CAPITOLO 5

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Alex

Apro gli occhi di colpo.
Mi tocco le guance e le sento umide. Allungo un braccio di fianco a me in cerca del mio cellulare.
Quando lo trovo accendo lo schermo.

Sono le 2:45 di notte. Un altro incubo.

Mi capitano spesso da quel giorno: mi sveglio nel bel mezzo della notte con il cuore che batte a mille. Certe volte la mattina non ricordo nemmeno cosa ho sognato. Altre volte invece, mi
ricordo tutto. E quelli sono i giorni peggiori.

Quando Emily è uscita dall'ospedale ha passato le notti seguenti a casa mia. Eravamo tutte e due troppo impegnate a dimenticare quel giorno per ammettere invece, che non pensavamo ad altro.

Quei giorni sono stati ancora sopportabili, ci facevamo forza a vicenda, ma non abbiamo mai
parlato di come ci sentissimo davvero.

Non so perché, ma nessuna delle due ha mai tirato fuori l'argomento. A volte ci scherziamo su, pensando a quanto è assurdo tutto ciò, ma niente di più.

Non volevo ammetterlo ma ho terribilmente bisogno di parlare con qualcuno di quello che è
accaduto. Non voglio però, che quella persona sia Emily. So che si sente in colpa per quello che mi
è successo e non voglio farla stare peggio di quanto già non stia.

Così penso a qualcuno che mi
possa aiutare: gli unici che sono a conoscenza di questa storia sono lei e la squadra. Nelle ultime settimane ho avuto modo di conoscerli meglio. Seguono spesso Emily e il più delle volte io sono con lei. Per fortuna hanno fatto in modo di non farmi mai vedere Christian, se non contiamo il
nostro incontro a New York ovviamente.

Escludo a priori Jennifer, non importa quanto possa imparare a conoscerla: non riuscirò mai a sopportarla.
Penso a Jason, ma escludo subito anche lui. È stato gentile con noi in questi giorni, ma è sempre molto serio e c'è qualcosa in lui che mi mette
in soggezione. Poi c'è Ryan, quello con cui mi sono trovata meglio a dire la verità. Non assomiglia per niente a sua sorella, anzi è l'opposto. Disponibile gentile e sempre cortese nei miei confronti; ma non penso di avere ancora tutta questa confidenza, da potergli raccontare quello che provo.

E poi c'è lui.

Sono sicura ce lui saprebbe cosa dirmi. Ma non posso fidarmi. Non di nuovo.

"Anche se forse potrei parlargliene" penso nel cuore della notte. "In fondo che male ci sarebbe?"

Mi immagino la nostra conversazione e capisco che è un'idea stupida. Chiunque abbia detto che la notte porta consiglio non ha mai sentito quello che mi passa per la testa.

Smetto di fare pensieri strani e cerco di dormire. Domani sarà una lunga giornata al college, dato
che dovrò dare ben due esami.

Chiudo gli occhi e mi rilasso, ma non sembra funzionare, dato che
al mattino mi sveglio e ricordo ogni secondo dell'incubo che ho fatto.

***

<<A te com'è andata?>> mi chiede Trenton appena usciti dall'aula.

<<L'esame peggiore della mia vita>> rispondo in totale onestà.

Lui ride, pensa che lo stia prendendo in giro. Quando vede la mia faccia più seria che mai capisce che gli sto dicendo la verità.

AD ARMI SCOPERTE [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora