16.Dovresti riprendere le sedute

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Quando ho aperto la porta di casa mancava un minuto a l'una. Ho trovato i miei svegli davanti alla televisione e quando mio padre mi ha visto ha subito guardato l'orario mormorando un "anche in anticipo" a fior di labbra.
Dentro di me ho ringraziato Charlie che quando si è accorto che eravamo quasi in ritardo e che probabilmente non ce l'avremmo fatta ad arrivare in tempo ha schiacciato l'acceleratore pronto a prendersi una multa se necessario.
《Buongiorno.》faccio la mia entrata in cucina che sono le nove meno un quarto.
《Divertita ieri con Olivia?》domanda mia madre.
《Sì, tantissimo.》sorrido sinceramente.  Mi sono divertita davvero ieri sera, come penso di non aver mai fatto prima d'ora.
Mamma mi guarda in modo strano, con un sorriso sulle labbra che non ho mai visto mentre papà mi sorride come ogni volta che dico di essermi divertita.
《Spero che tu non sia stata troppo vicina ad un ragazzo.》mormora mio padre.
《No papà. Sai che non penso ai ragazzi.》mento spudoratamente perché in realtà il mio pensiero va sempre più spesso a Charlie Scott.
《Brava la mia bambina!》si alza da tavola venendo a baciarmi la fronte mentre porto la tazza di cappuccino alle labbra.
Se solo sapesse tutto ciò che è successo ieri sera non so se sarebbe ancora così orgoglioso della sua bambina, ma non me ne pento per niente. Mi sono divertita e mi sono sentita finalmente bene con me stessa.
《Hai bevuto qualcosa di alcolico ieri?》domanda ancora l'uomo.
《Sì, un cocktail leggermente alcolico.》decido di dirgli almeno un pezzo di verità.
《Cioè?》
《Un Bellini.》rispondo. Non so che grado alcolico abbia, ma visto che Charlie me lo ha consigliato significa che è poco più forte di una birra o almeno così spero per lui.
《Potevi prendere un succo, ma considerando che il Bellini ha un grado alcolico basso per questa volta passa.》va verso il lavello della cucina per posare la sua tazza di caffè ormai vuota《Ora che ti sei divertita torna a studiare.》
《Sì papà.》sorrido divertita. Sarà sempre così con papà: ogni ricompensa ha un prezzo ed il prezzo per me è lo studio《Vado a prepararmi così da mettermi a studiare.》mi alzo da tavola una volta finita la mia colazione.
《Vai pure principessa.》papà mi sorride mentre mi dirigo verso il bagno.
Prima di tutto mi faccio una bella doccia calda mentre canticchio le canzoni su cui io e Charlie abbiamo ballato ieri sera.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire le sue mani sui miei fianchi, riesco a vedere i suoi sorrisi ed i suoi occhi azzurri.
Non mi piace il modo in cui si sta insinuando nei miei pensieri e mi piace ancor di meno il fatto che io non riesca a farlo andare via come invece riuscivo tempo fa con Peter.
《Non finirà bene.》sussurro avvolgendo il mio corpo in un asciugamano rosso.

••••

Abbandono la penna nera sul quaderno di chimica organica e afferro il telefono che sta vibrando per l'arrivo di una chiamata.
《Pronto Peter.》rispondo sorpresa.
《Ciao Jessica. Disturbo?》
《Stavo studiando.》
《Ti va di uscire con me questo pomeriggio?》domanda ed io mi acciglio.
La me di qualche mese fa avrebbe fatto i salti di gioia per una simile proposta perché la aspettava da anni. Ma ora non ne sono così felice.
《Ho da fare.》
《Con quel ragazzo di ieri sera? Lo stesso che viene a prenderti a scuola?》domanda infastidito.
《Non credo di doverti fare il resoconto della mia agenda.》replico acida《Che poi io non capisco perché fai il geloso.》mi alzo dalla sedia andando verso la finestra《Te ne sei sempre infischiato di me tranne quando ti serviva qualcosa. Ora di cosa hai bisogno?》
《Di niente. Non sono un approfittatore.》si difende《E poi non faccio il geloso.》
《Perfetto. Ci vediamo a scuola.》sto per staccare ma la sua voce mi ferma.
《Quel tipo non mi piace. Nasconde qualcosa.》
《Tanto ci passo io del tempo assieme, non tu.》rispondo《Ciao Peter.》stacco la chiamata ed un strano senso di soddisfazione si fa spazio in me mentrete sorrido.
Volevo farlo da tanto, lo ammetto, più precisamente da quando l'anno scorso mi ha detto "Senza offesa Jess, ma penso che non ce la farai a raggiungere la fascia del nove".
E non l'ho raggiunta solo perché il professore di disegno e storia dell'arte ha fatto lo stronzo mettendomi un'insufficienza in due disegni, abbassandomi la media della materia da otto a sei. Ma se non fosse stato per quello io l'otto l'avrei avuto anche se Rivera non ci credeva.
《Come va tesoro?》mamma entra in camera mia con un po' di frutta per la mia merenda.
《Bene.》le sorrido ampiamente《Penso di aver appena chiuso un capitolo della mia vita.》prendo una fetta di mela.
《Qualche cotta di cui non hai minimamente parlato alla mamma?》si siede sul mio letto e mi osserva.
《Te ne ho parlato, omettendo il fatto che mi piacesse.》alzo le spalle come se fosse ovvio《Peter Rivera.》mormoro.
《Mi hai parlato di lui, ma non pensavo che si fosse fatto spazio nel tuo cuore.》mamma mi guarda leggermente triste. Non le parlo mai dei miei sentimenti e le sole volte in cui riesce a cavare fuori qualcosa è solo perché si vede dalla mia faccia che soffro.
《L'ho appena cacciato.》sospiro《E poi non mi è mai sembrato il caso di parlarne solo perché...》perché non ho mai voluto parlarne? So la risposta ma la odio da morire.
《Jessica, non pensi che dovresti riprendere le sedute con la dottoressa Hilson?》
《No, non ne ho bisogno.》lascio la frutta sulla scrivania e vado verso il bagno.
《Io invece penso di sì.》mi segue《Eri più allegra e solare quando andavi da lei, ma da quando hai smesso..》la interrompo.
《Mi ha psicoanalizzata per anni ed è vero che sono migliorata ma...sono stufa. Parlare solo per il gusto di farlo è inutile. Dovrei continuare fino all'età di ottant'anni con le sedute dallo psicologo per farmi credere in tutto ciò in cui non credo.》le spiego tenendola per le spalle《E quell'allegria...era falsa in parte. Ci ho aggiunto del mio per rendervi felici.》le sorrido tristemente《Mi dispiace mamma.》la stringo tra le braccia.
《Voglio solo che tu sia felice.》mamma mi accarezza la schiena ed io le sussurro che lo so che vuole solo la mia felicità《Sia che avrei preferito morire per farti nascere sana.》
《Non dire così mamma...》le lacrime cominciano a scendere lungo le mie guance.
《Darei la mia vita per te ma non sembra abbastanza.》la donna non mi guarda negli occhi.
《Non è colpa tua. Doveva andare così. E so che fai di tutto per me e io non so davvero ringraziarti.》
《Ringraziami sorridendo più spesso, togliendoti quell'aura di pessimismo ed insoddisfazione che ti circonda perennemente, levando quel broncio che hai praticamente sempre dipinto sul volto!》quasi urla《Come vuoi che gli altri ti amino se tu non ti ami?》si asciuga una lacrima.
《Lo farò.》prometto.
《Lo dici sempre e poi non lo fai mai...》sospira《Ora non pensarci più.》mi abbraccio.
《Non ci penso.》mormoro mentre sento un altro peso aggiungersi sul petto《Ora vado a studiare.》le sorrido e la tempesta che aveva negli occhi si calma.
Sorrido perché vuole e io non posso fare altro che obbedire. Si è sacrificata tutta la vita per me, un sorriso è il minimo che posso donarle.
Chiudo la porta della mia stanza alle spalle e mi siedo suo letto, scoppiando in un pianto silenzioso che soffoco nei cuscini.
《Devo essere allegra.》sussurro a me stessa《Togliermi l'aura di negatività che mi circonda.》sussurro ancora《Non mi amerà mai nessuno se non amo me stessa.》

Perché voglio far felici tutti, ecco perché Jessy. Le uniche volte che ho deciso di far felice me stesso è successo un casino.

Ti capisco Charlie. Quando sono me stessa succede un casino e forse sono io la prima a non essere ora mi accorgo che sono stata io la prima a non essere sincera con te.
Sono pessimista o, come dico io, realista. Preferisco vedere la parte vuota del bicchiere invece di quella piena.
Non sono per niente come mi sono mostrata ai tuoi occhi oceano. Allora, come sono veramente?

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