11.

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Harry arrivó finalmente alla Serra per la lezione di erbologia, in ritardo, sudato e trafelato. Aveva corso per tutto il castello senza pause per cercare di recuperare il tempo perso.
Entrò "Mi scusi per il ritardo" si scusò passandosi una mano tra i capelli arruffati.
Per l'ennesima volta, non ricevette nessun richiamo, la passò liscia ancora, come se fosse un individuo speciale.
Quasi con naturalezza, incrociò lo sguardo di Malfoy, che aveva sul volto un'espressione al quanto irritata dalla situazione.
Non potè fare a meno di rivolgergli un sorriso imbarazzato, prima di sedersi accanto a Ron, già intento a riempire di terra un vaso vuoto.
Lo salutò con un cenno e si sedette stancamente su di uno sgabello, rivolgendo un'espressione annoiata alla pianta che aveva di fronte. Reazione indegna per un fiore dai petali lucidi coloratissimi e dall'odore talmente dolce da assopire i sensi.
Scrollò le spalle per risvegliarsi e cominciò lentamente a dissotterrare le radici del fiore.

Finita la lezione, tutti si alzarono in fretta, desiderosi di respirare un po' di aria fresca e liberarsi dai gas emanati dal fiore con cui avevano dovuto lavorare, e che Harry aveva scoperto in seguito essere soporiferi.
Harry rimase seduto, aspettò che tutti uscissero per unirsi per ultimo alla fila; forse perché Malfoy stava facendo la stessa cosa. Rimaneva fermo al suo posto, fissando Harry con insistenza .
Si alzarono simultaneamente, non appena l'ultima ragazzina Grifondoro fu uscita dalla Serra e si diressero in fretta verso l'uscita, quasi fossero in una competizione, senza mai smettere di guardarsi.
Nessuno dei due riuscì nel proprio intento, perché Si parò davanti a loro la professoressa Sprout con fare pomposo e li spinse dentro la Serra.
"Voi fermi qua, mi aiuterete a pulire!" Disse allegra, porgendo ad Harry alcuni sacchi di plastica verde e a Malfoy due secchi di metallo.
Harry assunse subito un'espressione indignata, vedendola andare via canticchiando, mentre Malfoy sembrava soddisfatto. Come se si fosse aspettato la richiesta della professoressa.
Harry lo guardò accigliato  "Che significa?" Chiese, buttando I sacchi di plastica sul tavolo da lavoro.
"Considerala la tua degna punizione per essere arrivato mezz'ora in ritardo" rispose Malfoy, cominciando ad ammucchiare terra con espressione schifata e un po' impettita.
Harry si sentì confuso "Come facevi a..."
"La professoressa Sprout chiede sempre agli ultimi rimasti di pulire, e sapevo che tu mi avresti aspettato" spiegò subito Malfoy, con un ghigno malizioso e soddisfatto che gli attraversò il volto pallido.
"E poi, è ora che qualcuno ti rimetta in riga. Forse non ti e mai importato, ma le regole sono per tutti" continuò il biondo, porgendo ad Harry dei rastrelli, sperando che li andasse a riporre al loro posto. Harry lo fece in silenzio, meditabondo.
"Quindi ti sei sacrificato a pulire solo per farmi dare una specie di punizione?" Chiese infine Harry, con tono divertito.
Malfoy si rabbuiò, poi sospirò quasi rassegnato "...si".
Harry rise brevemente per poi tornare serio.
"Non credere che mi piaccia avere questo genere di trattamento dai professori" disse sincero, cominciando a spazzolare terra dal bancone dal lavoro, mentre Malfoy faceva lo stesso.
"Come no" rispose ironico il biondo, alzando un sopracciglio.
"Dico sul serio" continuò Harry "Ormai quasi nessuno mi tratta normalmente qui".
Malfoy sbuffò "Sei sempre stato visto come un qualcosa di speciale." disse giustamente Malfoy.
"Cosa è cambiato da allora?"
Harry ci pensò su, poi si strinse nelle spalle, continuando a lavorare.
"Ma io l'ho sempre detto, che tu non sei speciale" disse all'improvviso Malfoy, dopo qualche secondo di silenzio. Harry alzò gli occhi su di lui e si fermò dal lavoro, mentre il biondo continuava a spazzare via terra in modo impacciato, tenendo  gli occhi bassi e concentrati.
"Io ho sempre visto in te un semplice ragazzino allampanato, con dei capelli orrendamente disordinati e la faccia coperta da quegli occhiali così fuori moda, e non ho mai capito perché tutti gli altri vedessero in te un idolo, un eroe." Disse, senza mai fermarsi dal riordinare "tutto quello che sapevi fare era andare a cercare casini e poi venivi lodato per questo. Ma non eri altro che uno stupido, idiota ficcanaso..." si bloccò all'improvviso, quasi avesse appena realizzato  di non essere solo. Alzò lo sguardo timoroso, trovandosi Harry a pochi centimetri da se, con un gran sorriso stampato sulla faccia.
Si irrigidì e lo guardò accigliato. Strano modo di reagire a degli insulti, in effetti.
"Hai completamente ragione" sussurrò Harry, avvicinandosi a lui per lasciarli un leggero bacio sull'angolo della bocca.
Malfoy rimase a bocca aperta, mentre Harry sembrava divertito, oltre che grato che qualcuno lo ritenesse ancora un comune mortale. Certo, era un vero disastro senza i filtri della fama, ma almeno era sinceramente normale.
"E sei anche pazzo!" Esclamò poi Malfoy, sorridendo appena, senza farsi notare.
Anche Harry rise brevemente prima di tornare serio e guardare il biondo dritto negli occhi. Malfoy fece lo stesso e, in un attimo, si ritrovarono uniti in un bacio mozzafiato. Harry incorniciava il collo di Malfoy con le braccia; mentre Malfoy manteneva I loro corpi il più vicini possibile, stringendolo per i fianchi.
Si fermarono e separarono come colpiti da una scarica elettrica solo quando ebbero terminato l'aria a disposizione.
Ripresero fiato, entrambi sorpresi da ciò che era appena successo, da come fossero stati attirati l'uno dall'altro come magneti di carica opposta.
La professoressa Sprout entrò dentro la Serra proprio in quel momento, li guardò senza capire bene cosa fosse successo, per poi sorridere "Potere andare ora, finisco io qui".
Harry e Malfoy si guardarono circospetti, prima di uscire dalla Serra e dirigersi dentro al castello.
Camminarono in silenzio, ma nonostante tutto, Harry non riusciva a sentire tensione tra di loro. Sembrava tutto troppo naturale. E fu questo pensiero che gli trasmise ansia.
Con Malfoy non poteva accadere ciò che era accaduto, più volte ormai, con naturalezza.
Harry si bloccò in mezzo alle scale, e dovette aspettare qualche secondo prima che Malfoy se ne accorgesse e si fermasse a sua volta, con sguardo confuso.
Harry salí il tratto che mancava per raggiungerlo, salendo uno scalino in più, per essere più alto di lui, per una volta. Lo guardò dall'alto al basso, quasi per studiarlo; poi provò ad avvicinarsi a lui molto lentamente, con l'idea di testare la sua reazione. Perché finché tutto accadeva con rapidità, era normale lasciarsi trasportare. Ma se si provava a lasciare tempo per pensare? Cosa sarebbe accaduto?
Malfoy rimase immobile e rigido inizialmente, poi cominciò a rilassarsi e a riuscire a mantenere sempre più a lungo il contatto visivo con Harry.
Finché l'attesa snervante li ripagò con il dolce e aspettato contatto, che fu più intenso e delicato di tutti gli altri.
Tanto che Harry riuscì a notare a come le loro labbra si incastrassero perfettamente, come i pezzi di un puzzle.
Harry sorrise sulle sue labbra e lo avvicinò più a se con un abbraccio. Malfoy si lasciò avvicinare, intrecciando le dita tra i capelli mori dell'altro.
Il tempo si fermò, l'aria si liberò di tutti i rumori ed entrambi si isolarono dal mondo circostante.

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Ragazzi lo so che è da troppo che non aggiorno, ma ora che è estate e sono ufficialmente in vacanza, prometto che lo farò più spesso. Comunque, che ve ne pare?🥰🎊🌈🌞

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