Capitolo 10 - parte 1

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«Amica, da quanto tempo non ci vediamo! Come stai? Io e Valaeria abbiamo saputo di Collins. Come l'ha presa Ryan?» esordì Lara tutto d'un fiato. Buttò le braccia al collo di Ellie, i lunghi capelli castani a formare uno scudo tra le due e il mondo esterno.

«Mi sei mancata anche tu!» rispose Ellie, rispondendo alla stretta. «Ad essere sincera, non so che dirti», aggiunse in un soffio. «La cosa è un po' complicata, perché né io né Ryan abbiamo ricordi di questo Collins.»

«Voi COSA?» Lara sciolse l'abbraccio e squadrò l'amica con espressione sconvolta.

«È venuto Michael in camera mia, per chiedermi le stesse cose che mi hai chiesto tu, e mi ha detto che è impossibile che ci siamo scordati di questo ragazzo. All'inizio ho pensato che fosse una delle sue solite pazzie, poi l'ho ascoltato. Ho fatto alcune verifiche e ho scoperto che aveva ragione, ma... non so davvero di chi stiate parlando». Ellie scrollò le spalle e scosse la testa, confusa.

Lara restò in silenzio per diversi istanti, gli occhi ridotti a una fessura. «Questo è molto strano. C'è qualcun altro che, come voi, non si ricorda di lui?»

«Si, tutti i nostri colleghi. Eppure l'autopsia l'abbiamo vista! Non capisco.»

«Nemmeno io, ma troveremo il modo di farvi tornare la memoria, tranquilla. Michael che ne pensa?»

«Ecco, io... è per questo che ti ho chiesto di venire qui», disse Ellie, indicando la folta chioma dell'albero sotto cui amava rilassarsi nell'orario di pausa. «Sono successe delle cose, e ho bisogno dell'aiuto tuo e di Valaeria. Non voglio coinvolgere né Michael, né Ryan, se possibile.»

«In che senso "non li vuoi coinvolgere"?» Lara faticava a comprendere il discorso dell'amica. Sembrava molto in difficoltà, tormentata da qualcosa, ma non era da lei affrontare i problemi con una tale reticenza. Voleva aiutarla, le dispiaceva vederla così.

Ellie sospirò. «Ora ti racconto. Sentirai cose al limite dell'inverosimile.»


Lara sgranò gli occhi, sconvolta per il racconto dell'amica. Era una situazione assurda; se gliel'avesse raccontata qualcun altro non ci avrebbe creduto, ma conosceva Ellie abbastanza bene da sapere che non c'era motivo di dubitare delle sue parole.

«Ricapitolando, questo... coso, ha minacciato di far loro del male se non gli ridarai quello che vuole. A cosa si riferiva? E soprattutto, i ragazzi non ricordano nulla?»

«Esatto. A quanto ho capito, è lui ad averci smistato nei Settori e la cosa mi mette i brividi, perché vuol dire che questo essere è in grado di interagire con le nostre menti e manipolarle. Per questo non posso parlarne con Ryan e Michael: capirebbe subito che ho cercato di avvertirli e agirebbe di conseguenza».

Un lampo di terrore passò negli occhi di Ellie, al ricordo di come i due amici stessero soffocando. Era una situazione di difficile gestione, e i rischi erano tanti. Come poteva lei, una semplice studentessa, riuscire a tenere testa all'essere che gestiva tutto il sistema? Sentiva il peso del mondo addosso. Un profondo senso di sconforto la pervase.

«Capisco», annuì Lara, «e avrei una domanda: non hai pensato che, forse, potrebbe avere accesso anche alla mia mente? Perché, in questo caso, discuterne anche con Valaeria sarebbe inutile. In base a quello che mi hai detto, questo tizio è in grado di alterare i ricordi. Magari tu e Ryan non ricordate nulla di Collins proprio a causa di un suo intervento».

«Si, ci ho pensato e sono arrivata alla tua stessa conclusione. Per quanto riguarda te e Valaeria, non credo che abbia mai interferito nei vostri pensieri: avreste sognato anche voi quei maledetti cubetti, oppure avreste avuto emicranie ricorrenti», spiegò Ellie.

Era felice che Lara le avesse creduto. Aveva passato giorni a cercare di prepararsi un discorso, conscia dell'incredibilità della storia, con la paura di non ricevere sostegno; ma si sa, i veri amici ci sono nel momento del bisogno, e Lara questo aveva fatto. Certo, dalle espressioni facciali che aveva assunto durante il racconto si capiva che faticava a tenere il filo del discorso, tuttavia non aveva mai dubitato delle parole di Ellie.

«Mmm no, in effetti non ricordo sogni simili o mal di testa di alcun tipo», rifletté la mora. «D'accordo allora, dimmi cosa ti serve e cercherò di aiutarti come posso.»

Sul viso di Ellie si allargò un sorriso radioso e le spalle si rilassarono. «Grazie amica, lo apprezzo davvero. Non voglio mettere in pericolo te e Valaeria, mi basta che voi chiediate a Michael informazioni sul robot che ha analizzato. Non voglio insospettirlo, perciò ho pensato a voi: non vi vedete da tanto, il vostro interessamento sembrerebbe del tutto normale.»

«Sarà un gioco da ragazzi. Passerò al Settore 8 con la scusa di dover contattare alcuni colleghi, lo incontrerò "per caso" e gli chiederò di vederci per cena». Lara sfregò le mani e fece un ghigno divertito, facendo ridere l'amica. «Corro ad avvisare Valaeria, sarà entusiasta di partecipare.»

«A proposito, perché non è venuta?» chiese Ellie. Era stata talmente presa dal racconto e dalla paura di non essere creduta, da tralasciare i motivi dell'assenza della spilungona dagli occhiali sgargianti. Che stronza egoista sono, pensò.

«Stava terminando un lavoro e non voleva lasciarlo in arretrato, ma mi ha detto di salutarti tanto e raccontarle tutto.»

«Tipico di Valaeria», disse Ellie ridacchiando e scuotendo la testa. «Ricambia il saluto e dille che appena abbiamo un momento libero organizziamo una delle nostre serate».

«Non vediamo l'ora!» rispose Lara, una punta di eccitazione nella voce.

«Allora attendo vostre notizie, e...grazie. Grazie di essere mie amiche e di sostenermi nelle mie continue follie». Ellie abbracciò forte l'amica, che ricambiò il gesto.

«Figurati, lo sai che per noi tu sei parte della famiglia. Affronteremo tutto insieme a testa alta, e vedrai che ne usciremo più forti di prima. Risolveremo la situazione con l'uomo misterioso». Un sorriso di rassicurazione comparve sul volto di Lara e contagiò l'amica.

Per quanto cercasse di non darlo a vedere, Lara era sinceramente preoccupata per Ellie. La situazione era delicata e, da ciò che le aveva raccontato, la ragazza avrebbe dovuto affrontare un essere molto pericoloso. Magari era stato lui stesso a uccidere il povero Collins, e a rimuovere i ricordi che di lui avevano i suoi amici. Questo non spiegava comunque perché tutto il Settore 7 ignorasse la sua esistenza. Ne avrebbe parlato con Valaeria e, insieme, avrebbero aiutato Ellie a venire a capo della faccenda.

Le ragazze si alzarono e raccolsero le loro cose.

«Che sbadata!» Ellie si picchiò la fronte. «Quasi dimenticavo. Questo», estrasse dalla tasca il dispositivo trovato all'esterno della Hall, «credo sia l'oggetto a cui è interessato quel tizio. Quando mi ha accusata di avere qualcosa di suo non ci ho pensato, ma una volta tornata in camera l'ho visto sul tavolo e ho capito.»

Lara tirò indietro la testa, per meglio mettere a fuoco il piccolo oggetto. «Un lìtis?» Inarcò un sopracciglio, scettica.

«Non esattamente. È più pesante, non risponde ai comandi aptici e non reca il nome del proprietario. È l'unica cosa che ho e che non mi appartiene, perciò dev'essere per forza qualcosa di importante per lui». Ellie fece spallucce e mise nella mano di Lara il dispositivo. La ragazza lo osservò con attenzione, rigirandolo più volte e soppesandolo.

«Fa qualcosa?»

«Si illumina ogni tanto, guarda». Ellie lo prese e lo lasciò cadere a terra. L'oggetto emise una flebile luce per alcuni istanti, poi si spense gradualmente.

«Anche questo è molto strano. Se me lo lasci, provo a dargli un'occhiata con le apparecchiature del mio laboratorio.»

«Certo, fai pure! Tanto io non ci ho capito nulla». Ellie agitò una mano con noncuranza, come a voler scacciare un insetto fastidioso. Lara scoppiò a ridere e si inchinò a raccogliere il dispositivo.

«Tranquilla, lo so che non sei portata per la tecnologia. Bene, allora ci aggiorniamo nei prossimi giorni. Ora vado, l'ora di pausa sta finendo e non voglio perdere parte della lezione». Lara sistemò il dispositivo in una tasca del camice, diede all'amica un veloce bacio sulla guancia e si avviò con lei al Complesso.

Non si accorsero della figura, nascosta nell'ombra degli alberi al bordo della radura, che le aveva osservate per tutto il tempo.

Kÿrîon [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora