Who said party? Parte 2

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La casa di Noah era molto grande e bella. Seppur esteriormente sembrasse una normale abitazione, rifletteva perfettamente l'agiatezza della sua famiglia. Lui era un amico d'infanzia di Bella, e un compagno di classe di Scott, per cui April non aveva mai avuto modo di conoscerlo, ne aveva solo sentito parlare e stranamente tutto ciò che le avevano detto l'aveva parecchio incuriosita, tanto che non vedeva l'ora di conoscerlo.

La musica era davvero alta, fuori dall'abitazione c'erano coppiette che si distraevano dai problemi della loro esistenza personale, ragazzi che si divertivano con i loro alcolici in mano e altri che fumavano. April aveva sempre odiato il fumo, non aveva mai provato una sigaretta, nonostante la sua migliore amica Betty fumasse un sacco. Ma quel pensiero ormai apparteneva al passato. Un frammento della sua vecchia vita, che seppur cercasse di negare sarebbe sempre esistita. Si fece forza con un ricordo che cercava di eliminare dalla sua mente, ed entrò in casa insieme alla sua bellissima Bella. Dentro la situazione era davvero caotica, in riproduzione c'era il brano del momento di Camila Cabello, Havana, che subito April riconobbe. Aveva voglia di ballare, ma si trattenne alla vista di tutta quella gente. Bella era impaziente, si notava che stesse davvero impazzendo. Si morse ripetutamente il labbro non togliendo gli occhi di dosso dalla marea di ragazzi, con la speranza che ne riuscisse a vedere uno in particolare. Aspettava che Scott si facesse avanti, questo era palese, nonostante non intendesse darlo a vedere. April le disse di rilassarsi e lei stranamente, dopo un respiro profondo si tranquillizzò
"Andiamo a ballare, non aspetterò tutta la vita che qualcuno mantenga una promessa fatta così tanto per parlare" gridò Bella sopra la musica per farsi sentire
"Questo è lo spirito giusto"
Ma prima che entrambe si gettassero in pista un grande braccio afferrò Bella e la trascinò lontano dalla sua amica che ormai era rimasta sola
"Ma insomma che modi sono quest-" la frase le rimase sospesa nell'aria
"Io lo avevo detto che ci sarebbe stato un solo ragazzo carino che ti avrebbe invitata a bere qualcosa" disse Scott ad una versione di Bella a cui batteva forte il cuore
"Ma io dovevo controllare April" disse lei con il fiato corto
"Sembrerò incoerente, lo so, ma non so spiegarmi perché lo dico, in questo momento credo che lei riuscirebbe benissimo a badare a se stessa da sola. Devo darle un po' di fiducia. Non ti pare?"
"Quindi, esattamente, cosa stai cercando di dirmi?"
"Ti sto invitando a bere qualcosa"
"Se tu sei pronto a giocare, lo sono anche io" disse lei e si avviarono verso il piano bar. Nel frattempo April era rimasta da sola nel centro del grande salone di Noah. Era contenta per Bella, la vide da lontano avviarsi verso il piccolo bar con suo fratello Scott che giratosi un attimo le sorrise. Alzò gli occhi al cielo felice che la sua amica fosse in buona compagnia e si girò in cerca di facce conosciute, ma come poteva trovarne se frequentava quella scuola da poco più di un mese? Si guardò un attimo intorno, i suoi occhi stavano cercando di scovare tra i mille corpi quello esatto e ben definito di una sola persona che desiderava vedere quella sera. Ma no, no, lei non desiderava vederlo, si riscosse dai suoi pensieri e decise che sarebbe uscita un attimo, in realtà non sapeva come comportarsi, perché le uniche persone che conosceva erano impegnate in una specie di appuntamento e l'avevano praticamente scaricata. Ma prima che imboccasse la strada per uscire dalla stanza, qualcuno la fermò rivolgendole un bellissimo sorriso cordiale che inizialmente non ricambiò perché si sentiva confusa
"Ehi, finalmente una faccia nuova tra questi mille volti conosciuti. Piacere, io sono Noah" le disse porgendole la mano. Noah era davvero come lei lo aveva immaginato. Un bel ragazzo impostato fisicamente e dalla carnagione abbronzata. Con i capelli mossi color castano chiaro e una piccola cicatrice vicino al labbro che April non poté non notare
"Piacere mio, io sono April"
"Sei la sorella di Scott?"
"Si, sono proprio io" disse accennando ad un sorriso
"Non si vede affatto che siete fratello e sorella, posso giurartelo"
April rise e lui si leccò le labbra, in quel momento lei abbassò lo sguardo
"Ti sta piacendo la festa?"
"In realtà non saprei dirti, è tutto molto bello, ma non la sto vivendo a pieno visto che la mia unica amica è da qualche parte con mio fratello e mi ha praticamente lasciata sola in mezzo a tutti questi sconosciuti"
"Ci va giù fin da subito Scott" scherzò lui
"Probabilmente" disse lei
"Allora per fartela piacere, che ne dici se ti invito a ballare in mezzo a tutti questi corpi sudati?"
"Sarebbe un'ottima cosa"
Lui le prese la mano e si fece strada in mezzo a tutta quella gente che April non conosceva. Arrivati al centro della stanza partì un'altra canzone, un pezzo degli Ofenbach dal titolo "Be mine", e in quel momento April voltò il suo sguardo verso la sua sinistra e finalmente, appagata, forse solo parzialmente, nell'animo, lo vide. Era lo stesso Axel Jones che aveva incrociato le braccia al petto mettendo in mostra i muscoli delle braccia quel giorno a scuola in corridoio. Lo stesso Axel Jones che con aria di superiorità, le aveva chiesto se fosse la sorella di Scott. E in quel momento, sotto le luci soffuse e i tanti corpi in movimento, sotto le voci dei tanti ragazzi di cui non conosceva nemmeno il nome e con la musica che copriva tutti i pensieri di chiunque in quella stanza, lei si accorse di quanto fosse dannatamente bello. Il suo corpo era perfettamente incastrato con le luci della stanza, appariva forte e sicuro, la sua altezza si notava parecchio e in modo fin troppo imponente, e perfino le sue grandi mani suscitarono un brivido dentro l'animo di April che lo osservava da lontano. Aveva una t-shirt nera che gli aderiva ai pettorali, un pantalone nero che gli fasciava perfettamente le gambe, rendendo il suo corpo ancora più attraente, e un paio di stivaletti. La sua faccia era contornato da goccioline di sudore che ogni tanto si notavano quando la luce lo illuminava e si posava sul suo viso dai caratteri forti e i suoi riccioli che gli scendevano sulla fronte davano un tocco di sensualità aggiunto alla sua perfezione. Stava ballando, il suo corpo si muoveva, seppur non sincronizzato perfettamente, al ritmo della musica. Ad April, in quel preciso momento, lui parve essere una delle visioni più paradisiache dell'intero universo. Ma cosa le stava succedendo? Ovviamente non poteva negare che Axel fosse oggettivamente attraente, ma sicuramente in quella stanza lei era l'unica che lo stesse osservando con così tanta curiosità e attenzione.

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