3.

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Harry arrivò al campo di Quiddich con la luna storta.
Ron lo stava aspettando già pronto, con le braccia intrecciate al petto "Amico dove sei stato? Abbiamo poco tempo, muoviti".
Corse negli spogliatoi e si cambiò in gran fretta, nonostante desiderasse farlo con calma, per prendersi il tempo per riflettere.
Quello che Malfoy aveva detto non lo aveva lasciato indifferente, suo malgrado.
Si era sempre visto come la vittima di ogni situazione, incompreso e in quel periodo anche abbandonato, ma non aveva mai considerato il fatto che anche gli altri potessero soffrire per la sua situazione.
Quante volte Ron o Hermione avevano rinunciato a lamentarsi, perché tanto i problemi di Harry sarebbero stati sempre più gravi dei loro?
Ma ora che tutto era finito, chiunque attorno a lui aveva allentato la pressione, per concentrarsi finalmente su loro stessi; e per questo Harry si era sentito fuori dalle attenzioni.
Troppa tranquillità. Era così abituato a non potersi rilassare neanche un attimo, che ora si sentiva disorientato da tanta pace. No, annoiato. Malfoy aveva usato l'aggettivo corretto.
Si chiudeva in se stesso, si allontanava dagli altri, frustrato dal fatto che nulla di interessante stesse accadendo per attirare la loro attenzione.

Corse in campo, salì in volo sulla scopa e i due si inseguirono lanciandosi la pluffa e ridendo, finché Harry guardò l'ora, accorgendosi che erano già in ritardo per la prossima lezione. Così smisero di giocare e si andarono a cambiare per correre alla lezione di Erbologia con i tassorosso.
-

Harry aveva preso l'abitudine di mangiare a testa bassa, concentrandosi pienamente sul suo piatto, ad ogni pasto. I suoi amici discutevano e parlavano animatamente, ricevendo solo risposte bevi o versi d'assenso.
Ma quel giorno aveva lasciato perdere la sua attenzione al piatto, per far vagare lo sguardo lungo tutto il tavolo dei Serpeverde.
Per tutta quella settimana non era riuscito a vedere Malfoy nemmeno una volta al suo tavolo.
Si era forse immaginato la sua presenza al castello?
La sua domanda gli parve sciocca e assurda non appena vide una testa bionda spiccare tra tutte quelle scure dei suoi compagni intorno a lui.
Mangiava in silenzio, anche lui testa china, mentre Pansy tentava di articolare una conversazione con lui.
Notò subito tutti gli spazi vuoti intorno a lui e che solo Pansy si degnava di guardarlo.
Il luccichio agli occhi mentre gli aveva parlato non se lo era immaginato e ora aveva un senso.
D'un tratto il biondo alzò lo sguardo e intercettò immediatamente il suo, come se avesse saputo che lo stava guardando da ormai qualche secondo, oppure come se Pansy lo avesse avvisato.
Un ghigno percorse il suo viso, marcando le labbra e gli occhi come se fosse stato il primo ghigno da mesi.
Eppure Harry ricordava che qualche anno fa, quell'odioso ghigno non lasciava mai la sua faccia.
Harry si inumidì le labbra screpolate prima di fare un breve sorriso in risposta è tornare subito dopo a guardare il proprio piatto.
"Chi è?" Ron ruppe i suoi pensieri, piantandogli un gomito sulle costole.
"Cosa?" Chiese Harry, alzando gli occhi sui suoi due amici.
"Stavi guardavi un punto indefinito. E ad un certo punto hai sorriso. Come si chiama?" disse Hermione mordendosi un labbro per non ridere.
"Stavo pensando ai fatti miei. Non c'è nessuna ragazza" specificò Harry,
"Quel tuo sorrisino diceva il contrario" continuò Ron, facendolo arrossire nel pensare che, a quanto pareva, aveva appena sorriso a Malfoy come si sorride a qualcuno che ti piace.
Ma per favore. Era solo per cortesia che aveva sorriso. I suoi amici si erano sicuramente sbagliati, solo perché era da un po' che non lo vedevano sorridere.
Tornò a guardare il suo piatto e si riempì la bocca di pasta per non dover più rispondere.
Hermione e Ron si guardarono sorridendo complici e poi fecero lo stesso.

Finita la cena, aveva ormai deciso di voler parlare con Malfoy.
Senza un motivo apparente, voleva solo fargli capire che aveva pensato a quello che gli aveva detto, tutto qua.
Gli pareva strano il fatto che volesse dimostrare proprio a quell'idiota di Malfoy di essere migliore. Ma voleva raggiungerlo comunque.
Salutò i suoi amici, che lo guardarono correre via, sorridendo ancora.
Riuscì subito a vedere Malfoy tra la folla e riuscì facilmente a tenerlo d'occhio e a seguirlo fino in bagno.
Entrò un po' titubante, e lo trovò davanti allo specchio del lavandino, mentre si passava le dita sopra le occhiaie che aveva ormai molto visibili sotto agli occhi.
Lo vide immediatamente, si girò e si appoggiò al lavandino "Potter, hai bisogno di qualcosa?" lo accolse, con un'espressione soddisfatta, che tradiva il tono annoiato.
"Avevi ragione" disse subito Harry, chiudendosi la porta alle spalle.
"Quello che hai detto...avevi ragione".
Malfoy ghignò per la seconda volta quel giorno "Lo so. Mi fa piacere che tu lo ammetta. È un giorno da ricordare" rispose, tornando a guardarsi allo specchio.
"Io..." aveva aperto la bocca senza però avere nulla da dire, fortunatamente Malfoy lo interruppe "Non serve che ti scusi con me per il tuo atteggiamento. Non siamo amici".
Harry abbasso lo sguardo e abbozzò un sorriso "È vero, non siamo amici...".
"Hey" lo richiamò dopo qualche secondo Malfoy "Ti stai pentendo?" Chiese alzando un sopracciglio.
"Che intendi?"
"Ti stai pentendo di non avermi stretto la mano il primo anno?" Chiese arrossendo lievemente e di nascosto.
Harry all'improvviso ricordò quell'episodio che aveva forse volutamente rimosso dalla memoria e si sentì lo stomaco ribollire.
"Cosa? No!" Disse, con un'espressione sicuramente poco convinta, ma con un tono secco e sicuro.
"Allora perché continui a cercarmi?".
Harry corrucciò le sopracciglia. Si, perché da quando lo aveva visto, continuava a ricercarlo ovunque?
Certo, era ovvio. Perché gli era sembrato strano non avertelo notato in giro prima del loro incontro.
Aprì la bocca per parlare, ma una piccola esplosione proveniente dal primo bagno fece sussultare entrambi.
Malfoy si diresse in fretta verso il primo bagno e lo aprì, rivelando un piccolo calderone scoppiettante sopra alla tazza del water.
Diede un paio di mescolate con un cucchiaio da zuppa, aggiunse una polverina dorata e richiuse la porta dietro di se.
"Che cos'era? È ancora quella dannata pozione che mi hai rovesciato addosso?" Chiese Harry, avvicinandosi per sbirciare.
"No...Io- non sono affari tuoi sfregiato!" Gridò Malfoy, allontanandolo con una spinta.
Perché Malfoy si comportava da misterioso come al sesto anno? Se prima Harry non aveva una ragione per seguirlo, adesso ce l'aveva.
"Smetti di curiosare, non hai più scuse per farlo" aggiunse Malfoy, spingendolo verso la porta d'uscita.
"Sai che se fai così peggiori le cose?" tentò Harry, prima che la porta gli venisse sbattuta in faccia.
Malfoy aveva qualcosa che non andava, Harry non sapeva perché gli importasse, ma ora niente gli avrebbe impedito di scoprirlo.
Sarà anche parso un atteggiamento di un annoiato in cerca di sfide, ma Harry sapeva che da quel momento, non avrebbe potuto far finta di nulla.
La curiosità che diventava ossessione era un qualcosa che circolava nel suo sangue, non poteva andare contro la propria natura.

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Hello guys,
Oggi è il mio compleanno!!!            E quindi non potevo non aggiornare!
Eh si, la foto qua sopra 👆🏻 è un regalo da parte di mia sorella.
Esattoh, Ora ho un'adorabile Drarry di plastica da tenere in camera.😍
Comunque spero vi piaccia la continuazione, perché già non so come andare avanti 😅

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