Capitolo 9 - parte 2

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*QUESTO CAPITOLO CONTIENE DELLE DESCRIZIONI AUTOPTICHE, SEPPUR LIEVI, CHE POTREBBERO IMPRESSIONARE PERSONE PARTICOLARMENTE SENSIBILI. SI TROVANO NELLA PARTE INTERAMENTE SCRITTA IN CORSIVO, PERTANTO BASTERA' SALTARE QUELLA E PASSARE OLTRE*


«NO!»

L'urlo di Ryan ruppe il silenzio della sala.

«Non può essere! È uno scherzo, vero?»

Il ragazzo si guardò intorno, le facce serie dei colleghi ad osservarlo. Si agitò e cominciò a girovagare per la sala, ben attento a non rivolgere lo sguardo al cadavere sul tavolo. Era stravolto.

«Signor Mergeer, la prego di mantenere il contegno. Altrimenti sarò costretta ad allontanarla da quest'aula». La voce di Francis, priva di emozioni, rimbombò tra le asettiche pareti. Il dolore del giovane le era assolutamente indifferente. Una seccatura.

Ellie si avvicinò cauta all'amico e gli poggiò una mano tra le scapole. «So che non è facile, ma devi cercare di calmarti. Ci sono io qui con te, non sei solo». Faticava a credere che si trattasse di Collins ed era scossa anche lei dalla notizia, ma avrebbe riflettuto sul proprio stato d'animo più tardi. Ora la priorità era stare vicino a Ryan.

Il ragazzo non replicò. Un singhiozzo lo scosse dal profondo, primo accenno di un pianto imminente. Chinò il capo, facendo scivolare i ciuffi castani davanti al viso.

«Perché proprio lui?» sussurrò con voce tremante, rivolto più a se stesso che ad altri. Scosse la testa.

Ellie gli si accostò maggiormente, accarezzandogli le spalle e attirandolo in un abbraccio. Ryan si lasciò circondare da quelle esili braccia, la testa sempre china, le prime lacrime calde a solcargli le guance.

Gli altri studenti li fissavano, freddi spettatori di un dolore non condiviso.
Pochi di loro conoscevano davvero Collins; per la maggior parte si trattava del pasticcione del Settore 16, e il dispiacere per la sua morte passava in secondo piano davanti alla grande opportunità che l'accaduto offriva. Persino coloro che avevano manifestato dissenso apparivano ora interessati alla figura esanime sul tavolo.

Nessuno in sala si accorse delle propaggini secondarie che lente si espandevano dal cilindro, scendevano fino a terra e si posavano sulle caviglie dei ragazzi, lasciandovi attaccate delle piccole gemme scure e ritraendosi altrettanto gradualmente.
Fu un cambiamento tanto rapido quanto inavvertito, una frazione di secondo in cui le loro coscienze si spensero e diventarono un'unica entità, gestita dal Macchinario.

Le pupille si assottigliarono, i muscoli facciali si rilassarono. Parevano tutti degli automi in attesa di ricevere ordini.

Ryan smise di piangere e si staccò da Ellie, a sua volta intenta a voltarsi verso il tavolo. Nessuna traccia delle emozioni di qualche istante prima, nessuna domanda sul chi fossero, perché si trovassero lì e cosa stessero facendo prima. Nessuna funzione mnemonica.

«Bene, ora possiamo cominciare». Francis contemplò il risultato del Riarrangiamento, soddisfatta.

Era stata lei a comandare al Macchinario di sedare le coscienze degli studenti, stanca delle loro reazioni patetiche. Sapeva bene di aver violato il regolamento del Complesso, ma più passavano i giorni e più odiava quegli insulsi ragazzini.
Una volta terminata la lezione avrebbero ricordato soltanto di essere stati entusiasti di partecipare alla dissezione, mantenendo ovviamente parte dei timori iniziali. Si era assicurata di rimuovere dalla loro memoria l'informazione riguardante l'identità del ragazzo ucciso; una piccola modifica a fin di bene, soprattutto per quel piagnucolone di Mergeer. Nessuno avrebbe sospettato un'interferenza, tanto meno da parte sua.

Kÿrîon [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora