Capitolo 2 - parte 2

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La fresca aria del mattino le solleticò il viso, gli astri offrivano un magnifico spettacolo da ammirare. Una gradevole brezza, che caratterizzava il clima costantemente mite, animava i variopinti alberi sulla strada, creando un caleidoscopio di colori.
Affascinata da quello spettacolo, la ragazza si accorse in ritardo della figura appoggiata alla staccionata del cortile: Ryan, il suo vicino di casa. La postura rigida e il continuo tamburellare delle dita sulla recinzione tradivano una certa tensione per il Test, in netto contrasto con la sicurezza ostentata di solito. Nelle ultime settimane, infatti, il giovane sembrava divertirsi a diffondere, tra i già – fin troppo – agitati compagni, voci riguardanti presunti torture fisiche quali strumenti di Selezione.

Il rapporto tra i due era controverso: passavano da periodi di assidua frequentazione, durante i quali erano inseparabili, alla quasi totale indifferenza reciproca, a causa della passione di Ryan per gli scherzi di pessimo gusto.
Ellie decise di ignorarlo e si avviò verso il piccolo gruppo di ragazzi in attesa della navetta, poco lontano.

«Si salutano così gli amici di vecchia data?» esordì lui, con un sorriso canzonatorio sulle labbra.

«Non mi sembra che tu rientri nella categoria. Che vuoi?» La ragazza si irrigidì e continuò a camminare senza nemmeno guardarlo.

«La tua compagnia». Ellie si voltò di scatto e lo fissò, perplessa. «Sono consapevole del tuo scarso umorismo e della tua limitata capacità di socializzazione, ma vorrei seppellire l'ascia di guerra», furono le parole del brunetto. Passò una mano tra i capelli arruffati, poi raggiunse in pochi passi "l'amica".

Ellie era incredula. Tutto poteva aspettarsi, fuorché una simile proposta in quel momento. A maggior ragione dopo essere stata appena definita come un essere asociale, dato che in realtà era lui ad essere carente di amici.

«E perché mai la cosa dovrebbe interessarmi?» sputò, con tono un po' stizzito. Ancora le bruciavano i sensi di colpa per l'ambiguo rapporto con Ryan, nonostante fosse ben consapevole che, tutte le volte in cui avevano litigato, era sempre successo per colpa del ragazzo. Riprese a camminare.

«Ho riflettuto sui nostri trascorsi. L'Intellecto potrebbe collocarci nello stesso sottogruppo, perciò dovremmo appianare le divergenze e ripartire da zero».

«Fai sul serio? Avanti, dimmi cosa vuoi e facciamola finita». La giovane alzò gli occhi al cielo e si fermò, sbuffando spazientita e incrociando le braccia.

«Te l'ho detto, voglio la tua compagnia. Ti sembra così strano?» Ryan sembrò spazientirsi, a giudicare dal tono di voce irritato.

«Beh, dire che possiedo uno scarso umorismo e una limitata capacità di socializzazione è proprio un ottimo modo per chiedermi qualcosa. Complimenti, davvero!» A Ellie sfuggì una risata nervosa. «Illuminami, cosa ti fa credere che il macchinario ci inserirà nello stesso sottogruppo?» disse, con una punta di veleno.

«Sai bene che noi due abbiamo tante cose in comune. Potremmo lavorare bene... insieme». Le pozze color acquamarina di Ryan fissarono il volto della ragazza decisi, in attesa di una reazione. La sua espressione pareva essere sincera, mentre quella di Ellie si accigliò. Si scrutarono per istanti interminabili, poi un lampo di comprensione parve colpire la giovane.

«Per caso hai finalmente capito di essere completamente solo, a causa del tuo atteggiamento snervante?»

«Non sono solo. Pensa quello che vuoi», fu la risposta acida del ragazzo. Distolse lo sguardo e scrollò le spalle. «Sono stato sincero nel dirti che voglio seppellire l'ascia di guerra. Ora sta a te accettare la mia proposta o meno».

Ellie lo studiò a lungo. Era sempre così, con Ryan: liti per futili motivi e mai un accenno di scuse, anche se puntualmente ritornava sui suoi passi. L'ultima volta gli aveva urlato di non voler più avere nulla a che fare con lui, stanca del continuo tira e molla, ma dovette ammettere a se stessa di aver mentito. Nonostante tutto, teneva a quel bizzarro rapporto; la compagnia del brunetto le mancava, e più volte era stata sul punto di bussare alla sua porta per riappacificarsi con lui. Voleva davvero rifiutare quel ramoscello d'ulivo?

La ragazza riprese a camminare e in un attimo raggiunse – seguita da Ryan – il gruppo in attesa.

«D'accordo, ti darò un'ultima possibilità», gli disse in un soffio, e a quelle parole gli occhi del giovane si illuminarono, «ma sappi che, al primo accenno di bugia, scherzo sgradevole o frecciatina velenosa, io e te avremo definitivamente chiuso. Non sopporterò un altro litigio». Puntellò il muscoloso petto del ragazzo con un dito.

«Nemmeno io, tranquilla». Ryan sfoggiò un ampio sorriso e tese la mano ad Ellie. Lei la strinse, seria, ma da come rilassò la postura si poteva capire quanto fosse sollevata dall'esito della conversazione. Prima ancora di rendersene conto si ritrovò stretta in un abbraccio, gli ultimi dubbi e resistenze che si sgretolavano.

Kÿrîon [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora