Capitolo 14

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Non posso ancora credere che lo stiamo facendo per davvero

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Non posso ancora credere che lo stiamo facendo per davvero.

Sono in coda ed aspetto il mio turno alla dogana dell'aeroporto. Noah si trova accanto a me indaffarato con il suo telefono, non ci ha staccato per un attimo gli occhi e sta iniziando a darmi sui nervi, ma preferisco ignorarlo. Andres e Sarah sono andati a prendere qualcosa da bere, ora che abbiamo superato i controlli di sicurezza, possiamo comprare qualsiasi cosa desideriamo ed ho sete. Lo guardo ancora una volta ed alla fine sbotto.

"Sul serio? Ce ne hai ancora per molto?"

"Sei gelosa?" mi guarda di soppiatto e non posso fare a meno di osservarne la malizia.

"No" rispondo secca e mi giro dalla parte opposta controllando l'ora sull'orologio. 4.55 del mattino.

Annoiata inizio ad osservare le persone attorno a me e la maggior parte le vedo indaffarate come Noah con il cellulare. A volte penso proprio che la tecnologia non sia poi così positiva come tutti dicono.

A volte capita che ci dimentichiamo di vivere e ci lasciamo scivolare tra le dita i piccoli gesti, che sono quelli che contano maggiormente. A differenza dell'uomo che si trova accanto a me, vado fiera del fatto di non passare molto tempo ad usufruire della tecnologia, ma solo quando ne ho bisogno o in momenti di noia per far passare il tempo più in fretta.

Anche se devo essere completamente onesta, è un altro il pensiero che mi sta divorando dall'interno: con chi sta parlando Noah? Sta parlando con Samantha o un'altra donna? Perché in questo momento trova più interessante la persona che si trova dall'altra parte piuttosto che me.. la stupida che sta andando in vacanza con lui.

La fila inizia a muoversi ed appaiono anche Andres e Sarah unendosi nuovamente a noi. Noah a malapena li degna di uno sguardo.
Mi abbasso le maniche della felpa gialla canarino non appena arriviamo accanto alle porte aperte, l'aria è ancora fresca a quest'ora del mattino, ma non esageratamente da necessitare un giubbino. Aspetto che i due doganieri controllino il mio passaporto assieme al biglietto aereo e mi stringo di poco nella felpa a causa del cambiamento della temperatura. Noah passa prima di me, nel uscire nel grande 'piazzale' dell'aeroporto, aspettiamo gli altri due per poi salire tutti e quattro sull'autobus incaricato a portarci al nostro aereo.

Passano altri dieci minuti prima che riusciamo a salire sull'aereo e sederci ai nostri posti.

È la prima volta che volo nella zona Business e devo dire che mi fa sentire quasi importante. Io e Noah siamo seduti uno accanto all'altro mentre Sarah ed Andres sono dall'altro lato dell'aereo. La cosa che mi ha sorpreso maggiormente è stato il fatto che i sedili sono reclinabili e quindi posso sentirmi quasi come se fossi nel mio letto, togliendo i circa diecimila metri di altezza, ma questi sono piccoli dettagli.

"Stiamo facendo il gioco del silenzio senza che io lo sappia?" sto cercando di ignorare Noah, ho ancora nella testa quei messaggi e sto morendo dalla curiosità.

Elle's old MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora