Capitolo 10. La villa bianca

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LA VILLA BIANCA

Liam batté le palpebre lentamente, le vertigini del sonno profondo in cui era caduto ancora presenti. Il sole brillava attraverso i finestrini dell'auto. Era diventato estremamente caldo per via del modo in cui il calore si rifletteva nel vetro, notò Liam, passandosi il dorso della mano sulla fronte. Ugh. Emise un gemito, sentendo i muscoli tesi. Dormire seduto in una macchina forse non era la migliore idea, dopotutto.

Liam sbadigliò rumorosamente, i ricordi della notte scorsa che gli tornarono lentamente in mente. Oh Dio. Imbarazzante. Perché era scappato in quel modo?

Si rese conto che Theo non era sul sedile posteriore, ma non gli ci vollero molti secondi per individuarlo fuori, seduto con le spalle contro un albero, a prendere il sole. I suoi occhi erano chiusi e sembrava tranquillo. Per un breve momento Liam pensò che potesse essere morto, ma poi lo vide spostarsi leggermente per ottenere una migliore angolazione del sole.

Sapeva che avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi, e decise che sarebbe stato meglio farlo ora che aspettare. Liam aprì la portiera della macchina e vide Theo che aprì un occhio per guardarlo.

Liam si sorprese quasi a salutarlo, ma riuscì a fermare l'azione. Si trascinò verso Theo, non del tutto sicuro di cosa dire. Dovrebbe scusarsi? Inventarsi qualche scusa? Dovrebbe semplicemente ignorarlo? Far finta che non sia mai successo? Fingere che non stesse pensando a come si era sentito nel sogno ad avere Theo schiacciato contro di lui?

"-Giorno", disse Theo, sorridendo al sole.

"Ciao" mormorò Liam.

"Vuoi prendere qualcosa da mangiare prima di andare?"

Liam sbuffò. "Come cosa, foglie? Un cactus?"

"Cibo vero, coglione."

Liam annuì, mordendosi nervosamente le labbra. "Sì, certo." Esitò. "Ehi, Theo ... riguardo stanotte ..."

Theo alzò lo sguardo su di lui, un'espressione vuota sul suo viso. "Riguardo cosa?" Disse come se non sapesse di cosa Liam stesse parlando. Liam sentì crescere l'irritazione in lui.

"Non guardarmi così", grugnì, "sai cosa intendo."

Theo inclinò la testa. "Lo so", disse, alzando un sopracciglio. "E quindi cosa?"

"Senti ..." Liam esitò, non sicuro di come esprimere le sue parole. "Senti, mi dispiace, va bene? Non è stato giusto."

Sembrava che Theo lo stesse prendendo in considerazione prima di mettere il broncio. "Non è stato giusto lasciarmi solo nel deserto messicano o scappare odorando come un adolescente arrapato?"

Liam lo fissò con gli occhi spalancati. Sapeva che Theo non era particolarmente attento a quello che gli sfuggiva dalle labbra, ma la sua franchezza lo sorprendeva ancora. La sua espressione incurante lo fece quasi arrabbiare.

Bene. In due possono giocare a questo gioco. "Entrambi", disse Liam, raddrizzando la schiena, stringendo la mascella mentre incontrava gli occhi di Theo. Se lui avesse agito in quel modo, fingendo che non significasse niente, Liam avrebbe fatto la stessa cosa.

Le labbra di Theo si incurvarono in un ghigno. "Cosa hai sognato?"

Liam combattè l'istinto di scappare. Si chiese cosa Theo si aspettasse che lui rispondesse.

"Te" disse dopo un momento, perché la verità non era sicuramente quello che si stava aspettando di sentire.

La sua risposta improvvisa prese alla sprovvista la chimera, i suoi occhi si spalancarono leggermente mentre le sue labbra sembrarono congelarsi in una posizione semiaperta. Liam contò tre secondi prima che Theo riuscisse a rimettersi in sesto e il sorriso scherzoso tornasse

Siamo deboli insieme {THIAM}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora