Capitolo trentadue

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Blake Oliver Carter.
Manhattan, New York.

Meno uno alla partenza.

"... un'ultima volta, controlliamo la lista delle cose da comprare non appena ritireremo le chiavi di casa e questa volta per favore, dammi una mano"
"Esclusa la casa, direi che abbiamo tutto da comprare" rido, sistemando le ultime valigie piene zeppe sul letto di Mia. "Dai mobili alla macchina, dai piatti ai bicchieri, dal tavolo da giardino al barbecue, tutto. Non abbiamo niente, non abbiamo nulla, l'unica cosa che abbiamo sono i vestiti e qualche tovaglia gentilmente regalata da tua mamma"
"... hai controllato quali negozi ci sono a San Francisco? Non ho la minima idea di dove potremmo..."
Le tolgo dalle mani il foglio. "Ci penseremo domani, ok? Ora come ora non... siamo in grado di prendere decisioni, non sappiamo con esattezza le misure di niente, perciò è inutile passare ore e ore a consultare siti web di negozi, non credi? Piuttosto, finiamo di impacchettare le ultime cose così stasera usciremo a cena con Seth, Lisa, Bianca e i tuoi genitori senza preoccupazioni, sempre se a tuo padre è passato lo stato di shock"
"Credo che lui ti odia ancora sai? Non come anni fa, ma... ti odia, almeno un pochino..."

A differenza di sua madre, suo padre non l'ha presa affatto bene.
L'ha presa sul personale, l'ha presa come uno sgarbo nei confronti della famiglia Moore.

"... probabilmente è un odio passeggero ma al momento mettiti l'anima in pace che continuerà a guardarti in malo modo" continua lei, sistemando altre scarpe in un altro borsone.
"Forse potrei anche capirlo, sotto un certo punto di vista... se un giorno mia figlia, la mia unica bambina, la luce dei miei occhi, dovesse tornare a casa e dirmi che se ne va, lontana almeno duemila chilometri da noi, non la prenderei bene, anzi, molto probabilmente la seguirei"
"E nel caso fosse tuo figlio, un maschio a dirlo?"
"La prenderei nello stesso identico modo, ma in questo caso chi la prenderebbe peggio saresti sicuramente tu" sorrido, passandole l'ennesimo paio di scarpe. "Non credo che ti serviranno tutte queste décolleté a San Francisco... vorrei ricordarti che sono strade completamente diverse da New York e poi... la seconda valigia non si chiude più, forse dovresti fare... una cernita"
"Posso rinunciare a magliette, pantaloni o a qualsiasi cosa, ma alle mie amate Louboutin non rinuncerò mai, per loro ci sarà sempre spazio in valigia, esattamente come ci sarà sempre spazio nella tua valigia per inchiostri, tattoo e via dicendo"
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