8.

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Rimanere chiuso nel dormitorio per tutta la domenica non era proprio l'idea iniziale che aveva avuto Harry per passare il weekend, ma decise che gli serviva riposo e relax.
Inoltre era veramente troppo imbarazzato per uscire allo scoperto e ritrovarsi Malfoy davanti. O qualsiasi altro Serpeverde che, sicuramente, aveva saputo cosa aveva fatto la sera prima. Malfoy non si sarebbe mai fatto scappare un'opportunità così preziosa per metterlo in difficoltà, opportunità che Harry gli aveva offerto sul piatto d'argento.
Seduto sul letto, accompagnato da un libro trovato per caso sotto al suo comodino -nonostante non stesse capendo nulla di ciò che stava leggendo-,  sospirò per l'ennesima volta.
Che situazione assurda.
Nella testa gli frullavano mille domande e dubbi.
Il giorno prima, sul momento, gli era sembrato geniale aggredire Malfoy proprio come andava in giro dicendo che aveva fatto.
Ma poi, si era reso conto che così, aveva semplicemente accontentato Malfoy.
Eppure, gli era sembrato così vulnerabile e fragile solo poche ore prima.
Ma un altro dubbio lo assaliva: aveva baciato Malfoy solo per una sorta di ripicca, oppure perché gli piaceva l'idea di farlo?
Non era la prima volta che baciava un ragazzo, ma tutte le altre volte lo aveva fatto ben consapevole e forse anche per divertimento. Ora era molto diverso. Perché l'idea di divertirsi con Draco Malfoy non gli aveva mai neanche  sfiorato l'anticamera dal cervello, nonostante lo considerasse...niente male.
Si prese la testa fra le mani, mentre un inizio di mal di testa cominciava a martellargli il cranio.
Si ricordò di non aver fatto colazione e ne pranzato. Ron e Hermione dovevano essersi dimenticati di lui, o forse erano solo andati ad Hogsmade e quindi non avevano potuto raggiungerlo.
Si stiracchiò e scese dal letto.
Forse era ora di sgattaiolare nelle cucine pre sgraffignare qualcosa da mettere sotto ai denti.

Uscì definitivamente dalla sicurezza della sala comune dei Grifondoro per avviarsi verso le cucine di Hogwarts.
I suoi passi venivano scanditi dal brontolio del suo stomaco, furioso e vuoto.
Stranamente tutti i corridoi dove passò erano deserti, fatta eccezione per qualche Corvonero che preferiva trovarsi angoli appartati per leggere piuttosto che uscire sotto al flebile e ancora tiepido sole di ottobre.
Più volte credette di essersi perso, ma poi intravide in lontananza il passaggio per le cucine e vi si diresse in fretta.
Mentre camminava a passo svelto, sentì qualcosa afferrarlo per il colletto della camicia, fu costretto a mettersi spalle al muro, mentre due mani pallide e sorprendentemente forti, lo tenevano fermo per le spalle.
Si trovò davanti due occhi grigi e turbolenti, e sentì le guance colorarsi di imbarazzo.
"Malfoy cosa stai..."
"Potter, cosa hai in mente?" Disse a denti stretti, schiacciandolo più forte contro al muro, per evitare che scappasse, ora che ce lo aveva in pugno.
"Io...cosa intendi?" Disse Harry in un fil di voce, senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi.
Malfoy sogghignò "Non starò al tuo gioco. Per questo non ho buttato in pasto dei miei cosiddetti amici la storia del bacio di ieri. Era ovvio che tu volessi proprio questo".
Harry sgranò gli occhi, mentre l'imbarazzo si faceva sempre più forte "Vuol dire che non l'hai detto a nessuno?"
"Non faresti mai una cosa del genere senza voler ottenere qualcosa in cambio" continuò Malfoy, questa volta arrossendo a sua volta.
Dopo questa frase, Harry si sentì più stupido e confuso che mai.
"Lasciami andare Malfoy" disse infine, tentando di spingerlo lontano da se.
"No! È tutto il giorno che ti cerco e..." Malfoy si tappò immediatamente la bocca, sgranando gli occhi e distogliendoli dai suoi verde smeraldo.
"Aspetta, mi hai cercato tutto il giorno dopo quel bacio?" Disse Harry, sorridendo un poco divertito, un poco malizioso "Molto romantico" disse ancora, gustandosi la sua espressione imbarazzata e infuriata "sta zitto idiota" lo attaccò Malfoy, liberandolo finalmente dalla sua presa.
"Volevo solo capire perché lo avessi fatto" disse poi, riconquistando la propria sicurezza e l'imbarazzo dell'altro. "Perché mi andava. Andavi in giro dicendo che ti ho aggredito per baciarti, ora puoi vantarti di aver detto la verità" disse infine Harry, così rosso in volto, da prendere il colore della sua maglietta bordeaux.
Malfoy strinse gli occhi fino a farli diventare due fessure "Lo sai che non potevo dire del marchio" disse in un sussurro.
"Beh ma perché mettere i bastoni tra le ruote a me?" Chiese Harry, improvvisamente più comprensivo.
Malfoy abbassò lo sguardo per un attimo, per poi riprendere a guardarlo con sicurezza "Perché ero arrabbiato"
"Arrabbiato? Con me?" Chiese Harry corrucciando le sopracciglia "Si".
"Ma..." cominciò Harry, prima di riprendere fiato, per evitare di balbettare "Tu mi hai anche ringraziato dopo che...insomma credevo di averti tolto un gran peso." Disse, chiedendosi perché si stesse preoccupando tanto per ciò che sentiva Malfoy.
"Sul momento era l'unica cosa di cui mi importava. Ma poi..." si fermò, scosse la testa e fece per allontanarsi e andarsene. Harry si agitò subito, lo prese per un polso e lo guardò corrucciato "Ma poi?"
"Che importa?"
"A me importa" disse Harry, senza pensarci troppo. Perché quando era con Malfoy diventava più impulsivo, istintivo?
Le guance di Malfoy si colorarono di rosa, prima che decidesse di continuare "Hai pensato troppo in fretta" sussurrò a testa bassa.
"Che intendi?"
"Voglio dire che hai colto l'occasione di farmi del male molto velocemente. Subito ti sei offerto di farlo al posto mio" disse ricomponendo i suoi occhi grigi con quelli smeraldo di Harry.
Il moro sgranò gli occhi e si sentì le gambe diventare come gelatina "L'ultima cosa che volevo era farti del male" disse sincero, afferrandogli entrambi i polsi con forza. Malfoy non si ritrasse.
"Io volevo aiutarti."
"Ma perché?" Chiese Malfoy, non riuscendo più a nascondere gli occhi lucidi.
"Perché..." sospirò e prese coraggio "Non credo tu possa meritarti tutta questa sofferenza. Insomma, sei stato costretto in fondo a far del male, perché mi hai dimostrato di non credere negli ideali dei tuoi genitori più volte durante la guerra. Credo che tu più di tutti meriti una seconda possibilità" terminò e sentì il cuore battergli all'impazzata. Finalmente era riuscito a dire ciò che pensava al diretto interessato.
"Nessuno me lo aveva mai detto..." disse Malfoy in un sospiro.
"Te lo dico io" disse Harry, prima che Malfoy gli prendesse il viso tra le mani, per unirsi a lui in un bacio mozzafiato.
Lo spinse ancora contro al muro e approfondì il gesto facendo scivolare la lingua tra le sue labbra, in cerca della gemella. Harry, dopo la sorpresa iniziale, rispose senza esitazione, afferrando con una mano i suoi capelli biondi e attirandolo a se per il fianco con l'altra.
Segui con la lingua la danza erotica che l'altro stava conducendo, facendo contemporaneamente scivolare le dita sul suo sedere, apprezzandone la rotondità e compattezza.
Malfoy gemette appena dentro la sua bocca e affondò gentilente le dita sulla sua guancia destra, accarezzandolo con l'altra mano lungo il collo, fino ad arrivare all'apertura del colletto della camicia; prese a sbottonarla lentamente, senza mai staccarsi da lui.

"Mi dispiace di averlo lasciato solo"
Una voce troppo famigliare invase il corridoio dove si trovavano, così furono costretti a fermarsi, senza muoversi dalle loro posizioni.
"Aveva bisogno di stare per conto suo."
"Eppure quando siamo tornati non era nel dormitorio"
"Hermione te l'ho già detto, conoscendolo è nelle cucine a sgraffignare cibo".
Harry vide le ombre dei suoi migliori amici avvicinarsi lentamente; pensò in fretta e trascinò Malfoy dietro ad una statua dalla testa mozzata posizionata in un angolo del corridoio e lo zittì, appoggiando l'indice sulle labbra.
La coppia passò ignara lungo tutto il corridoio e sparì dietro l'entrata delle cucine, tra chiacchiericci e sbuffi da parte di Ron.
Una volta che se ne furono andati i due tornarono a guardarsi, rossi in volto per l'eccitazione.
"Forse è meglio se li raggiungo" disse poi Harry, con voce roca, sorridendo al brivido che causò all'altro.
Malfoy annuì, lo guardò ancora un attimo e poi sparì in fretta.
Harry si sistemò la camicia e si preparò a trovare scuse adatte da propinare ai suoi amici.

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