Capitolo XXXII: Vetri rotti

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La prima cosa che Min Yoongi fece non appena vide Dong Youngbae mettere piede nel locale fu quello di prenderlo per il bavero del giubbotto e sbatterlo con le spalle al muro, approfittando del ritardo di Cho-Hee. Il biondo non si aspettava una reazione del genere perciò era rimasto inerme e con gli occhi spalancati.

<<Hai la faccia tosta di presentarti qui dopo esserti comportato da stronzo.>> sibilò Yoongi a pochi centimetri dal viso dell'altro. 

<<Non mi sembra siano affari tuoi.>> ribattè Youngbae cercando di divincolarsi dalla presa del menta senza però riuscirci. Il suo sguardo si fece spaventosamente di ghiaccio gettando ombre scure sugli zigomi di Yoongi e per la prima volta Youngbae lo vide in quello stato, furente dalla rabbia. Gli incuteva timore quell'espressione pericolosa, nonostante lui fosse più muscoloso percepiva che Yoongi non era uno che scherzava, ci sapeva fare con le mani. Difatti poco dopo un gancio destro lo colpì in pieno volto facendogli girare la testa. 

<<Sei un grandissimo figlio di puttana.>> sputò ringhiando il menta. Youngbae provò a reagire a sua volta con un pugno, ma la mano di Yoongi con sorprendente velocità bloccò quel gesto sbattendolo nuovamente al muro e facendolo mugolare. <<Se mai dovessi incontrare di nuovo Cho-Hee ti consiglio caldamente di inginocchiarti e baciarle i piedi perchè se oggi non ti ho spaccato la faccia è soltanto merito suo.>> fece ancora una volta ringhiando. A quelle parole Youngbae annuì come solo i codardi sanno fare. Yoongi era ripugnato dalla meschinità del biondo, lo spinse via facendolo barcollare all'indietro. <<Se rivedo la tua faccia di merda dentro questo locale un'altra volta giuro che non risponderò delle mie azioni.>> lo minacciò puntandogli il dito contro. Youngbae rimase per qualche minuto fermo a guardarlo con il fiato corto, ancora sbigottito dall'atteggiamento del menta che mai avrebbe potuto immaginare. Capì che Yoongi non era il rammollito che credeva fosse, questo doveva ammetterlo, ma lo infastidiva che lo stesse licenziando senza averne l'autorità, tuttavia ci teneva alla pelle, perciò accolse il "suggerimento" del menta e asciugandosi il sangue che gli colava dalla guancia, si diresse verso l'uscita. Yoongi con i pugni stretti lungo i fianchi si voltò con la mascella serrata, incontrando lo sguardo di Jooheon che aveva assistito a tutta la scena dal corridoio. <<Da oggi il takeaway lo faccio io, spero non ti dispiaccia.>> gli disse seccamente passando dietro il bancone per iniziare a lavorare. Il maggiore fece un mezzo sorriso alzando le sopracciglia. Yoongi, sei davvero innamorato, pensò.

<<Affatto.>> rispose infine tornando nel suo ufficio. 

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Due settimane erano passate da quando Yoongi e Cho-Hee avevano nuovamente discusso. Entrambi stavano parecchio da schifo e la situazione non faceva che peggiorare ogni fine settimana quando i due ragazzi si incontravano a lavoro. Cho-Hee era profondamente ferita e Yoongi si struggeva a causa del conflitto che alloggiava nel suo cuore: lasciarla andare sperando che con il tempo le ferite di lei si sarebbero rimarginate e che avrebbe trovato qualcuno migliore di lui, oppure riprendersela e rischiare di farla soffrire come aveva fatto con tutti quelli che un tempo aveva amato? C'era un detto che diceva "se ami qualcuno devi lasciarlo andare", e nonostante Yoongi detestasse queste frasi preconfezionate, decise che quella era la cosa giusta per la ragazza a cui teneva più di qualsiasi altra cosa al mondo. Così indossò nuovamente quella fredda e familiare maschera di indifferenza che soleva mostrare in passato e chi cercava di penetrante le sue difese. Lavorava in silenzio, con lo sguardo freddo e scostante, si concentrava il più possibile cercando di non incrociare i suoi occhi grandi ed espressivi che invece esprimevano tutta la delusione e l'angoscia nel constatare che il menta si era nuovamente chiuso a riccio con lei. Forse era sempre stato così e Cho-Hee si era solo illusa che quel momento apparentemente idilliaco tra loro due sarebbe durato per sempre. Nulla dura per sempre purtroppo, la ragazza lo aveva imparato a sue spese. Non riusciva proprio a capirlo Min Yoongi, c'era stato un tempo in cui pensava di aver compreso come funzionasse la sua mente contorta e tempestosa, pensava di aver intravisto le stelle dietro l'uragano pece dipinto nei suoi occhi. Ma ora quelle stesse iridi che lei aveva sempre ammirato erano divenute nuovamente incomprensibili per lei, forse più di prima. Così lei era diventata sempre più triste, le sue giornate più vuote e ripetitive. Quando la sua famiglia era andata a trovarla in occasione del compleanno della madre, l'aveva trovata molto assente e distratta; cercava sempre di sorridere e apparire serena, ma dietro quei sorrisi si nascondeva ben altro. Fu sua sorella a parlargliene mentre Cho-Hee era intenta nel lavare i piatti, la raggiunse in cucina così da poter parlare liberamente mentre la loro madre e Suho guardavano la tv. Dapprima le chiese se andasse tutto bene, ma come previsto la minore minimizzò dicendo che andava tutto bene e che era solo stanca. Quando però Mi Sun nominò il ragazzo dai capelli menta, Cho-Hee si irrigidì pregandola di cambiare argomento e di non chiederle più di lui.

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