1.Sarà un anno come un altro

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Mi hanno sempre detto studia in una buona scuola.
Mi hanno sempre suggerito cercati un buon lavoro.
Mi hanno ripetuto cercati un bravo ragazzo.
Mi hanno ordinato resta negli schemi.
Non ho mai capito perché, visto che io ho sempre seguito gli schemi di mia spontanea volontà: studio in una delle migliori scuole superiori di Seattle, ho in mente di andare all'università e trovarmi un lavoro che mi dia soddisfazioni sia economiche che personali.
Sono la brava figlia che ogni genitore vorrebbe, quella che non conosce altro che casa e scuola, ma non necessariamente perché io voglia essere così.
A volte vorrei essere diversa, avere la vita delle altre ragazze di diciotto anni come me ma so che non posso. Il perché? La natura me lo impedisce sin da quando sono nata. Non potrò mai essere come gli altri, non completamente almeno.
Certo, posso ritenermi fortunata per molti altri aspetti, ma siccome sono un essere umano medio normale non riuscirò mai ad accontentarmi di ciò che ho. Quando qualcuno dice di avere tutto ciò che desidera, secondo me, mente perché ci sarà sempre qualcosa che si desidera ma non si può ottenere.
Penso sia insito nella natura umana ed io non faccio eccezione tanto che in questo momento vorrei non dovermi alzare dal letto per andare a scuola, ma devo farlo altrimenti mia madre entrerà in camera mia e mi dirà di sbrigarmi o farò tardi il primo giorno di scuola.
《Jessica Decker, alzati o farai...》la porta della mia stanza si apre di colpo《Oh, sei già in piedi.》mia madre mi sorride mentre io mi allungo e mi copro la bocca con una mano per non far vedere le tonsille mentre sbadiglio《Ho preparato la colazione.》la donna di bassa statura dai capelli castani scuri e gli occhi di un marrone intenso lascia la porta aperta e si allontana dalla mia stanza.
Ed ecco una delle principali caratteristiche della mia vita: la noia. Non mi succede mai nulla di nuovo ed io, nove volte su dieci, posso prevedere cosa succederà. Un esempio è ciò che ho appena fatto con mamma e un altro esempio è il buongiorno principessa di papà mentre esce dal bagno.
《Buongiorno principessa.》l'uomo di alta statura, dai capelli color carbone e gli occhi castani esce dal bagno ed insieme attraversiamo il corridoio per andare in cucina.
《Giorno papà.》lascio un bacio sulla sua guancia. Prevedibile, tanto quanto il fatto che ora cominceranno con i sentimentalismi.
《Come passa veloce il tempo: questo è il tuo ultimo anno di liceo.》mio padre prende la sua tazza di caffè e ci mette dello zucchero《Cresci così in fretta...》
《Non cominciate con i sentimentalismi. Non è davvero il caso.》nel mio caffè verso del latte《È solo la fine del liceo.》mordo un biscotto al cioccolato, una delle poche gioie che ho la mattina.
《È una tappa importante della tua vita e devi viverla come tale.》mamma si siede con me e papà a tavola mischiando lo yogurt con i suoi cereali dietetici.
《Sarà un anno come un altro, è sempre stato così. Perché dovrebbe cambiare proprio quest'anno?》porto la mia tazza gialla alle labbra, bevendo un lungo sorso di caffè latte《Non succederà nulla di nuovo, non a una ragazza come me.》dico a fine colazione, alzandomi dalla sedia della cucina《Vado a prepararmi!》corro verso il bagno prima che possano farmi la predica su quello che loro definiscono pessimismo ed io semplice e crudo realismo.
Quando chiudo la porta del bagno alle mie spalle do anche inizio alla mia routine mattutina: fermo i capelli castano scuro con un mollettone; prendo lo spazzolino, ci metto il mio dentifricio alla menta e comincio a spazzolare i denti e per finire mi lavo il viso con acqua e sapone senza truccare i miei occhi nocciola.
Una volta fatto tutto ciò torno in camera mia dove mi vesto con gli abiti scelti la sera prima: un jeans chiaro, una maglietta a maniche corte nera ed una felpa grigia.
《Jess, tra tre minuti dobbiamo andare.》mio padre schiude la porta della mia camera mentre io pettino i miei capelli castani che oltrepassano di poco le spalle.
《Ok papà.》spruzzo del profumo sul mio collo e stendo sulle labbra un lucidalabbra dal lampone《Eccomi.》afferro il mio zaino blu notte e me lo metto in spalla per andare all'entrata e mettere le scarpe《Ciao mamma!》
《Ciao tesoro.》mi bacia la guancia《Mi raccomando, stai attenta.》usciamo di casa e, come ogni mattina, aspettiamo l'ascensore che ci condurrà dal nono piano fino nel seminterrato del palazzo dove si trova il garage.
Come ogni anno, papà mi accompagna in macchina il primo giorno per poi lasciarmi andare con il pullman. Non ho mai capito l'esatta motivazione per cui lo faccia ma è dal primo anno di liceo che lo fa.
Il silenzio nell'auto nera è tombale ed è il più pesante che io abbia mai sentito. La radio è spenta, la musica del lettore CD anche e gli unici suoni udibili sono i nostri respiri e il rumore ottavato delle strade cittadine.
《L'ultimo anno di liceo è uno dei più belli, sai? Oltre a studiare ci si diverte tanto perché si è consapevoli che dopo il liceo molte persone non si vedranno più con regolarità.》papà rompe il silenzio.
《Non ricordarmi che Olivia vuole andare alla MIT e che io non potrò più vedere spesso la mia migliore amica.》sospiro affranta.
《Ora esiste Skype. Potete vedervi ogni giorno.》la macchina si ferma nel parcheggio della mia scuola, la West Seattle High School《Buona giornata Jess.》
《Grazie papà. Altrettanto.》scendo dall'auto di mio padre e mi avvio verso l'entrata del liceo.
Le mura eterne di colore grigio sono rallegrate da dei murales nella zona laterale della struttura mentre la facciata, che porta con orgoglio il nome della scuola, mantiene un certo decoro. Per accedere all'edificio bisogna salire una breve rampa si sale, affiancata nella parte sinistra da una rampa per le persone che sono immobilizzate su una sedia a rotelle o per gli addetti al riempimento delle macchinette che arrivano con scatoloni pieni di bottigliette, lattine e pacchetti.
《Jess, che fai? Ammiri le mura della prigione?》due braccia mi avvolgono ed un profumo di cocco scolpisce le mie narici.
《Sì Olivia. Nove mesi e usciremo da questa prigione!》sorrido alla mia migliore amica. Come sempre lei è il ritratto della perfezione. I capelli neri cadono sulle sue spalle in piccole onde, gli occhi scuri sono messi in risalto dal mascara e le labbra sono dipinte da un rossetto rosa chiaro. Anche i vestiti sono impeccabili: i jeans neri a vita alta mettono in risalto le sue gambe snelle, la maglietta grigia con il logo della NASA mostra il suo corpo tirato fuori da una rivista di moda e tutto è abbinato ad un paio di Vans.
《Dicono che abbiano cambiato caffè alle macchinette.》ci prendiamo per mano ed insieme saliamo le scale《Speriamo che sia decente altrimenti io protesto!》sbuffa sonoramente mettendo la mano sulla maniglia in acciaio inossidabile dell'entrata per permetterci di entrare.
Subito l'arancione sgargiante delle pareti ed il giallo intenso degli armadietti di metà corridoio colpiscono i mostri occhi ed il nostro cervello.
《Gli unici motivi che mi hanno fatto scegliere questa scuola sono il caffè, le pareti colorate allegramente ed i professori rinomati.》dico camminando verso le scale. I nostri armadietti sono all'ultimo piano come anche la maggioranza delle aule che ospiteranno i nostri corsi, fatta eccezione per educazione fisica e disegno che sono al seminterrato e per i laboratori che sono al pian terreno.
《Sei proprio fissata con i colori delle pareti Jess.》mi prende in giro salendo i primi gradini.
《E tu con i ragazzi carini di questa scuola.》sorrido.
《A proposito di bei ragazzi...》arriviamo all'ultimo piano《Ti ricordi Jackson Byron?》
《Il tipo a cui hai sbavato dietro per tre mesi? Sì, ce l'ho presente.》
《Mi ha chiesto di uscire.》il suo sorriso va da un orecchio all'altro mentre apriamo i nostri armadietti per riporci dei libri《E tu mi devi assolutamente aiutare.》
《Io? Young, sai con chi stai parlando?》mi indico. Sembra essersi dimenticata che io non ho grande stile, non so approcciarmi ad i ragazzi e non ne ho mai trovato uno.
《Sì, sto parlando con la mia migliore amica che deve accompagnarmi a comprare qualcosa di carino per domani sera.》dopo aver chiuso i nostri armadietti ci incamminiamo verso il primo corso: fisica《Ti prego Jess! Prometto che ti ripagherò.》mi supplica con gli occhi. Nessuno degli studenti che affollano il corridoio ci nota perché tutti troppo concentrati a parlare tra loro e anche perché io e Olivia non siamo popolari, ma facciamo parte della massa.
《Va bene, ma non ti lamentare se mi lamenterò.》mi arrendo varcando la soglia della classe.
《Ti adoro!》nella nostra classe sono già presenti alcuni alunni, ma manca ancora il professor Walcott.
《Lo dici sempre.》ci sediamo nei banchi davanti alla cattedra, estraendo degli zaini astucci libri e quaderni.
《Un giorno ti farò una statua, lo giuro.》si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre il professore di fisica entra in classe.

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Eccoci qui con una nuova storia!
Vi auguro delle felici vacanze estive e spero che questo nuovo "libro" possa piacervi.
Cercherò di aggiornare il più presto possibile, ma non vi posso assicurare una regolarità negli aggiornamenti.
Detto questo, vi saluto e ci vediamo nel prossimo capitolo!
Baci dalla vostra FastAndFurious4ever😘

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