《Perché insisti tanto ad accompagnarmi al lavoro? Sei tornato dal turno di notte solo un'ora fa; dovresti essere a letto a dormire.》osservo la città di Seattle fuori dal finestrino dell'auto di Charlie《E soprattutto, perché sei vestito di tutto punto? Hai pure la cravatta.》
《Pensavo che gradissi quando sono vestito in giacca e cravatta.》appoggia la mano destra sul mio ginocchio, accarezzandolo piano. Una serie di forti brividi percuote ogni cellula del mio corpo ed io trattengo un sospiro.
Stamattina avrei solo voluto incollarmi a lui come una cozza e lui questo lo sa. Conosce bene l'effetto che ha su di me e sa che quando è vestito elegante mi fa completamente impazzire. Non solo perché mi ricorda della volta in cui è venuto a chiedere a mio padre se poteva uscire con me ma anche perché è illegalmente bello fasciato in quegli abiti e con i capelli corvini sistemati ordinatamente.
《È uno spettacolo molto bello,》ammetto《ma non capisco perché lo fai adesso.》so che preferisce un altro tipo di abbigliamento e che si veste così solo quando è strettamente necessario o vuole impressionarmi.
《Ho fissato un'appuntamento con l'avvocato Davis Edgard. Devo essere presentabile.》
《Tu cosa?》mi volto a guardarlo《Gli farai perdere tempo e il signor Morrison si infurierà perché non fai fatturare uno dei suoi avvocati.》
《Chiedo solo una consulenza e gliela pago.》
《Sai che se hai qualche problema di scartoffie io posso aiutarti.》gli ricordo.
《Zitta Jessy, non mi fai cambiare idea.》
《Da quando non vivi più con Sam, stai facendo cose strane.》lo prendo in giro mentre rallenta per entrare nel parcheggio del palazzo che ospita gli uffici della Morrison.
《Ma non è vero!》scendiamo entrambi dall'auto e ci dirigiamo verso l'ascensore mano nella mano《Non faccio niente di strano. Anzi, sono molto migliorato. Prima avrei spaccato il naso ad un tuo ammiratore, ora ci parlo in giacca e cravatta. Non è meglio?》
《Effettivamente.》ammetto sorridendo dolcemente《Buongiorno Edgard.》lo saluto e lui ricambia sorridendo, ma quando nota la mia mano intrecciata a quella di Charlie qualcosa cambia, ma non fa nessun commento.
Saliamo tutti e tre in ascensore ed io cerco di fare finta di nulla, ignorando gli sguardi di entrambi.
《Ancora complimenti per il processo della scorsa settimana. Lavoriamo bene insieme.》Edgard si volta completamente verso di me, mentre io osservo i numeri del piano cambiare troppo lentamente. Perché gli uffici si trovano al quarantesimo piano?!
《Sì, abbiamo fatto un buon lavoro.》rispondo semplicemente. Per il resto del tempo la cabina dell'ascensore resta silenziosa《Buongiorno signor Morrison.》salutiamo il nostro capo fermo alla reception uscendo dall'ascensore.
《Buongiorno ragazzi! Ho portato le ciambelle. Le trovate in sala relax.》ci sorride.
《Io vado nel mio ufficio. Fai presente alla segreteria che hai un'appuntamento.》indico il bancone della reception《Fai il bravo Charlie.》
《D'accordo mamma.》mi prende in giro, lasciando la mia mano《Vengo a prenderti a pranzo.》mi ricorda ed io annuisco《Buona giornata avvocato!》
《Grazie. Anche a lei dottore!》lo lascio alla reception e mi dirigo nel mio ufficio dove provo a concentrarmi sul lavoro.
I risultati però sono scarsi visto che il mio pensiero vola a Charlie che sta solo qualche metro più in là.
Chissà cosa stanno facendo. Perché Charlie avrebbe bisogno di parlare con un avvocato quando è fidanzato con me? O non si fida di me come avvocato?
Ma sono abbastanza brava...
Che la sua sia una scusa per mettere in chiaro le cose con Edgard? Probabile.
Alzerà le mani? No, è più maturo di così e poi non potrebbe farlo visto che gli uffici sono pieni di gente.
《Non combinerà casini.》mi convinco alla fine, riuscendo ad iniziare il mio lavoro.••••
Poco prima della pausa pranzo il signor Morrison mi chiama nel suo ufficio e scopro di non essere la sola ad essere stata convocata. Infatti nell'ufficio del capo trovo Edgard seduto su una delle due sedie davanti alla scrivania di mogano.
《Jessica, accomodati.》il signor Morrison indica l'altra sedia libera《Fate una bella squadra in aula, avete lavorato in modo impeccabile la scorsa settimana.》inizia a dire ed io capisco già che vuole farci lavorare ancora insieme. Infatti è esattamente ciò che ci propone《Che ne dite?》
Ma anche no! Poi chi se lo scolla più questo?
《Direi di no.》pensavo di essere stata io a parlare, ma è stato l'uomo seduto accanto a me a farlo《È vero, abbiamo lavorato bene, ma penso che io non abbia molto di più da insegnare all'avvocato Decker. D'altro canto io non ho assolutamente nulla da imparare da lei. Senza uno scambio le collaborazioni non hanno senso di esistere.》conclude《Se proprio ci tiene dovrò essere io il primo avvocato tra noi due.》
《Cosa ne pensi Decker?》domanda il nostro capo massaggiandosi il mento come se non riuscisse a capire la situazione.
Personalmente neppure io capisco che gli sia preso. Fino a qualche giorno fa diceva che ero un perfetto primo avvocato.
《Sono ancora nuova in questo ufficio e professo da poco, dunque mi fido di coloro che hanno più esperienza.》rispondo tranquilla《Se il mio collega afferma questo, allora credo che sia vero.》
《Va bene.》annuisce《Vai pure a pranzo. Quando torni ti faccio incontrare un cliente e potrai decidere se gestire il caso da sola o chiedere supporto a qualcuno.》mi informa《Fatima sarebbe contenta di aiutarti, me l'ha detto lei stessa. Puoi parlarne con lei se desideri.》
《Va bene. Grazie e arrivederci.》mi alzo e vado verso la porta.
《Tu resta qui Davis.》sento dire al mio capo mentre mi chiudo la porta alle spalle. Recupero tutta la mia roba e prendo l'ascensore per arrivare nel parcheggio dove Charlie mi aspetta appoggiato alla sua auto.
Adesso è vestito con un semplice jeans ed una felpa per proteggersi dall'aria fredda dovuta alle piogge dell'ultimo periodo.
《Cos'hai fatto?》chiedo ancora prima di salutarlo.
《Cosa intendi?》mi aiuta a salire in auto.
《Perché all'improvviso il mio collega dice al nostro capo che non ha più nulla da insegnarmi e che io non ho proprio niente da insegnare a lui? Ah è ha detto anche che se proprio dobbiamo lavorare insieme è lui a dover fare da primo avvocato?》mi allaccio la cintura di sicurezza mentre parte.
《Non lo so. Chiedi a lui.》
《Davvero amore, cosa gli hai detto per farlo girare a centottanta gradi?》domando dolcemente《Io sono Charlie Scott, sono un famosissimo chirurgo e ho così tanti soldi da poterti mandare in Bolivia e non farti tornare mai più.》imito la sua voce.
《Primo, io non parlo così. La mia voce è decisamente più minacciosa e sexy.》continua a guardare la strada《Secondo, non ho minacciato di mandarlo il Bolivia.》sorride divertito《Terzo, sai che non sottolineo mai quanti zeri ho sulle carte di credito e nei conti in banca.》mi lancia una breve occhiata《Gli ho solo detto di lasciarti in pace o avrei fatto una chiacchierata con il vostro capo per informarlo quanto il suo avvocato apprezzi la tua carrozzeria e quanto desideri guardare sotto il cofano.》
《Non so se insultati o ringraziarti.》sospiro.
《Ha comunque fatturato. Dovresti dirmi grazie.》
《Lo hai pagato per starmi alla larga?》
《No, l'ho pagato per il disturbo. Non sono così meschino.》si difende.
《Grazie Charlie, ma la prossima volta..》mi zittisce.
《Non ci sarà una prossima volta.》cerca la mia mano e io gliela stringo forte, appoggiandomi alla sua spalla e chiudendo gli occhi《Ancient Garden?》
《Sì piccolo.》sorrido.
Amo quel posto. Il nostro primo pranzo, molto più silenzioso di quelli di adesso, ma pur sempre il nostro primo pranzo, è stato consumato lì. Quel piccolo locale nascosto tra le strade della grande e popolosa città, sconosciuto a molti cittadini, è il nostro angolo di paradiso.
Mangiamo sempre allo stesso tavolo, tanto che i camerieri ce lo tengono sempre pronto per l'ora di pranzo o cena.
Apro lentamente gli occhi per spiare il mio fidanzato e mi ritrovo ancora una volta, per l'ennesima volta, a chiedermi cos'ho fatto per meritarlo.
Bello come un dio, gentile come pochi, protettivo come un padre, passionale come un'amante, molto più intelligente di me...vorrei solo saltargli addosso, togliergli quell'abito di sartoria che evidenzia la sua muscolatura e baciare ogni centimetro di quella pelle bollente.
《Mi consumi a guardarmi così.》i suoi strabilianti occhi azzurri scorrono sul mio viso, fermandosi sul mio labbro inferiore stretto forte tra i denti.
《Fammi smettere allora.》sussurro.
《Non penso di volerlo.》mi accarezza la guancia《Questi occhioni grandi sono gli unici che voglio mi mangino.》mi bacia a stampo ma io, volendo molto di più, decido di far intrecciare le nostre lingue.
Sfioro il suo petto coperto dalla felpa bianca e mi sporgo ancora un po' verso di lui. Geme e lo faccio anch'io.
《Fermati Jessica.》dice a corto di fiato《Qualcuno potrebbe vederci e io non voglio dare spettacolo.》sfiora le mie labbra socchiuse con un pollice《Andiamo a pranzo a saziare la nostra fame di cibo.》ma prima che possa ricompormi e scendere dall'auto, il suo viso si avvicina al mio《Stasera saziamo anche la fame di noi, promesso.》sorride《Faremo scintille.》mi morde il labbro inferiore per poi scendere dalla sua macchina.
Lo seguo senza più fame e con lo stomaco chiuso in una morsa stretta. Charlie si accorge del mio cambiamento quando il cibo arriva in tavola ed io quasi non lo tocco.
《Stai bene piccola?》domanda preoccupato.
《Ho lo stomaco chiuso.》tengo lo sguardo basso, le cosce strette e provo a non arrossire come una ragazzina.
《Mi fai impazzire Decker.》mormora《Mangia o sverrai in ufficio.》mi incoraggia.
《Lo hai fatto apposta, vero?》taglio un pezzetto di bistecca.
《No, non ci ho davvero riflettuto. Mi è venuto di getto.》i suoi zaffiri mi osservano《Dimmi solo una cosa Jessy...》lo invito a parlare con un gesto lento della forchetta《Da quando hai voglia di saltarmi addosso?》domanda in un sussurro per non farsi sentire dalle persone che stanno pranzando ai tavoli vicini.
《Stamattina.》ammetto evitando il suo sguardo《Sai che vestito così mi piaci più del solito.》tanto da non riuscire a trattenere minimamente i miei istinti primordiali.
《Lo fai spesso? Frenarti, intendo.》alzo lentamente le spalle, senza parlare《Sì o no?》insiste. Mi prendo il tempo di masticare lentamente il boccone che ho in bocca e osservare il suo sguardo scurirsi leggermente ogni secondo che passa.
《Ultimamente sì.》rispondo sincera.
《Perché?》
《Beh, dopo turni infernali come quelli che sei stato obbligato a fare negli ultimi tempi hai bisogno di riposarti.》sarei egoista se gli chiedessi di non dormire per accontentarmi. Io dopo dei turni come i suoi avrei voglia solo di dormire.
Lo vedo stringere la mascella con forza senza dire niente e così il nostro pranzo cala nuovamente nel silenzio più assoluto.
《Grazie per avermi offerto il pranzo. Ora posso davvero pagarmelo visto che ho un lavoro.》sorrido a Charlie che è di umore nero《Che hai?》
《Sali in macchina.》ordina ed io eseguo senza fiatare《Ora spiegami che cazzo significa ultimamente sì perché devi riposare.》si agita sul sedile.
《Significa quello che ho detto.》mi stringo nelle braccia.
《Non capisco. Non ti soddisfo più?》
《No, come puoi pensare..?》
《Beh, la mia ragazza ha voglia di fare sesso ma non mi salta addosso. Cosa dovrei pensare?》si passa una mano tra i capelli《Preferisco fare l'amore con te piuttosto che dormire e, sinceramente, dopo un turno infernale ho solo voglia di chiudermi in camera da letto con te.》mi guarda tanto intensamente da farmi tremare《E lo farei se tu non mi cacciassi ordinandomi di dormire.》
《Ok, ho capito.》sussurro《Mi dispiace.》
Mette in moto senza aggiungere altro.
《Vorrei solo che tu fossi sincera con me Jessy. Sai che non ti rifiuterei mai.》l'auto si ferma nel parcheggio sotterraneo del palazzo in cui lavoro《Quando vuoi io sono disponibile.》ammicca《Avanti, sorridi a questo coglione che ti ama.》sorrido《Brava la mia piccolina.》
《Perché non mi hai presa di peso e portata in camera da letto se non volevi altro?》
《Perché non volevo obbligarti.》
《Potevi chiedere.》
《Avevo l'impressione che mi avresti detto di no.》questa volta è lui ad essere imbarazzato.
《Ti ho mai detto di no?》domando.
《No, ma...》
《E non lo farò mai.》metto la mano sulla maniglia della portiera《Vieni a prendermi alle sei?》
《Va bene. Vengo vestito elegante?》ammicca.
《Sì, ti prego.》lascio un veloce bacio sulle sue labbra《Corro al lavoro. Ci vediamo stasera.》scendo dall'auto ma prima di chiudermi a portiera alle spalle Charlie parla ancora.
《Mangia qualcosa prima di uscire dall'ufficio. Non penso avremo il tempo di cenare.》
Senza dire altro chiudo la portiera e vado verso l'ascensore, decidendo di non pensare più a lui.
Devo lavorare.
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Walk With Me
Teen FictionJessica Decker è la figlia perfetta: brava a scuola, ubbidiente, con grandi piani per la testa e che segue gli schemi. Insomma, la figlia che ogni genitore vorrebbe avere. Ma dentro di lei Jessica vorrebbe essere diversa e avere un'altra vita. La s...