Notte stellata

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Each time you have a dream
You never know what it means
You see that open road and never know which way to go
And each time you fall in love
It's clearly not enough
You sleep all day and drive out in L.A
It isn't safe

Cigarettes after sex

April
Mi allontano da lui sbattendo la schiena contro la parete. Sono arrabbiata, sono molto arrabbiata. Molte volte ho sognato di poter provare il sapore delle sue labbra sulle mie, ma mai avevo immaginato che il nostro primo bacio sarebbe stato così travolgente e inaspettato. Alzo lo sguardo su di lui, la passione lo sta ancora consumando, ma io sono furiosa, indispettita, piena di rabbia, e drogata di lui
"Cosa ti è saltato in mente?" chiedo ricomponendomi. Con espressione quasi disinteressata lui si allontana da me per andarsi a sedere sul divano. Resto più sconvolta che mai, lo seguo posizionandomi difronte a lui
"Mi stai ascoltando? Ho chiesto che diamine ti è saltato in mente?"
"Mi stai disturbando parecchio, puoi chiudere quella bocca per cinque minuti? Smettila di fare domande" dice
"Tu sei completamente pazzo!" alzo ancora di più il tono di voce
"Ti ascolti quando parli?"
Come di rimando, non ricevo risposta
"Mi conduci a casa tua organizzando una festa che poi cancelli, mi illudi che io ti possa piacere baciandomi e poi non dici niente?"
"Aspetta aspetta" dice alzandosi
"Tu credi che io ti abbia baciato perché mi piaci?"
Mi sento più confusa che mai
"Cristo!" impreca
"Entrambi sappiamo quanto desideravi un mio bacio. Io ti ho solamente accontentata, ho visto quanto eri disperata"
Colpita. Le gambe cominciano a cedere, la testa a girare. La sua crudeltà non ha mai limite. Perché? Mi vesto di vergogna e volto il viso per non fargli vedere le lacrime che nel frattempo hanno deciso di invadere il mio volto
"Perché piangi adesso?"
"Perché sei uno schifoso! Sei cattivo, crudele! Ecco perché! Voglio che mi accompagni subito a casa! Adesso! Ne ho abbastanza di essere umiliata da te! Voglio andarmene"
"Va bene" dice soltanto. Porta una mano sul mio volto provando ad asciugare le mie lacrime, ma io discosto il viso e mi dirigo verso la porta. Non ho intenzione di passare un altro secondo di più dentro questa casa, sento una voglia esagerata di rifugiarmi in camera mia e di cercare di digerire la vergogna e il dolore che stanno prendendo il sopravvento dentro di me. Salgo in macchina e allaccio la cintura, i prossimi quindici minuti sarebbero stati i più dolorosi di tutta la mia vita. Aspetto che cominci a prendermi in giro ancora una volta, che cominci a dire quanto fossi un'illusa e Dio solo sa quante altre cattiverie, ma lui non fa niente di tutto ciò. Alza il volume di una canzone dei Cigarettes after sex, non credevo che lui sapesse apprezzare la buona musica, per un momento mi viene voglia di chiedergli come mai abbia cominciato ad ascoltare quel genere musicale, ma poi allontano il pensiero, tornando a chiudermi in me stessa. Non sono brava ad assimilare il dolore, ho sempre lasciato che mi consumasse, ma Axel non sarebbe stato capace di spezzarmi così facilmente. Non gli avrei mai dato questa soddisfazione. Lui provava piacere nel vedere le persone soffrire per causa sua, ormai lo avevo capito, ma io non sarei stata penetrata così facilmente
"Ho cominciato ad ascoltare questa band dopo la festa dalla tua amica Bella" dice rompendo il silenzio tra di noi. Non gli rispondo, capisco che l'unico rimedio contro la sua cattiveria è quello di comportarmi esattamente come lui
"Mi hai sentito?"
Resto in silenzio, quando sento la sua mano, titubante, posarsi sulla mia coscia. Mi volto di scatto pronta ad assalirlo come un predatore con la sua preda, invece incontro i suoi occhi posati su di me, e, imbarazzata, cambio tecnica, tornando ad evitarlo
"Ho detto mi hai sentito?" chiede tornando a guardare la strada. Il tragitto sembra essere più lungo del solito, mi chiedo se non abbia cambiato strada per poter passare più tempo insieme, per tormentarmi e poi burlarsi di me
"Ti ho sentito, ma non ho niente da dirti, voglio solo tornare a casa"
"Non voglio che tu vada a casa" dice
"Io invece voglio proprio tornare a casa. Ne ho abbastanza di te per oggi. Mi confondi le idee. Mi porti a casa tua con solo Dio sa quale psicopatico intento, mi baci e poi ti prendi gioco di me dicendomi di essere disperata. Non posso sopportarlo"
"Scusa"
"Non voglio le tue scuse"
"Non avevo psicopatici intenti. Volevo solamente passare del tempo con te"
"Per cosa? Per divertirti burlandoti di me? Axel smettila di parlare" sbuffo
"Perché ti piace Van Gogh?"
"Cosa?"
"Perché ti piace Van Gogh?" domanda nuovamente lui serio. Ma insomma, qual è il suo problema?
"Non saprei, a chi non piace?"
"Non è una risposta"
"Mi piace perché è diverso, ed è semplicemente se stesso. Mi piace la psicologia della sua persona, i colori dei suoi quadri, l'immenso nella sua pennellata. Suppongo che sia per questo"
"Il suppongo nella tua frase stona parecchio" dice ridendo. Lo guardo. È sempre così bello
"Mi stai fissando per caso?" chiede
"No" rispondo imbarazzata voltando lo sguardo
"Puoi continuare a farlo. Mi piace"
Perché è così? Perché un attimo prima è crudele e l'attimo dopo gentile? Questo è troppo
"Quanto ci vuole ancora?"
"Siamo arrivati" dice
"Ti aspetto alla mostra dell'amica di mia madre la prossima settimana. Verrai con me?" continua
"No, ho altri programmi per venerdì"
Non dice niente, ed io non lo saluto. Scendo dall'auto ed entro in casa, stanca, umiliata, delusa, e con il sapore delle sue labbra che ancora mi dava il tormento.

𝑼𝒏𝒅𝒓𝒆𝒔𝒔𝒆𝒅 |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora