Capitolo 7 - parte 1

108 21 19
                                    

Ellie si svegliò avvertendo uno strano senso di peso addosso. Aprì gli occhi, mettendo a fuoco una zazzera di corti capelli chiari e un braccio che le cingeva la vita.
Le ci volle qualche secondo per ricordarsi della serata precedente: aveva cenato in camera con Ryan, poi si erano messi a guardare un vecchio film. La stanchezza l'aveva fatta addormentare quasi subito ed era evidente che lui avesse seguito il suo esempio.

Infastidita per quel contatto troppo intimo, la ragazza spostò con cautela il braccio di Ryan e sgusciò fuori dal letto, adagio. Non voleva certo svegliarlo, ma restare in quella situazione così compromettente era fuori discussione.
Aveva abbassato la guardia, per quel che ne sapeva lui avrebbe anche potuto farle del male.

In cuor suo era conscia della vera natura dell'improvvisa preoccupazione: la vicinanza con quel corpo caldo, tanto vicino da poterne sentire l'odore, il respiro sulla pelle. Era una ragazza seria, Ellie. Tuttavia, cosa avrebbero pensato le amiche nel sapere che Ryan aveva trascorso la notte da lei? L'ultima cosa di cui aveva bisogno erano le solite insinuazioni di Lara e i pettegolezzi da quattro soldi sulle bocche di tutti.

Espirò rumorosamente, per stemperare la crescente sensazione di disagio; tutti quei pensieri la stavano agitando e un senso di nausea minacciava di farla pentire d'essersi svegliata.
Magari una solitaria passeggiata nei meandri dell'edificio l'avrebbe aiutata a calmarsi? Forse sì, anche perché doveva mettere un po' di distanza tra sé e l'ignaro ragazzo nel suo letto; cercare di placare quell'ansia che minacciava di farle perdere il controllo.
Si rinfrescò il viso, quindi uscì.

Le vetrate dello stabile erano oscurate, mancavano alcune ore al termine del Notturno. Il Complesso osservava rigidi protocolli a riguardo, simulando a seconda degli orari le variazioni di luce della Terra per preservare il ciclo dei ritmi circadiani: l'imbrunire segnava l'interruzione delle attività didattiche e la chiusura dei percorsi panoramici; un segnale acustico indicava gli orari adibiti all'utilizzo della mensa; il buio corrispondeva all'obbligo di rimanere nelle proprie camere fino all'alba, alla riapertura della sala ristoro; più tardi, infine, le attività riprendevano il loro corso.

Ellie si rese conto dell'oscurità circostante parecchio tempo dopo essere uscita dalla stanza. Presa com'era dai suoi pensieri, aveva vagato per i corridoi senza far caso agli avvertimenti sul coprifuoco del lìtis.
D'un tratto picchiò una mano sulla fronte, constatando quanto fosse stata avventata e ben consapevole del rischio che stava correndo: se l'avessero scoperta la Valutazione ne avrebbe risentito, e parecchio; evitare la catastrofe e rincasare in fretta era senza dubbio l'opzione migliore.

Col cuore in gola fece un rapido dietrofront e si mise a correre, ignorando le fitte alla milza, il dolore alle caviglie ˗ era una ragazza pigra, odiava faticare e sudare per mantenere in forma un corpo di per sé perfetto grazie alla genetica ˗ e il respiro sempre più affannoso.
Era uscita per rilassarsi e si era ritrovata a sfrecciare per i corridoi, spaventata, sperando di essere abbastanza rapida e silenziosa da passare inosservata; riusciva a pensare soltanto alle terribili conseguenze del suo gesto imprudente e a quanto la colpa di tutto questo fosse da attribuirsi a Ryan.

All'improvviso un fruscio, un movimento solo intravisto con la coda dell'occhio: la ragazza rallentò, si voltò e, non vedendo nessuno, riprese la sua folle corsa. C'era forse qualcuno? L'adrenalina le stava giocando qualche pessimo scherzo, pensò mentre si avvicinava alla sua meta.
Ancora quel rumore, stavolta più vicino. Girò l'angolo del corridoio, si nascose dietro un grosso vaso e attese, col cuore a mille. Un robot fece capolino nello stesso andito in cui si trovava lei: sembrava intenzionato a percorrerlo, lasciando alla giovane poche speranze di salvezza.
L'androide stava esaminando ogni centimetro del pavimento, quasi fosse in cerca di qualcosa; comportamento insolito il suo, dato che durante il Notturno gli automi erano soliti ripulire le aree esterne.

Kÿrîon [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora