Capitolo sette

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Mia Harper Moore.
Manhattan, New York.

"... due taglieri di salumi misti, uno senza prosciutto crudo per piacere, poi un tagliere di formaggi, sempre misto e per finire mezzo litro di vino rosso e mezzo di vino bianco... i vini naturalmente, i migliori che avete in cantina, grazie" Rick sorride, chiudendo il menù.

Esattamente qui, in questo ristorante, in questo tavolo ho conosciuto Rick.
Lui sedeva di fianco a me e con la scusa più banale del mondo, ha cominciato a parlarmi.

"... non facciamo tardi, domani mattina devo essere operativo in ospedale prima dell'alba..."
Annuisco.
"... niente waffle con cioccolato fuso, stavolta"
"Ma... lo avevi promesso"
"Lo so, ma il lavoro chiama"
"Il lavoro chiama sempre, Rick"
"Sono un medico Mia, ho delle responsabilità, anche importanti e..."
"... certo, non lo metto in dubbio, ma... niente, lascia perdere, non capiresti comunque"
"Se avessi avuto anch'io un negozio da due soldi, avrei sicuramente più tempo da dedicarti, da dedicare a noi, ma essendo un medico il mio tempo libero è... limitato" sospira, passandosi una mano tra i capelli biondo cenere.
"Non è una giustificazione"
"Devo pensare al mio futuro, al nostro futuro, se mi concentro adesso sulla carriera, tra qualche anno avrò più tempo libero da dedicare alla nostra bellissima famiglia"
"Quale famiglia esattamente Richard? Se nei tuoi piani per il futuro non sono presenti bambini, gatti, cani, criceti e via dicendo?" alzo, leggermente la voce, attirando così l'attenzione dei tavoli vicino e mettendo lui, in un imbarazzo totale.
"Smettila Mia, stai... urlando, abbassa la voce, per... piacere" accenna sorrisi ai tavoli vicini. "E non gesticolare, siamo in uno dei ristoranti migliori di Manhattan, non puoi assolutamente comportati così, non... siamo nel centro del Bronx, ma a Manhattan"
Alla parola Bronx, cambio totalmente espressione. "Cosa vorresti dire con quella frase?"
"Nulla, soltanto che in posti come questo bisogna comportarsi in un certo modo, in una certa maniera mentre in quel quartiere puoi... fare tutto... non... ci credo, non... ci voglio... credere, anche qui? Anche qui devo..."
"Si può sapere cosa ti... Blake?"
Immediatamente Rose, afferra la mano tatuata di Blake.
La stringe forte, così tanto forte da riuscire a vedere le unghie color rosa confetto conficcarsi nella pelle abbronzata di lui.
"... tranquilla, in passato ho già avuto a che fare con lui e non è assolutamente mia intenzione portartelo via, perciò rilassati e lascia la presa"
"Ignorala" a denti stretti, Blake le sussurra.
"E come potrei mai ignorarla quando siede nel tavolo di fianco al nostro?"
"In un modo molto semplice: facendo finta che ne Rick e ne io, siamo qui" le rispondo, dandole così una ragione in più per agitarsi. "O altrimenti potreste chiedere un altro tavolo, magari dall'altra parte del locale, sarebbe... perfetto, perfetto per tutti, non trovate?"
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