22. Conoscenze

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EIRA

Dopo quella sera, la relazione tra me e Blaise è cambiata completamente. Precisamente ha subito quel miglioramento che penso dovrebbe avvenire in ogni coppia. Infatti la nostra conoscenza si è trasformata in una vera e propria relazione amorosa, e... non siamo riusciti a stare lontani per più di qualche ora.

Blaise si è trasferito a casa di Adam e non ha più avuto una conversazione vera e propria con suo padre. L'unica persona della sua famiglia che ha sentito è sua madre e si sono scambiati precisamente tre parole a telefono. E lì è finito tutto.

Penso che non voglia più avere a che fare neanche con sua madre, a meno che non prenda le sue parti, cosa che probabilmente non farà mai.

Un punto a favore per la nostra relazione lo ha avuto anche la sua sincerità sulla sua famiglia. Mi ha raccontato cose che non ha mai detto a nessuno, tranne che al suo amico Adam. Mi ha raccontato dettagli più che scomodi, soprattutto su suo padre. Mi ha detto che l'ha sempre costretto a fare ciò che lui voleva, non gli ha mai lasciato la libertà di scegliere per sé stesso, e che ora vuole soltanto riprendersi ciò che suo padre gli ha tolto in questi anni.

Di sua madre mi ha semplicemente detto che è lo zerbino di suo padre, che non si metterebbe mai contro di lui, che lo ama troppo. E che è troppo debole per opporsi a suo marito.

Mi ha detto che potrebbe arrivare a perdere il suo stesso figlio per compiacere quell'uomo, quell'uomo che la ripaga con il disprezzo e non con l'amore.

Blaise mi ha rivelato che suo padre ha smesso di amare sua madre molti anni prima, forse quando era appena nato. E tutto è crollato in quella famiglia.

I litigi erano all'ordine del giorno, tutto girava intorno a quello, e la famiglia non esisteva più.

Quando mi ha raccontato questa storia mi sono sentita un'idiota ed ho iniziato a collegare i pezzi, Blaise aveva provato a farmi capire qualcosa, ma io non c'ero mai arrivata perché ero troppo cieca per accorgermene. Pensavo solo alla mia famiglia, alla mia vita e non alle sofferenze degli altri.

Mi sono sentita in colpa per giorni, finché non ho capito che non dipendeva da me, che era l'altra persona a dover trovare il coraggio di guardare in faccia i suoi demoni e mandarli mai.

Blaise ci era riuscito, stava superando tutto, anche se era difficile, ma aveva me al suo fianco. Ed anche il suo più grande sogno.

«Sabato canto al Monkey Bar!» grida Blaise dall'altro capo del telefono.

Cerco di trattenere un gridolino entusiasta, visto che sono in mezzo alla strada. Abbiamo cercato ingaggi per un mese intero, e questa è la notizia migliore che potessi ricevere.

«Vorrei mettermi a saltare, ma sono in strada. Sono così felice, Blaise!»

«Anche io, fiocco di neve, anche io.» risponde, aggiungendo quel soprannome fastidioso a cui ormai ho fatto l'abitudine. «Stasera festeggiamo.»

«Cosa vuoi fare?» chiedo, sorridendo anche se non può vedermi.

«Lo vedrai. A dopo!»

Chiude il telefono prima che possa rispondere, ed io non riesco a smettere di sorridere. Ho veramente perso la testa per lui, e più me ne rendo conto, più ne sono spaventata.

Entro nel mio palazzo e saluto Anton, come ogni giorno, prima di salire sull'ascensore e raggiungere il mio piano. Quando sono davanti alla porta del mio appartamento, infilo la chiave ed entro all'interno.

Le luci si accendono all'improvviso e, dopo aver lanciato un urlo fin troppo forte, vedo le mie sorelle davanti a me.

«Sorpresa...» mormora Amanda, rendendosi conto che non è stata affatto una bella idea.

Oltre i limitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora