Capitolo tredici

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Mia Harper Moore.
Bronx, New York.

"... in una cartellina prepara tutto quello che ti sto per elencare, d'accordo? Fotocopia dei tuoi documenti, fronte e retro, prepara i fogli del rilascio, prepara la multa e infine, inserisci anche la copia della ricevuta di pagamento della cauzione... domani mattina per le sette passo a prenderti"
Borbotta.
"Non... borbottare, sei stato tu, a cacciarti ancora una volta nei casini, nessuno ti ha costretto, nessuno ti ha puntato un'arma contro, obbligando te e chissà chi a bere fino a fare schifo e poi finire arrestato"
"Diamine Mia erano tre anni che non succedevano casini, è stato solo un... caso"
"Un caso che potrebbe tranquillamente ripetersi, vedendo il tuo problema con l'alcol" parcheggio, in uno dei parcheggi a lato della strada sotto il nuovo appartamento di Blake. "E se continuerai così mi vedrò costretta a portarti di peso al gruppo di alcolisti anonimi"
"Non... ho problemi di alcol, Mia. Non... esagerare"
Incrocio le braccia al petto, guardandolo.
"Non... mi fissare in qual modo, dì quello che devi dire, senza giri di parole"
"Perché ti sei ridotto così? Perché dannazione bevi continuamente? Non sei... felice, forse? Non sei felice insieme a miss Leonor perfettina? E allora anziché affrontarla, preferisci nasconderti dietro l'alcol?"
Sospira, guardandomi solo di sfuggita.
"... non sei felice e su questo, non ci sono dubbi, ma..."
"Possiamo... parlarne da me?"
"No Blake, non è il caso che io salga a casa tua, mi dispiace..."
Annuisce.
"... ma se vuoi possiamo comunque parlarne altrove, magari al bar, dove tu ordinerai qualsiasi cosa purché analcolica"
Ride, leggermente. "Vada per il bar, solito posto?"
"Solito posto, sì"
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