Capitolo XXXVI: Buongiorno

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No POV

Quella mattina Cho-Hee aprì gli occhi e istintivamente sorrise. Non sapeva perchè, ma fu la prima cosa che fece quasi inconsapevolmente. I suoi occhi misero a fuoco la finestra della sua camera, le cui tapparelle filtravano debolmente i raggi solari gettando piccole gocce di luce sul lenzuolo bianco. Cho-Hee allungò un braccio e accarezzò quelle piccole chiazze dorate pensando quanto si sentisse felice. Man mano che andava riacquistando coscienza tuttavia capì il motivo di tutta quella felicità, ovvero Min Yoongi. Il ragazzo stava steso e profondamente addormentato dietro di lei: il suo petto si alzava ed abbassava lentamente contro la sua schiena, il suono soffice e rilassante del suo respiro sul suo orecchio sinistro la cullava, talvolta interrotto da un leggero mugolio; il suo braccio la teneva stretta a lui come se avesse paura che la piccola sarebbe potuta scomparire durante la notte. Cho-Hee ruotò il corpo lentamente in modo da poterlo guardare senza svegliarlo. Il cuore sembrò scoppiarle quando lo vide addormentato, la sua espressione serena lo faceva sembrare un bambino. Lo osservò per un tempo che le parve infinito rendendosi conto, minuto dopo minuto, che quel ragazzo ormai le apparteneva e lei apparteneva a lui, ma non nel modo in cui una persona possiede qualcosa, ma nel modo in cui due persone condividono gli stessi sentimenti l'uno per l'altra, quando i loro cuori battono con l'altro e per l'altro, i respiri si accorciano e gli sguardi si fondono senza mai stancarsi di farlo. La felicità che sentiva bruciare nel petto era la cosa più reale che avesse mai provato. Non importava più nulla, nè i dubbi, nè i litigi nè le parole amare. Era un nuovo giorno dopotutto, contava solo il presente. La sua mente non riusciva ad avere altro che lui in testa, niente più dolore o tristezza, solo euforia e puro amore. Cho-Hee non aveva mai amato nessuno che non fosse la sua famiglia, il primo bacio lo aveva donato a Min Yoongi, e a lui aveva donato anche il suo cuore, talvolta energico e resiliente, talvolta fragile.

La corvina non riusciva a stare ferma, si sollevò leggermente per baciare il suo piccolo nasino delicatamente per non svegliarlo per poi passare alle sue labbra schiuse e morbide. Ronfava ancora. Yoongi aveva sempre sonno, era una cosa carina ma che allo stesso tempo la lasciava sempre incredula. Era sempre più convinta che somigliasse in tutto e per tutto ad un micetto. Sembrava così tranquillo e beato, i suoi lineamenti distesi, i capelli color menta che ricadevano sulla fronte e sul cuscino, le labbra leggermente aperte e scure, il busto coperto dalla sua felpa nera oversize che tanto Cho-Hee adorava annusare perché sapeva di Yoongi, il suo Yoongi. Seppur con riluttanza, sgusciò dalla sua presa e si alzò con l'intenzione di preparare al suo amato una bella colazione. Non era brava come lui a cucinare, questo era certo, ma sapeva fare il caffè, bevanda per cui il menta andava matto. Socchiuse la porta per non disturbarlo e si mise subito ai fornelli. Mentre aspettava che il caffè fosse pronto, decise di mandare un messaggio a sua sorella. In quel periodo non era stata molto presente, se non per tenersi aggiornata sulla salute della madre, e si sentiva un po' in colpa perchè consapevole di quanto la sorella maggiore fosse preoccupata per lei.

Da: Me

Buongiorno Unnie, scusa se in questo periodo sono stata così assente, prometto che ti spiegherò tutto il prima possibile. Voglio solo che tu stia tranquilla però, perchè oggi è proprio un buon giorno. 💜

Poi bloccò lo schermo e tornò al caffè che intanto sprigionava un intenso profumo. Mentre era concentrata sulla colazione, due forti braccia le circondarono il busto stringendola. Dapprima sussultò, ma subito sorrise con le gote rosate. Chiuse gli occhi abbandonandosi sul petto di Yoongi. Il maggiore si era svegliato ed era rimasto contrariato nel non trovare la più piccola vicino a lui, ma sentendo l'odore di caffè si era alzato subito e l'aveva raggiunta silenziosamente. Affondò il viso nell'incavo del candido collo di Cho-Hee inspirando l'odore dolce della sua pelle. La strinse a sè come se volesse dimostrare a se stesso che era reale, lì incarne ed ossa. Sentì la piccola sciogliersi tra le sue braccia e pensò che quello fosse il risveglio migliore della sua vita.

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