9.

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Harry si rigirò per la milionesima volta nel letto e guardò l'orologio: 3.40.
Ormai sapeva che non sarebbe più riuscito ad addormentarsi.
La testa era così piena di pensieri che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro.
Si alzò e raggiunse il bagno, per sciacquare la faccia con acqua fredda.
Sentí Neville russare nel dormitorio e provò invidia per il suo dormire beato.
Non ce la faceva più, la testa cominciava a dolere. Aveva bisogno di farsi un giro; decise di uscire di nascosto, per raggiungere il lago nero e sedersi sul suo solito posto isolato e riflettere in pace.
Prese il mantello dell'invisibilità, per precauzione, e uscì dalla sala comune.
Si accorse ben presto che faceva piuttosto freddo, ma ormai non aveva voglia di ritornare indietro, così continuò il suo tragitto.
Uscito all'aperto, vide il lago che rifletteva sulle sue acque scure il cerchio brillante e perfetto della luna piena.
Non potè fare a meno di pensare a Lupin e sorrise amaramente nel buio.
Si sedette sull'erba fredda e inspirò l'aria, buttandola poi fuori e creando una nuvoletta di vapore davanti al viso.
Per un po' rimase fermo, le gambe incrociate e le braccia tese dietro la schiena per sostenersi, a occhi chiusi, immerso completamente nei suoi pensieri e circondato dal suono cristallino dell'acqua che si infrange piano sulla sponda.
Un leggero vento si alzò senza preavviso, solleticandogli la pelle del volto, e lui aprì gli occhi lentamente, per tornare a guardare il riflesso della luna.
In quel momento, mentre alzava gli occhi verso il lago, si accorse di non essere solo.
Rise sommessamente e ironicamente quando vide il motivo dei suoi turbamenti dall'altro lato della sponda del lago, appoggiato ad un albero, le braccia appoggiate morbidamente sulle ginocchia piegate e lo sguardo fisso su di lui.
La luna forniva abbastanza luce da poter definire, anche da quella distanza, i suoi contorni appuntiti.
Harry ricambiò imperturbabile lo sguardo, quasi sicuro che potesse essere frutto della sua immaginazione, e rimase a guardarlo per diversi minuti.
Nessuno dei due riusciva a staccare gli occhi dall'altro, forse perché, in parte, protetti dal buio.
Fu Malfoy a rompere il contatto visivo, per afferrare un piccolo ciottolo e lanciarlo dentro l'acqua scura.
Harry seguí attentamente quel movimento, quasi fosse stato eseguito a rallentatore, poi fece lo stesso, utilizzando più attenzione, per riuscire a far fare a quel sasso un paio di rimbalzi sulla superficie dell'acqua.
Sorrise leggermente e tornò a guardarlo.
Malfoy sembrò prendere quel gesto come una sfida, perché raccolse un altro sasso, lo lanciò e gli sfece fare tre piccoli balzi prima di affondare.
Harry scosse la testa, vedendo il suo sguardo compiaciuto.
Per un po', intorno al lago, gli unici suoni che si potevano udire erano piccoli tonfi sull'acqua, provocati da quel gioco infantile, ma che in quel momento sembrava naturale e necessario a smorzare la tensione.
Harry si guardò intorno, non riusciva più a trovare nessun sasso abbastanza appiattito, così smise, tornando a guardare Malfoy e stringendosi nelle spalle al suo sguardo indagatore.
Ancora il silenzio dominò il lago, prima che Harry decidesse di alzarsi, e raggiungerlo, calpestando lentamente le foglie secche uccise dall'autunno.
Malfoy lo seguì con lo sguardo, agitandosi leggermente sul posto quando Harry si sedette di fronte a lui.
Il moro sorrise al biondo, che non contraccambiò.
"Non riesci a dormire?" sussurrò Harry, poco sicuro di voler guastare quel silenzio.
Malfoy scosse lentamente la testa, guardandosi i piedi e Harry sorrise beffardo "Per quello che è successo prima?"
Malfoy alzò lo sguardo indispettito "Modesto da parte tua pensare che ruoti tutto intorno a te"
Harry emise una breve risata "Ma è così?"
Malfoy sbuffò un "si" ancor più sussurrato. "Tu sei qui per lo stesso motivo?" Chiese sicuro della risposta.
Harry annuì.
"Sai, vengo spesso qui quando voglio riflettere" ammise, girando la testa verso il lago.
"Anche io" disse Malfoy alzando un angolo della bocca all'insù.
Harry corrucciò la fronte "non ti ho mai visto"
"Perché non volevo farmi vedere" disse Malfoy acido.
"Oggi ti ho visto"
"Beh non credevo saresti venuto, poi sei arrivato così all'improvviso"
Harry sospirò prima di riproporre un sorriso gentile. Forse troppo gentile.
La faccenda del marchio e del bacio stava modificando completamente il loro modo di rapportarsi, che era rimasto uguale da...beh 17 anni.
Harry aprì la bocca per parlare, poi la richiuse, come fosse stata  una rincorsa finita male.
La riaprì e finalmente parlò "Avevi mai...insomma...baciato un ragazzo prima di me?" Chiese curioso.
Malfoy parve sorpreso da quella domanda. Trattenne il respiro qualche secondo prima di rispondere "si".
Harry alzò le sopracciglia "Chi?" Chiese sempre più curioso, ricacciando nella testa il pensiero che potessero sembrare due ragazzine ad un pigiama party.
Malfoy alzò gli occhi al cielo, prima di pensare che in fondo non c'era nulla di strano a dirglielo, ormai avevano le stesse colpe, non avrebbero potuto accusarsi a vicenda.
"Blaise" disse tranquillamente.
"Oh" Harry si trattenne dal ridere. Quell'idiota di Blaise, che lo aveva deriso qualche giorno fa con atteggiamenti omofobi, era gay.
"Quindi stavate insieme..."
"No niente del genere. Ero al quarto anno, ubriaco dopo il ballo del ceppo. Ci siamo trovati dentro la sala comune e siamo finiti a pomiciare." Disse con un leggero tremore alla voce.
Harry non potè evitare di immaginarsi la scena e arrossì a quel pensiero vagamente eccitante.
"Che ragazzino ribelle. Quale ragazzaccio è riuscito a corromperti con  l'alcol?" Scherzò Harry, tentando di pensare ad altro.
Malfoy sorrise malizioso "E tu? Golden boy?"
Harry rise "Beh io ho baciato Cedric Diggory, sempre al quarto anno" ammise, ricordando con un certo disagio quando si fosse sentito impacciato, sopratutto perché
poi quel ragazzo per cui aveva una mezza cotta, alla fine aveva portato al ballo la ragazza per cui aveva una cotta ancora più disperata.
Malfoy sembrò colpito "il belloccio che si faceva Cho Chang?"
Harry annuì.
"Aspetta ma...al quinto anno non eri tu che ti consolavi la Chang?"
Harry annuì ancora e arrossì.
Malfoy invece rise "E io che pensavo di essere stato un disastro a baciare uno dei miei migliori amici"
Harry gli diede una piccola spinta e incrociò le braccia al petto.
"Comunque dopo Blaise non c'è stato nessun altro ragazzo"  disse poi Malfoy, tornando improvvisamente serio, arrossendo lievemente.
"Beh, se non vuoi contare la Parkinson come un ragazzo..." tentò di scherzare Harry, per svicolare dalla situazione imbarazzante.
"Veramente non sono mai uscito con Pansy" disse Malfoy, corrucciando le sopracciglia.
"Oh pensavo che foste fidanzati" ammise Harry.
"Oh no. Insomma, credo che lei mi giri in torno perché prima o poi vuole portarmi a letto ma, non fa per me"
Disse con sicurezza.
Harry si sentì stranamente sollevato.
Malfoy si incupì, tornando a volgere lo sguardo verso il lago nero.
Senza accorgersene i due i erano avvicinati molto, e ora le gambe di Harry sfioravano leggermente quelle di Malfoy, un tocco così delicato e naturale che non i fastidì nessuno dei due.
Harry studiò attentamente il suo profilo e i suoi occhi grigi, brillanti e turbolenti.
Erano lì per lo stesso motivo. Si chiedevano perché tutto questo fosse successo e perché non fossero minimamente pentiti.
Ad entrambi serviva distrazione, qualcosa a cui pensare e che desse un minimo di preoccupazione, ma che svicolasse la mente dai veri problemi.
Forse non erano così diversi da quel che credevano.
"Malfoy" lo richiamò piano Harry, per fare in modo che gli dedicasse tutta la sua attenzione.
Malfoy si girò verso di lui "si?"
Harry approfittò del momento, prese tra le dita il mento si Malfoy e appoggiò lentamente le labbra tiepide sulle sue.

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