BLAISE
Passo le tre settimane successive ad evitarla, a concentrarmi sulla mia carriera, sui concerti. Canto in ogni singolo bar che trovo, che mi vuole sentire. Le persone aumentano sempre di più, mi vogliono ascoltare, mi apprezzano.
Quella canzone non la canto più, la cancello come sei disinstalla un'applicazione dal cellulare. Se solo bastasse per cancellare anche lei... ma a questo ho deciso di non pensarci più, di seppellirlo nella parte più remota del mio cervello, di eliminare il dolore.
Adam mi segue ovunque, però non cerca più di farsi ogni ragazza che incontra. Ho volutamente deciso di non voler sapere cosa ci sia sotto, perché so che potrebbe avere qualcosa a che fare con Eira. Ed il dolore devo cancellarlo, come ho già detto.
Sono tornato ad essere freddo e schivo, tranne che sul palco, solo lì riesco a dare il meglio di me, a sentirmi bene.
Il cellulare vibra sul tavolino di casa di Adam, e quasi me ne stupisco visto che non mi chiama mai nessuno, nemmeno la mia stessa madre. Così lo afferro e rispondo, senza neanche guardare il mittente.
«Pronto?»
È la voce di un uomo dall'altro capo del telefono, una voce che non conosco.
«Parlo con Blaise Walker?»
«Sì, sono io. Con chi parlo?»
«Sono Ashton Patel, manager e proprietario della casa discografica Patel.» si presenta. «La chiamo per fissare un incontro e parlare del suo futuro nel campo musicale.»
Resto in silenzio per qualche secondo di troppo, in apnea, e penso di trovarmi in un sogno. Probabilmente tra poco mi sveglierò e ci rimarrò davvero male, ma sembra tutto così... reale.
«È ancora lì, signor Walker?»
In quel momento mi sveglio, e capisco che non sto sognando, che è vero. Il manager di una casa discografica sta chiamando proprio me e vuole vedere me.
«Ehm, sì, ci sono. Quando possiamo incontrarci?»
«Che ne pensa di domani? Alle nove all'Angel.»
«P-perfetto.»
La chiamata si conclude così, e non gli ho nemmeno chiesto dove si trovi questo Angel. Ma sono talmente felice che potrei mettermi ad urlare, a saltare, e non so cos'altro. So soltanto che c'è una persona a cui vorrei dirlo più di ogni altra cosa, e non posso farlo. Perché mi ha rifiutato e lasciato a soffrire per tre settimane, e non le sono servite nemmeno tante parole per farlo. I suoi gesti hanno agito per lei. Ed io continuo a pensarla, a crogiolarmi nella voglia di averla, di vederla ancora, e mi sento un idiota.
Ho continuato a credere che stessi meglio, che stessi andando avanti, che la maschera da persona fredda e apatica stesse funzionando. Invece mi sbagliavo.
Tutto quello che ho cercato di reprimere è scoppiato di nuovo fuori come una bomba, e il dolore si sta quasi divorando la felicità di questa notizia inaspettata.
Scuoto il capo, e cerco di togliermi questi pensieri negativi dalla testa, quando vedo Adam raggiungermi sul divano e sedersi accanto a me.
«Con chi eri al telefono?» chiede curioso.
«Non lo immagineresti mai.»
«Eira ti ha chiamato? Lo sapevo che lo avrebbe fatto prima o poi!»
«No, non mi ha chiamato.» biascico. Ogni cosa in questo mondo non fa altro che ricordarmi di lei, e dalla mia testa non ne vuole sapere di uscire.
«Oh, ehm, scusa. Chi era, quindi?»
«Patel, il proprietario di una casa discografica di New York. Mi ha chiesto un incontro per parlare della mia musica.»
Adam sbarra gli occhi, e posa le mani sulle mie spalle. «E me lo dici così? Perché non stai urlando dalla felicità? È il tuo cazzo di sogno che si avvera!»
Sorrido appena. «È vero. È il mio cazzo di sogno che si avvera.»
Il mio amico mi abbraccia, come forse non ha mai fatto in tutti questi anni di amicizia fra noi. È un abbraccio pieno di orgoglio e felicità. È un abbraccio di conforto, uno di quelli che dice "io ci sarò sempre per te". E so che lui ci sarà davvero.
Si allontana appena e mi fissa dritto in faccia, come se volesse leggermi dentro. Resta in silenzio qualche secondo di troppo prima di iniziare a parlare. «So che vorresti dirlo ad Eira, e forse dovresti farlo.»
Lo guardo storto. «Tu hai detto...»
«So che ho detto che non avresti dovuto farti sentire e che avrebbe dovuto farlo lei, ma ho capito che non lo farà.» scuote il capo. «Da quel poco che la conosco ho capito che non è una che si butta a capofitto nelle cose, che ci pensa per giorni o mesi e alla fine lascia stare. È una che ha paura, e di te, lasciatelo dire, ha una paura fottuta. E probabilmente non le passerà mai, probabilmente continuerà a scappare da te ogni volta che ne avrà l'occasione. Perciò ti chiedo: tu sei pronto a lottare per lei? Sarà dura e farà male, sicuramente più a te, perché tu dalle persone ti fai sempre ammazzare e preferisci soffrire tu, sempre. E lo so perché con me hai sempre fatto così, per ogni cazzata che facevo, tu ne rimanevi ferito... mi dispiace per essere stato un tale coglione.»
Rimango stupito dalla sincerità delle sue parole, nel sentire cose che non mi ha mai detto, e non posso che essere fiero di avere un migliore amico come Adam. Penso a ciò che ha detto, alla sua domanda. Sono pronto a lottare per lei? Posso riuscirci senza rimanere ferito?
«Hai ragione, Eira mi farà male. Forse più di qualunque altra persona che sia mai entrata a far parte della mia vita, ma non posso lasciarla scappare così, non posso perderla.» la parole mi bruciano in gola, mentre le pronuncio. «Io la amo e so che anche lei prova lo stesso, soltanto che...»
«Ha paura, lo so, Blaise. Per questo ti ho detto di andare da lei.»
Mi alzo in piedi in un balzo, convinto più che mai delle mie azioni, di ciò che voglio. Non accetterò un rifiuto questa volta, non accetterò bugie, non accetterò nulla. Soltanto la verità.
«Blaise!» mi chiama Adam, prima che possa varcare la porta d'ingresso. «Ricordati che non sei solo.»
Capisco subito a cosa si riferisce: al fatto che non ho più una famiglia, che non ho più nessuno che mi tiri su quando cado, che mi asciughi le lacrime quando piango, e che gioisca con me quando sono felice. Ma forse, tranne in qualche rara occasione, una famiglia non ce l'ho mai avuta davvero.
«Lo so.» sorrido. «Tu ci sei sempre.»
Mi chiudo la porta alle spalle e mi infilo in macchina, diretto verso di lei. L'unica ragazza che sia riuscita a farsi breccia nel mio cuore e che mi abbia fatto capire cos'è l'amore. E, sì, non è solo sorrisi, baci e felicità, ma è tutto ciò che desidero.
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Oltre i limiti
ChickLitEira Stone potrebbe sembrare una ragazza come tutte le altre, ma non è così. Lei è albina, e la sua adolescenza è stata tutt'altro che facile. Con sua madre sempre lontana senza una vera giustificazione, suo padre sparito nel nulla fin dalla sua nas...