Capitolo XXXVIII: Ciao fratello

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No POV

La pioggia batteva leggera sul vetro, producendo un rumore soffice e rilassante. Tuttavia Junki non era rilassato, osservava fuori dalla finestra accigliato senza guardare nulla di particolare; batteva la punta del piede sul parquet tenendo le braccia incrociate. <<Non ha ancora chiamato?>> domandò Lee Jooheon dal suo divano di stoffa color crema distogliendo l'attenzione dal suo libro. L'amico si voltò leggermente, sbuffò seccamente e tornò con lo sguardo oltre il vetro.

<<No, e non penso lo farà.>> rispose in tono piatto. Jooheon si inumidì l'indice e voltò pagina.

<<Ne avrebbe tutte le ragioni.>> disse dopo qualche minuto. Il corvino si voltò di scatto guardando stizzito l'amico d'infanzia. Da quando era arrivato a Seoul si era sistemato a casa di Jooheon, che lo aveva accolto di buon grado, ma che non aveva intenzione di intromettersi negli affari che Junki aveva con il fratello minore. Li conosceva bene entrambi ed inoltre era il datore di lavoro di Yoongi, perciò non se la sentiva di schierarsi dalla parte di nessuno, tuttavia doveva ammettere che cominciava a trovare ridicolo che i due fratelli ancora non si parlassero.

<<Stai dalla sua parte? Bell'amico.>> commentò amaramente il corvino.

<<È spiacevole pensare che tra fratelli si creino delle "parti".>> ribattè Jooheon. Vedendo Junki voltarsi nuovamente con fastidio, chiuse definitivamente il suo libro e si mise a sedere con i gomiti poggiati sulle gambe divaricate. <<Non sto dalla parte di nessuno, mi piacerebbe vedervi riconciliati.>> aggiunse facendo voltare nuovamente l'amico. Quest'ultimo si appoggiò al davanzale e inarcò un sopracciglio.

<<Allora perché dai ragione a lui?>> domandò Junki. Il rosso rise seccamente scuotendo la testa.

<<Perché lo hai sempre incolpato della morte di vostra madre, non lo hai cercato quando è andato via e non lo fai nemmeno adesso, dopo tutti questi anni.>> rispose cercando di far ragionare l'altro. Junki sentì la rabbia montare nel petto, non solo verso le parole del rosso, ma anche verso il fratello minore e, infondo, anche verso se stesso.

<<Se non l'avesse lasciata da sola non sarebbe morta!>> disse alzando la voce e stringendo i pugni. Jooheon sapeva che quello che avrebbe detto avrebbe fatto arrabbiare ancora di più Junki e, forse, lo avrebbe ferito, ma sentiva che il suo compito in quanto amico era quello di essere sincero e cercare di far ragionare l'altro. Ne aveva abbastanza di questa faida tra fratelli e in un certo senso ne soffriva anche lui essendo cresciuto con i Min.

<<O forse sarebbe morto con lei e tu saresti rimasto da solo!>> ribattè il rosso alzandosi in piedi. Poi scosse la testa guardando il viso dell'amico che in quel momento lo squadrava come se fosse uscito di senno. <<Ma comportandoti così lo sei già, no?>> fece in tono più calmo. <<Nemmeno tu eri con lei.>> a quelle parole Junki alzò il capo come se lo avessero appena schiaffeggiato.

<<Cercavo un lavoro per non farci finire sotto ad un ponte!>> sbottò con un ampio gesto del braccio. A Jooheon sembrava che l'amico stesse accampando delle scuse. Non che giustificasse le scelte di vita passate di Yoongi, riteneva che avrebbe dovuto trovare un altro modo per migliorare seppur di poco le condizioni economiche della sua famiglia, ma ricordava benissimo che in quel determinato periodo della loro vita, Junki non era stato molto presente, nè per suo fratello minore, nè per sua madre.

<<Non capisco, incolpi più Yoongi o te stesso? Forse nemmeno tu hai la risposta.>> disse il rosso scorgendo negli occhi dell'amico un velo di insicurezza. In questo i fratelli Min si assomigliavano moltissimo, si addossavano colpe che non permettevano loro di distaccarsi dal passato, con la differenza che il maggiore per mascherare queste insicurezze si sfogava su Yoongi, quest'ultimo invece si puniva anche per colpe che in realtà non aveva. Che grandissima gatta da pelare i Min!, pensò Jooheon. Junki si accasciò nuovamente alla parete e si passò le dita tra i capelli neri.

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