Capitolo 6

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Abbiate ansia per me

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Abbiate ansia per me. Dico solo questo.

Mi trovo nell'appartamento di Noah, un bellissimo appartamento a dire il vero. L'entrata dà su un ampio soggiorno. Un divano letto angolare grigio si trova al centro della stanza con di fronte un grande televisore Samsung Smart TV. La parete dietro di esso è tutta in mattoncini di granito grigi scuro e chiaro che trasmettono un senso di pace e tranquillità, con mobili laccati neri come ciliegina sulla torta. Sulla parte opposta della stanza ci sono due quadri di grandi dimensioni,  entrambi raffigurati il mare, credo sia una sua passione, magari è anche per questo che ha deciso di costruire il suo campus accanto alla spiaggia.

Alla sinistra dell'entrata si trova una grande apertura con una bellissima cucina moderna nera e bianca, anche essa laccata, deve essere difficile mantenerla sempre luccicante. Un tavolo in vetro nero al centro della zona cucina ed immagino che superato l'arco in fondo a sinistra ci sia la sua stanza, ma non credo lui ci tenga a mostrare così tanto del suo piccolo angolo di mondo.

"Siediti, prendo il necessario e torno" si incammina verso una porta infondo al salotto ma prima di entrare si gira verso di me "E non toccare niente" paranoico.

Per una volta faccio come mi viene detto. In parte. Non ci riesco proprio a non toccare niente. Tra il divano ed il mobile del soggiorno c'è un piccolo tavolino in vetro a forma di otto con due cassetti. Controllo la porta dove è entrato, vedendo una parte di bagno e senza pensarci due volte, apro il primo cassetto. Non c'è un granché, alcuni libri e fogli, niente di esageratamente interessante. Lo chiudo e controllo un'altra volta il bagno, non vedendolo ancora uscire apro anche il secondo cassetto e questa volta trovo cianfrusaglie sparse. Ma qualcosa in particolare attrae la mia attenzione. Bingo! Un paio di chiavi. Le vedo come luccicare davanti agli occhi e le afferro velocemente cercando di infilarle nello zainetto senza farmi male al braccio sinistro. Potrebbero tornarmi utili e so già cosa farci.

"Sono sorpreso di vedere che mi hai veramente dato ascolto" l'importante è che tu ne sia convinto. Sorrido innocentemente e lascio che si avvicini a me con il kit del pronto soccorso ed un tutore per il braccio.

"Ti metterò una crema sul livido in modo da farlo guarire prima ed attenuare il dolore e voglio che tieni il tutore qualche giorno"

"Sissignore" si avvicina maggiormente in modo da poter dare uno sguardo più accurato e penso che tutto  andrà bene fin quando le nostre ginocchia non si toccano ed il mio corpo diventa una statua. Se ne accorge subito e decide di staccarsi di poco senza rivolgermi il minimo sguardo.

"Ora mi dici perché sei fuggita? Un'altra volta" prende un po' di crema sul dito e la spalma delicatamente e con movimenti lenti in modo da non farmi male. Onestamente sono sorpresa della sua calma e gentilezza, potrei quasi abituarmici. Se solo sapessi che sarebbe sempre così.

Elle's old MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora