BLAISE
Il bar è chiassoso e affollato, le voci delle persone si mischiano l'una all'altra creando scompiglio e la musica dal vivo in sottofondo non aiuta. Non c'è neanche un tavolo vuoto e la fila per il bar è piuttosto lunga.
«Bella scelta, Adam.» sbuffo, rivolgendomi al mio amico che si trova proprio al mio fianco.
«Hai detto tu di voler cambiare aria!» si difende. «Questo bar è perfetto per non farsi riconoscere.»
Sbuffo ancora, mentre gli volto le spalle e mi avvicino al bancone del bar. Ovviamente non posso bere alcolici a causa dell'allenamento estenuante al quale sono sottoposto, quindi mi limiterò ad ordinare dell'acqua.
Il barman mi guarda in modo strano quando annuncio il mio ordine, ed io lo fulmino con lo sguardo. Non serve un altro che mi dica cosa è giusto e cosa non è giusto fare. Mi bastano mio padre e l'allenatore.
«Acqua, eh?» ridacchia Adam al mio fianco. «Non è poi così bella la vita da stella del basket.»
«Non ricordarmelo, sai benissimo che lo odio.»
«Lo so, e dovresti seriamente parlarne con tuo padre. Potrebbe capirti.» mormora, sorseggiando il suo cocktail alcolico.
«Non mi capirebbe mai, Adam, lo sai. Se soltanto provassi a dirgli che vorrei fare il cantante mi riderebbe in faccia.»
«Soltanto perché non ti sei mai voluto far sentire da nessuno! Io vorrei sentire quanto sei bravo!» esclama. «Comunque in questo locale permettono ai cantanti emergenti di esibirsi. Dovresti provare.»
Scuoto il capo. «Non so se ci riesco... non ho mai cantato davanti a nessuno. E non riesco a farlo neanche davanti a te, lo sai.»
Mi guardo intorno ed è davvero troppo pieno, non potrei mai riuscirci. Soprattutto se le mie mani iniziassero a tremare e la mia voce facesse cilecca proprio lì in mezzo al palco. Sarebbe imbarazzante.
«Provaci!» mi incita.
«Non posso, poi potrebbero riconoscermi. E non voglio un'orda di giornalisti alle calcagna in attesa di uno scoop sul nuovo giocatore dei New York Knicks.»
Adam si arrende in fretta e punta il suo sguardo su una ragazza mora con indosso un vestito rosso superaderente. Lo osservo leccarsi le labbra e prepararsi a lanciarsi sulla sua preda.
«Questa la riporti a casa tu però!» gli grido dietro, prima che possa sfuggirmi. «Altrimenti faranno un altro articolo falso su di me versione sciupafemmine, e sai che non me lo posso permettere. Mio padre mi ammazza se succede ancora.»
«Sai che non ho la macchina!» piagnucola.
«Cazzi tuoi.»
«Dovresti fare un po' di sesso, sai. Stai diventando acido come mia zia Irma.» borbotta, prima di allontanarsi da me.
Adam è un idiota. Gli piace ubriacarsi, divertirsi con le ragazze, portarle a letto e poi iniziare il processo da capo. Io invece sono tutto l'opposto. Certo, quando andavo a scuola ho avuto anche io la mia dose di divertimento eccessivo, soprattutto con le ragazze. Ora, però, sono cambiato. Ora cerco qualcosa che mi rubi il cuore, l'anima, e non che mi attragga soltanto fisicamente.
Per questa ragione, quando sono finito sulle pagine dei giornali, immortalato con ragazze che non erano le mie, mi ha fatto sentire male. Quando mi hanno definito Don Giovanni e sciupafemmine, pensando che tutte quelle donne fossero mie conquiste da aggiungere ad una lista che neanche esiste, mi ha fatto stare male. Perché non volevo che gli altri pensassero questo di me. Non volevo che mi considerassero come il classico uomo che tradisce e che si fa tutte senza distinzioni. Io le distinzioni le voglio, e so che la persona che fa per me arriverà.
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Oltre i limiti
ChickLitEira Stone potrebbe sembrare una ragazza come tutte le altre, ma non è così. Lei è albina, e la sua adolescenza è stata tutt'altro che facile. Con sua madre sempre lontana senza una vera giustificazione, suo padre sparito nel nulla fin dalla sua nas...