Smile

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Domenica 20-08-2017
As the light, washes over the morning rise,
You're still asleep, and that's all right,
I can be still, cause you look so sweet,
And beautiful, next to me.And all my life,
I've been waiting for someone like you,
To make me smile,
You make me feel alive,
And you're giving me everything,
I've ever wanted in life,
You make me smile,
And I forget to breathe,
What's an angel like you,
Ever do with a devil like me.

JARED

La mia casa è sempre molto quieta al mattino presto. Il sole mi dà il buongiorno attraverso la finestra al mio lato destro e apro gli occhi richiudendoli quasi subito, accecandomi. Mi volto al mio lato sinistro, trovando Pamela che dorme con una mano sotto la sua guancia, i suoi ricci color pece che le ricoprono un po' il viso e le labbra leggermente schiuse. Ho amato svegliarmi accanto a lei dal primo momento in cui l'ho fatto ed infatti, dopo quattro lunghi anni, non riesco ancora a staccarmi da lei. È la mia droga, anche se mi permetto il lusso di avere altre donne, lei sarà sempre la mia scelta.
Le scosto delicatamente una ciocca di capelli dal volto, chiedendomi quanto lei possa amarmi, arrivando al punto di starmi accanto nonostante viene ferita numerose volte. Cosa può spingere un angelo bello quanto lei a starmi comunque accanto. Sospiro buttandomi sulla schiena e guardando il soffitto bianco della nostra camera da letto, per poi scostare le coperte dal mio corpo e mettere i piedi sul pavimento freddo. Mi stiro i muscoli portando le braccia al cielo e mi alzo andando verso la sedia che c'è in camera afferrando la maglia che indossavo ieri e infilandomela.
Esco piano dalla stanza dirigendomi verso quella del piccolo Drew e, aprendo la porta molto lentamente, lo guardo mentre è ancora nel mondo dei sogni. Sorrido tra me e me, non potendo fare a meno di notare quanto è calmo adesso messo a confronto con il resto della giornata. La testa arruffata come quella della sua mamma, con la sola differenza che i suoi capelli sono rossi, come quelli di Melissa.
A volte mi fa male sapere che guardandolo non troverò mai nessuna somiglianza con me o con qualcuno della mia famiglia, perché lui non è mio. Questo forse è un altro motivo per cui non lascio Pamela, anche se di poco conto. Per lui sono come un padre, visto che il suo lo ha abbandonato non volendone sapere niente. Forse è anche per questo che lo sento così vicino a me. Anche io sono stato abbandonato da mio padre, molti anni fa e poi qualcuno ha deciso di darmi il suo cognome, trattandomi come figlio suo. Mia madre fu molto fortunata ad incontrare Carl all'epoca, anche se il loro matrimonio è poi finito e nonostante avessimo preso il suo cognome, si interruppero anche i rapporti tra di noi.
Scuoto la testa ai miei ricordi ed esco dalla stanza del bambino, pronto a ritornare nella mia per farmi una bella doccia. Entrando, però, noto il letto vuoto e sento l'acqua scorrere nel bagno. Un sorriso malizioso mi increspa le labbra e mi dirigo verso la stanza cominciando a spogliarmi. Una volta dentro, guardo Pamela che è di spalle intenta a lavarsi i capelli e, sorridendo ampiamente, mi sfilo i pantaloni del pigiama e i boxer a seguito, aprendo la porta della cabina facendola sobbalzare «scusa, non volevo spaventarti!» dico avvicinandomi e lasciandole un bacio sulla spalla
«dovrei essere abituata ai tuoi agguati» sbotta lei, continuando a massaggiarsi la testa
«agguati? Quali agguati? Sono qui solo perché se facciamo la doccia in due sprecheremo meno acqua!» le cingo la vita con le mie braccia, facendo scontrare la mia erezione contro il suo fondoschiena
«vorrai dire tre» aggiunge maliziosa portando una mano dietro la sua schiena afferrando il mio membro.
Un gemito di apprezzamento esce dalle mie labbra al suo tocco e butto la testa indietro mentre il getto dell'acqua mi colpisce dritto sul petto.
La guardo voltarsi verso di me, senza smettere il suo movimento con la mano «il balsamo deve stare in posa per 5-10 minuti...» mi informa maliziosa «...cosa potrei fare per impegnare questo tempo?» domanda poi lasciando baci lungo il mio petto
Amo quando ha questi momenti nel quale lascia il resto del mondo fuori, rendendo importanti solo noi due «non saprei! Hai qualche idea?»
«Forse...» dice continuando la sua scia di baci, andando verso il mio addome, mordendolo dolcemente e succhiando la carne tra le sue labbra carnose, scendendo sempre di più, fino al mio basso ventre e inginocchiandosi davanti a me «...potrei pregare...» dice mettendo una mano sotto le mie palle e massaggiandole delicatamente, senza smettere il suo movimento con l'altra lungo la mia asta
«oh, piccola, ti prego io...» mi mordo il labbro «...ti prego, succhiamelo!» le passo una mano tra i capelli avvicinandola a me e la fisso mentre mi sorride iniziando a baciare la punta del mio cazzo.
Gemo mentre mi guarda fisso con quei suoi occhioni verdi, iniettati di malizia e quando la sua lingua lambisce esperta tutta la mia lunghezza, non posso fare a meno di chiudere gli occhi e buttare la testa indietro. Continua il suo massaggio ai miei testicoli, facendo poi sparire la mia intera erezione nella sua bocca, e nonostante è ciò che fa sempre non posso non chiedermi come possa starci tutto. Lo tira fuori guardandomi soddisfatta, per poi cominciare un ritmo deciso, che mi impazzire.
Metto una mano contro le piastrelle fredde della doccia e un'altra mano la posiziono dietro la sua testa afferrandole i capelli come so piacerle «Dio mio...si...continua». Il movimento è eccezionale e sento la mia lunghezza esplorarle l'intera bocca «non durerò molto» dico ansante, posando anche l'altra mano contro le piastrelle, tanto, non ha bisogno della mia guida. Sa cosa fare.
In meno di un minuto, mi sento quasi alla fine e lei, accortasi della cosa, lo tira fuori per continuare il lavoro con la sua mano, fino a portarmi al limite e facendomi svuotare sui suoi seni.
Mi appoggio con la testa contro le piastrelle e chiudo gli occhi «non penserai mica che abbiamo finito qui?» domanda buttandosi sotto il getto dell'acqua, non prima di aver preso alcune gocce di sperma dal suo corpo con le dita e averle portate alla sua bocca per assaporarle
«perché, cos'altro vuoi fare?» domando spingendomi sotto il getto insieme a lei, sbattendola poi con la schiena contro le piastrelle, facendola rabbrividire
«non so, tu cosa vorresti farmi?» pare che stamattina si sia svegliata bene
«tesoro, non mi basterebbero giorni per dirti cosa vorrei farti» mi abbasso a morderle il collo, facendola gemere
«allora... potresti mostrarmi qualcosina» aggiunge posando le mani sul mio sedere e premendomi contro di lei
Afferro una sua gamba, legandomela in vita e la guardo negli occhi quando la mia erezione si scontra con la sua intimità. Mi chino catturando le sue labbra con le mie, dando vita ad un bacio poco casto, mentre scivolo l'altra mia mano per afferrarle anche l'altra gamba e incastrarla per bene contro il muro.
Una volta messa in posizione, lascio che la mia erezione la riempia lentamente, centimetro dopo centimetro. La sensazione di essere in lei è inspiegabilmente bella «oddio, si!» geme mettendo la testa contro le piastrelle bagnate dietro di lei e afferrando le mie spalle con le sue mani, graffiandole leggermente.
Il mio ritmo è costante, i nostri sguardi sono persi uno nell'altro e non perdo tempo a mettere le mie mani dietro le sue ginocchia e alzarle fino a farle scontrare con i suoi seni, dandole, attraverso un'angolazione diversa, ancora più piacere.
Sento il suo sesso pulsare intorno al mio e dopo un po' trema per il suo orgasmo, lasciandomi godere le sue espressioni di appagamento, che mi portano, a loro volta, al massimo del piacere.
Siamo qui, sotto il getto d'acqua calda, abbracciati uno all'altra, riprendendoci dall'amplesso, accarezzandoci la pelle e baciandoci «amo questi momenti!» le sussurro dolcemente
«anche io!» mi dice sfiorandomi le labbra con un dito.
Il nostro momento non dura molto, perché Drew chiama dall'esterno e il mio cellulare suona «la pace è finita» dice lei con uno sbuffo, spostandosi dalle mie braccia per uscire dalla doccia.
La seguo dopo pochi secondi e noto la sua strana espressione «va tutto bene?» domando confuso e quando lei non risponde, ma si limita a passarmi il cellulare, capisco: sul display lampeggia il nome e la foto di Talia «tesoro...» non so cosa dire
Lei ferma le mie parole «molto carina...e giovane» dice con gli occhi lucidi uscendo frettolosamente dal bagno e lasciandomi solo.
Sbuffo sedendomi sul bordo della vasca e rispondo alla chiamata «ehi!»
«ehi, amore! Mi manchi così tanto!» dice con la voce da bambina
«anche tu piccola» dico allungandomi a prendere una salvietta per asciugarmi i capelli. Di solito è Pamela a farlo, ma credo di averle fatto passare la voglia «dove sei?» le chiedo
«sto per uscire a fare un po' di shopping!» dice e me la immagino a casa, intenta a scegliere con cura ciò che deve indossare «che ne dici di vederci per pranzo?» propone
«piccola...vorrei, ma...»
«devi stare con lei?» sbotta e dal tono della voce capisco che è incazzata. Se c'è una cosa che odia Talia, beh, quello è il rifiuto «ti rendi conto da quanto tempo non ci vediamo?»
«Taly, sono appena 2 giorni» sbotto infastidito. Non solo deve incazzarsi Pamela, che ha tutte le ragioni per farlo, deve farlo anche lei «sai come vanno le cose»
«certo!» dice in un tono molto alto «Pamela viene sempre prima di me...» chiudo gli occhi passandomi una mano sul volto, frustrato «...io, invece, non sono nessuno!» sento la sua voce incrinarsi prossima al pianto «sono solo la tua stupida puttanella!» ed ecco il pianto
«no, piccola! Non fare così!» provo a calmarla «lo sai che odio quando piangi ed io non sono lì con te»
La ascolto mentre singhiozza dall'altra parte del telefono e un senso di impotenza mi invade, perché non sono lì a poterla calmare «io ho bisogno di te!» dice con un urlo stridulo che mi fa allontanare l'apparecchio dall'orecchio
«ehi, piccola, ascoltami!» aspetto che calmi un po' il suo pianto «io...beh...il bambino ha la febbre...e tu sai quanto lui tiene a me...voglio stargli vicino»
«è solo una scusa!»
«no, è vero piccola...» decido di usare le mie doti recitative «...non sai quanto è stato male questa notte. Ha pianto fino alle 4 del mattino, poi si è addormentato e per non farlo svegliare sono rimasto a letto con lui. Non sai quanto mi fa male la schiena»
«davvero?» domanda dolcemente
«si piccola, è tutto vero» non è giusto raccontare una cosa del genere, ma devo pur salvarmi il culo in qualche modo
«mi dispiace così tanto, io non lo sapevo. Mi sento in colpa adesso»
«no, cucciola, non è colpa tua! Avrei dovuto dirtelo subito»
«sono una stronza!» dice con rabbia e probabilmente ha dato un pugno su qualcosa, perché ho sentito un rumore «mi dispiace Jay, so quanto tieni a quel bambino, anche se non è figlio tuo»
Chiudo gli occhi alle sue parole. Odio quando deve precisare che non è sangue del mio sangue. Sapere che da un momento all'altro potrei perdere tutto quello che ho guadagnato, Pamela o Drew o entrambi, mi fa salire il sangue al cervello. So che se voglio evitarlo devo smettere con Talia, ma anche lei mi fa stare bene, anche lei riesce a capirmi e amarmi. Mi sono messo in un grosso casino questa volta.
«Jay, amore, ci sei ancora?» sento la voce della mia amante richiamarmi
«si, piccola, sono qui»
«amore, scusa per quello che ti ho detto, a volte non mi rendo conto della situazione. So che sono entrambi molto importanti per te, ma è la gelosia di essere messa da parte»
«Taly, lo sai che cerco di darti quanto più tempo posso»
«lo so, lo so. È solo che ho paura di perderti ed essere l'altra non è facile»
So come si sente. Prima di intraprendere questa relazione con me, lei non aveva mai fatto una cosa del genere. Non era mai stata con un uomo che avesse già qualcuno, in realtà ha detto di essere stata solo con pochi uomini. È giovane, ha solo 24 anni ed io potrei essere suo padre.
Ricordo quando l'ho conosciuta, appena sette mesi fa, ad una sfilata dove sono stato invitato a presenziare. Indossava un abito in merletto tutto oro e sulla sua carnagione olivastra stava a meraviglia, solo che sarei dovuto rimanere al mio posto e non chiedere in giro chi fosse e dove avessi potuto trovarla. Invece l'ho fatto. Abbiamo cominciato a sentirci solo telefonicamente e la prima sera che siamo usciti insieme abbiamo fatto sesso e da lì non ci siamo più lasciati, nonostante all'inizio fosse titubante per la mia situazione «Jay, so che quando ti dico determinate cose, tu ti arrabbi, ma io sono stata in una situazione del genere» sospiro passandomi una mano sul volto «sai quanto mio padre ha dovuto lottare per rientrare nella mia vita dopo aver tradito la mamma. Lei me lo aveva messo contro ed io avevo cominciato ad odiarlo per quello che lei mi raccontava e non volevo vederlo più» perché deve ripetermi ogni volta questa storia che ormai so a memoria? «io capisco che tu la ami, ma sei sicuro che quando lei scoprirà di noi non ti metterà il bambino contro come ha fatto mia madre anni fa?»
«Talia...» cerco di prendere in mano il discorso, ma lei continua
«Jay, sto solo dicendoti cosa potrebbe succedere. Io non voglio che lei ti porti via il bambino quando scoprirà di noi»
«lei lo sa!» ammetto finalmente. Sento un suo leggero oh di sorpresa «non so come l'abbia scoperto, ma forse è solo perché mi conosce bene e non riesco a tenerle un segreto troppo a lungo» in effetti è anche ciò che mi ha detto Pamela. Cambio troppo quando sbaglio e mi faccio scoprire
«e non ha fatto niente?»
Non riesco a capire se il suo tono è sorpreso o nervoso. Ma poi perché dovrebbe innervosirsi? «cosa avrebbe dovuto fare?»
«non lo so! Incazzarsi, andarsene o cose del genere»
«lei non se n'è mai andata e mai lo farà»
«beh, si vede che le conviene: le cresci un figlio non tuo usandolo a suo favore e le dai una bella posizione»
«scusa?» cosa vuole insinuare?
«lascia perdere! Scusa, non volevo dirlo»
«dire cosa? Che sta con me per soldi e comodità?» mi alzo dal mio posto nervoso «tu non la conosci, stai sempre lì a giudicarla, ma tu non sai niente di lei»
Sbuffa mezza risata «già, non conosco lei, ma perché allora tenti di giustificare la cosa?» la piega che sta prendendo questa discussione non mi piace per niente «lei ti amerà anche, ma lo userà contro di te. Ti manipolerà fino a che non farai ciò che vuole e tu cederai, perché non riesci a farne a meno. Pensaci Jay, ti dico solo questo» e con queste parole riaggancia, lasciandomi con l'apparecchio ancora vicino al viso e una confusione in testa. Non può essere che Pamela stia con me solo per la posizione agiata che le do, lei non è quel tipo di donna. A Pamela non importa di soldi, regali costosi o altre cose del genere, lei sta con me perché mi ama e non può vivere senza di me. Ma allora perché adesso mi sto guardando allo specchio e sto cercando di convincermi di questo?

Secrets, Betrayals & LoveWhere stories live. Discover now