capitolo 3

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NON ho molti ricordi insieme ha mio padre ,gli unici erano quando ritornava da uno dei suoi viaggi di affari ,nel suo completo di classe ,capelli impeccabili , con uno dei tanti regali tra le mani ,un sorriso stampato in faccia .
Era un suo modo ,per colmare la sua assenza ,mentre io preferivo stare più tempo con lui "PAPÀ VOGLIO TORNARE A CASA "erano le mie uniche parole ,prima che lui ripartisse per mesi, chissà in quale città"SAI CHE NON PUOI....MA TI PROMETTO CHE TI PORTERÒ UN MAGNIFICO REGALO"sorrideva prima di salire nella sua lussuosa auto e scomparire dalla mia vista .
Le uniche volte che mi sentivo felice era quando ritornavo a casa nelle festività natalizie ,ma neanche in quei momenti riusciva a stare con me ,ero sempre in compagnia di una baby sitter .
Ricordo il primo giorno che mise un piede dentro al colleggio femminile rigorosamente severo , ero spaesata ma sopratutto sola ,avevo solamente sei anni , molto piccola per cercare di capire ,non ho mai domandato il perché ,era inutile ,non avevo mai una risposta precisa ,lei sue risposte erano sempre vaghe ,cresciuta, aspettavo sempre dietro ad una finestra ,attendevo sempre una sua visita ,che ritardata ogni qualvolta con una scusa .
Di mia madre non ho molti ricordi ,solo una vecchia foto insieme appena nata ,tutto quel che so e ,che la causa della sua morte un'incidente stradale ,ad un ritorno da una festa .
Sento molto la sua mancanza ,quella parte vuota non e mai stata riempieta ,attraverso la foto riesco a sentirla ,o guardare semplicemente una stella la più splendente .

Pov's Sarah
La giornata inizia con la solita routine ,alzarsi ,vestirsi con il proprio abito ,riunirsi puntuale nelle cucine per una colazione ,e tutti insieme nel silenzio nella cappella ,per sentire la propria fede in Dio .
Giunta la ricreazione ogni sorella o novizia ,può liberare ogni anima , con ricami e parlare con moderazione di cose naturali ,o dedicandosi al giardinaggio e all'orto .
Dirigendomi in tutta fretta nella mia stanza ,apro il cassetto ,raccolgo il libro ,regalato dalla mia amica Ginevra ,diceva che questo racconto mi rassomiglia ,ma non ho mai capito il perché.
A passo svelto senza dare troppo nell'occhio ,mi dirigo nel mio posto ,oggi la giornata non e particolarmente soleggiata ,ma non rinuciero' di sedermi , con i piedi ammollo nell'acqua fresca ,e sentire i profumi ,guardo la copertina tracciando il titolo JANE EYRE di Charlotte Brante ,inizio a girare la prima pagina "ALLA MIA PIÙ CARA AMICA..." sorrido a quelle parole scritte da Ginevra ,molta nostalgia di lei ,e quei giorni di tristezza ,strappava sulle mie labbra un sorriso , guardo difronte ,pensando cosa stia facendo momento ,se e veramente felice , inizio a leggere ,poco per volta vengo coinvolta dalla storia "una bambina orfana di madre e di padre , viene accolta dallo zio materno ma purtroppo da un fauto destino muore ,la zia dal cuore freddo non sopporta la sua presenza in casa così affida le sue cure in un orfanotrofio ,il sacrificio e pesante lavoro sono la regola del giorno .
La prematura morte della migliore amica a causa delle pessime condizione a cui risiedono .Jane con il tempo prosegue con gli studi che ultima con successo .
Successivamente opera come insegnante nello stesso istituto ,la sua professione la rende indipendente.
La sua vita trascorre tranquilla ,fino al giorno si presenta un'uomo imponente e sarcastico ...."chiude immediatamente il libro ,quando mi accorgo che delle gocce di pioggia inaspettata ,ricadono sul libro,a piedi scalzi corro il più velocemente possibile verso il convento ,ma la pioggia e furente ,senza guardare avanti e dove metto i piedi nudi  ,mi scontro con qualcosa che cade tutto dalle mani ,alzo gli occhi ,resto pietrificata ,i suoi occhi sono di ghiaccio ,in agitazione fisso verso in basso "MI PERDONI SIGNORE...IO...IO...NON..."balbetto confusa , il suo sguardo persiste "ANDIAMO?"mi volto verso la voce ,e un piccolo flash passa nella mente ,ricordo quell'uomo ,mi spiava dietro un'albero "CI RIVEDREMO PRESTO...."si avvicina ,al mio orecchio ,la sua voce sussurrata gela il mio corpo "MOLTO PRESTO....VERGINELLA"sgrano gli occhi ,la bocca di spalanca in paura ,fuggo via ,non riuscendo a vedere dove mettevo i piedi ,corro più che non posso verso la mia stanza ,la sua risata e così....così...malefica .
MI richiuso dentro con il cuore in gola ,trattengo la porta richiusa dietro di me,respiro con affanno ,in agitazione e paura ,tanto da sentire ancora la sua voce così.... diabolica ,maliziosa ,dura .
Mi accorgo di non avere più le scarpe e il libro con me ,tolgo il velo bagnato , con tristezza mi spoglio dell'abito anch'esso bagnato ,mi ricopro dell'abito e velo asciutto "SARAH...SARAH..."rimbalzo dal forte bussare insistente "SI..ZIA"con premura nascondo tutto ,per non farmi scoprire ,sarei messa in punizione perché sono andata oltre la regola ,ispiro  e respiro per calmare l'agitazione,con quasi tutta calma apro la porta ,la zia mi osserva "LA MADRE SUPERIORE VUOLE VEDERTI "l'ansia mi assalta ,ingoio la bile ,annuisco ,fa un cenno perché io la seguo ,i suoi passi fanno eco nel silenzio , mentre ricordo che ho perso le mie nello scontro con il misterioso e sconosciuto uomo ,sento ancora i suoi occhi di ghiaccio e il suo respiro sul collo ,dei brividi percorrono lungo la schiena .
Entriamo all'interno dell'ufficio ,grigio come tutto il resto dell'edificio ,la madre superiora e seduta dietro ad una grande scrivania , a testa bassa e mani unite fisso i piedi nudi ,che cerco di nascondere ,chiudo gli occhi ,prego nel silenzio ,che la mia non sarà una punizione crudele ,alzo gli occhi quando osservo i movimenti lenti della madre superiora ,che di avvicina alla grande finestra ,il suo viso e cupo "SUOR BENEDETTE...CI LASCI SOLE"confusa guardo entrambe ,fisso la zia andar via richiudendosi la porta "SARAH....SAI IL SIGNIFICATO DI NOVIZIA ?"mi guarda rattristata, le sue rughe sono più evidenti "SI...MADRE"cerco di restare calma "OBBEDIENZA....POVERTÀ...CASTITÀ...E..SILENZIO "si avvicina verso me "SARAH...QUESTA MATTINA E...VENUTO A FARCI VISITA..IL SIGNOR ANDERSON "si sofferma alla scrivania ,raccoglie un blocchetto di fogli "E IL NOSTRO BENEFATTORE "rispondo ad un filo di voce ,sempre più confusa "PURTROPPO IL VECCHIO SIGNOR ANDERSON E DECEDUTO "fa il segno della Croce perché la sua anima venga presa con Dio"L'UNICO NIPOTE HA EREDITATO TUTTO ..."mi guarda amaramente triste "MHA...MADRE NON CAPISCO..."domando nervosamente "HA EREDITATO ANCHE IL COVENTO"mi tente i fogli nella sua mano tremante , con lo sguardo fisso ,lentamente raccolgo ,leggo attentamente ogni singola lettera , sgrano gli occhi incredula di veder inciso sopra il mio nome SARAH FULLER "NON CAPISCO MADRE...COSA SIGNIFICA IL MIO NOME CITATO "guardo la madre "VEDI SARAH...IL SIGNOR ANDERSON VORREBBE LO SGOMBERO...PER POTER COSTRUIRE UN HOTEL DI LUSSO...NON VUOLE PIÙ BENEFICIARE IL CONVENTO..AL PIÙ PRESTO DOVREMO ANDARE VIA..."resto di stucco dalla cattiveria di quest'uomo "MA E MOSTRUOSO ?!"la madre superiora a stento testa in piedi a causa della sua vecchiaia "NO...MIA CARA...LA PARTE PIÙ MOSTRUOSA...E...SE VOGLIAMO CONTINUARE LA NOSTRA VITA IN CONVENTO...IN CAMBIO VUOLE UNA GIOVANE, CASTA, PURA ,FANCIULLA..."mi guarda con occhi lucidi di tristezza , mentre io mi sento orribilata dalla proposta di questo nostro"CIOÈ ...IO"tutto intorno gira velocemente ,la testa scoppia di molte immagini ,e ,adesso tutto e più chiaro "MIA CARA...NON DOVRAI FARLO...E IGNOBILE...IMPURO TUTTO QUESTO"mi piego per raccogliere i pezzi di carta ,mi rialzo con lentezza "LO FARÒ MADRE "sussurro ad un gol di voce mentre trattengo le lacrime "QUESTA E LA NOSTRA VITA....LA NOSTRA VECCHIAIA "mi avvicino alla scrivania ,afferro la penna , fisso il mio nome a caratteri cubitali ,firmo senza saper nulla del mio futuro.

Dobbiamo essere pronti alla vita che abbiamo programmato.
Ma dobbiamo essere forti alla vita che ci aspetta.

L'inferno dentro il paradisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora