le unghie della mano destra, come ultimamente era solita fare
"Ti... andrebbe di uscire questa sera?"
"Uscire?" strillò forte spaventando il ragazzo che stava dall'altra parte della cornetta. La sua domanda la colse alla sprovvista. La stava forse invitando ad un appuntamento? In effetti si, la sua proposta era di sicuro un appuntamento. Tra l'altro se lo sarebbe dovuta aspettare prima o poi vista e considerata la piega che la loro "relazione" aveva preso nelle ultime ventiquattro ore. Pensando che un appuntamento era il minimo che poteva concedergli visto e considerato che gli continuava a mentire spudoratamente forse per cercare di non accettare il fatto che provasse qualcosa per Axel, gli rispose che sarebbe stata felice di uscire con lui quella sera
"Allora ti passo a prendere alle otto. A stasera"
April riagganciò senza dire un'altra parola e chiudendo gli occhi portò la testa all'indietro facendo scorrere le mani lungo i capelli, discostandoli dalla fronte.
STAI LEGGENDO
𝑼𝒏𝒅𝒓𝒆𝒔𝒔𝒆𝒅 |h.s|
Teen FictionCon uno scatto felino preme le sue labbra contro le mie e per quanta forza impiego cercando di staccarmi dalla sua presa, lui stringe ancora di più il mio polso, facendomi gemere dal dolore. Due lacrime mi rigano le guance, mentre le sue labbra cont...