Capitolo ventiquattro

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Blake Oliver Carter
Manhattan, New York.

"Non so esattamente cosa tu abbia in mente ma spero con tutto il cuore che non sia nulla di... estremo"
"Nulla di estremo e nulla di pericoloso, ma sarà un qualcosa di... bellissimo"
"Niente sport estremi, quindi?"
"Assolutamente no" rido lievemente. "Sarà un'esperienza... unica, mai fatta prima d'ora, o almeno, insieme"
"Hai prenotato due posti al cinema? Oppure hai prenotato due posti sul battello diretto alla statua della libertà? Oppure non so... una di quelle barchette a remi del laghetto di Central Park?"
"Queste sono cose che abbiamo fatto e rifatto negli anni, quindi no, non sarà nulla di quello che hai elencato" inserisco la retromarcia ed entro, nell'unico parcheggio libero a lato della strada. "Posso dirti però che sarà una cosa molto... carina e in un certo senso... romantica, a quest'ora del pomeriggio"
Con la coda dell'occhio, la vedo annuire. "Sono quasi sicura che si tratta della barchetta a remi di Central Park"
"Non credi che se fosse stata la barchetta avrei parcheggiato fuori dal parco e non qui?"
"Su questo potrei anche darti ragione, ma forse..."
"... diamine Mia con gli anni sei diventata ancora più testarda, lo sai?" scendo dall'auto e d'istinto, le allungo la mano. "L'abitudine, scusami"
"Escludendo quindi il parco, escludendo la statua della libertà e il cinema, dove stiamo andando, quindi?"
"Là sopra" indico, l'Empire State Building davanti a noi. "Ho prenotato due biglietti per le sei e mezza"
"Avevi detto nulla di pericoloso, ricordi?"
"Infatti non è pericoloso è... piacevole, romantico" sorrido, mentre lei preoccupata, guarda l'enorme palazzo. "Avanti Mia, in Messico ci siamo lanciati con il paracadute, abbiamo fatto due volte il giro in elicottero, non dirmi che hai paura di salire lì sopra, adesso"
"Forse noi due abbiamo un'idea di romanticismo totalmente differente e giusto per sapere, a che piano andremo?"
"Chi lo sa"
"Blake..."
"Stiamo facendo tardi, andiamo"
"... e se soffrissi di vertigini?" borbotta lei, camminando fianco a fianco a me.
"Non ne soffri, lo so"
"Le cose possono cambiare negli anni e potrei soffrirne, ora"
"Non dire idiozie" rido, mostrando i biglietti all'ingresso.
"Perché non ci fermiamo invece al bar? Sembra così... accogliente: due caffè americani, un paio di fette di torta e parliamo, tutto il pomeriggio"
"Niente bar, noi andremo qui" sui biglietti, indico il numero ottantasei. "E una volta arrivati in cima, non riuscirai a staccare gli occhi dal panorama mozzafiato, credimi"
"Quasi quasi preferivo la barchetta a remi"
"Forza e coraggio Moore, sarà... fantastico"
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