CAPITOLO 9

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Alex

Guardo l'ora: sono le undici di sera.

Sono rannicchiata sopra il davanzale della mia finestra con una coperta avvolta attorno al corpo.

Se mi sporgo un po' riesco a intravedere Christian nella sua auto. Se ne sta lì, impalato a fissare la strada; Ogni tanto il suo sguardo si sposta in alto e fissa la mia finestra, anche se so che non può vedermi dato che ho le luci spente.

E in tutto questo io non riesco a dormire. Ci ho provato però, con il risultato di essere rimasta mezz'ora a fissare il soffitto della mia stanza.

Ogni volta che sentivo le palpebre pesanti e provavo con tutta me stessa ad addormentarmi le parole di Christian mi risuonavano in testa.

"Vuoi morire?"

"Sei un'egoista".

"Siamo tutti in pericolo".

Mi sono data dell'idiota per tutta la sera. Lui ha ragione, come sempre d'altronde.

Cerco sempre di non pensare alle situazioni che sto vivendo, ma non so come mai la notte mi porta a ragionare più del solito.

Christian mi odia.
È questa la conclusione a cui sono arrivata.

In questi mesi sono sempre stata io quella a tenerlo a distanza, e non mi sono mai posta il problema sul fatto che la situazione si sarebbe potuta capovolgere.
Penso che però questo sia proprio quello che è successo.

Quando mi sono sfogata lui non ha mosso un dito. Non si è scomposto. Non ha fatto niente di niente. Non so cosa mi aspettassi di preciso. Di certo non una reazione del genere.

Dentro di me, anche se non voglio ammetterlo speravo mi consolasse. Speravo in un abbraccio o almeno una pacca sulla spalla. Invece niente.

Ma penso sia quello che merito per le cazzate che sto facendo.

E poi mi ha detto che mi ama.

Non so se credergli. Magari non si rende conto nemmeno lui di star dicendo una bugia. Magari è convinto di amarmi, anche se in realtà non è così.
Forse si sente solamente in colpa per quello che mi ha fatto, e quindi si è autoconvinto di essersi innamorato di me.

Una cosa la so.
E so anche che non la ammetto a me stessa durante il giorno: io lo amo.
E per questo lo odio.

Perchè non posso amare una persona che ha finto per mesi di essere il fidanzato perfetto. Ha finto di essere una persona che non è.
Lui mi conosceva già: aveva un fascicolo su di me, con le mie informazioni. Eppure fingeva di non saperlo. E non so se questo posso accettarlo.

È strano pensare come pochi mesi fa fossi così contenta della mia vita, e come ora sia un casino totale.

Appoggio il capo alla finestra inultimente: so già che passerò le prossime ore sveglia.

Così mi ritrovo a pensare a Jeremy.
Chissà cosa starà facendo ora. Magari sta dormendo in santa pace, ma ne dubito. L'ho ferito, me ne rendo conto.

Poco prima che Christian ci interrompesse stavo cercando di spiegare a Jeremy che in realtà quel pomeriggio non avrei voluto baciarlo. Stavo cercando di fargli capire che io l'ho sempre e solo visto come un amico, e non avrei dovuto fare quello che ho fatto.

Stava andando bene a dire la verità. Almeno fino al momento in cui lui non mi ha chiesto il perchè.
Il perchè io l'avessi fatto.

E io non sapevo cosa rispondergli.

Stavo cercando di cambiare argomento, di fargli capire che indipendentemente da ciò che è successo io tengo a lui, ma in quel momento è arrivato Christian.

AD ARMI SCOPERTE [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora