𝟲|| Suitcase and plane.

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Salita sull' aereo, mi misi comoda per affrontare quelle ore di viaggio, che mi sarebbero potute servire per fare un programmino riguardo la mia permanenza lí a Dublino: decisi quali posti più antichi avrei potuto visitare, e quali prelibatezze avrei potuto assaggiare.

Sull' aereo decisi di chiedere all' hostess un caffè non troppo caldo, così da poter riscaldarmi a causa del freddo.
Ad un tratto dopo aver spiegato le norme di sicurezza, il pilota iniziò il decollo, un momento abbastanza particolare, dove tutti iniziarono a tirare urletti, chi per la paura, o chi semplicemente per divertimento.
Mi piaceva ammirare come in pochi minuti ci potessimo trovare sopra le nuvole.
Il mio sguardo ad un tratto si perse completamente nel vuoto, uno sguardo di stanchezza, e anche uno sguardo abbastanza pensieroso.

Chi lo avrebbe mai immaginato? A 17 anni a fare il giro del mondo, per non essere trovata dalla propria famiglia, assurdo vero?
Quei giorni erano stati molto difficili, i sensi di colpa si erano impossessati di me, le mancanze erano tornate a far parte della mia giornata: soprattutto la mancanza della mia dolce nonna, l' incontro con Brook, tutte queste cose avevano impedito il mio sonno e mi avevano resa molto nervosa, anche perché non riuscii ancora capire quando e come lei avesse scoperto ogni minimo particolare sulla mia nuova vita lí a Manchester, ma la domanda ricorrente era: "da chi?"

Da quella sera Brook non la vidi più nemmeno per sbaglio, e ancora mi domandavo come lei potesse essere in quel  posto, era impossibile che lei fosse venuta solo per dirmi ciò, c'era sicuramente qualcosa dietro di cui io non ne ero a conoscenza.

Ero colpita da un misto di curiosità del volerlo sapere, ma anche ero colpita dalla rabbia.
Dopo essermi risvegliata dai miei pensieri, controllai la rubrica, e senza pensarci due volte cancellai tutti i numeri risalenti alle persona riguardanti la mia vecchia vita a Londra, tra cui anche la mia famiglia, eccetto mia nonna.

Quella notte la mia sveglia era suonata alle 4:30 A.M. per sbaglio, e infatti non riuscii a prendere più sonno, anche perché per riuscire ad addormentarmi a 12:00 A.M.
fu un' impresa.
Mi venne da ridere pensando al fatto che sentendo la sveglia delle 4:30 A.M. mi catapultai giú dal letto, per paura di fare tardi, poiché in quel momento di stanchezza dimenticai che l' aereo fosse previsto per il pomeriggio, e non per la mattina.

Quella mattina optai per una semplice tuta dell' adidas con la felpa della medesima marca ed infine delle super star bianche con delle strisce nere, beh in poche parole ero vestita molto comoda, poiché odiavo indossare jeans, o indumenti scomodi durante i viaggi.

Successivamente decisi di ascoltare un po' di musica per distrarmi, e per mettere finalmente i miei dubbi a tacere.
Passai da canzoni che davano carica e voglia di affrontare questa paura che a breve sarebbe finita, a canzoni che, esprimevano la paura di essere ritrovata e trascinata a casa.

Infine decisi anche di vedere un film, sempre itinerente alla categorie amore come il film visto la sera prima, dunque decisi di guardare "The perfect date".
Quel film mi fece pensare che, l'amore nonostante tante curve, e tanti viaggi, sarebbe arrivato proprio dove sarebbe dovuto arrivare.

Giusto il tempo di terminare il mio film che le hostess annunciarono di allacciare le cinture, perché da lí a poco sarebbe iniziato l' atterraggio sul territorio di Dublino.
Scesi dall' aereo e svolsi la stessa procedura dell' andata, ovvero superare prima i controlli, per poi andare al deposito delle valigie, cosí da potermi recare all' uscita dell' aereoporto.
Recuperata la valigia, mi avviai verso l' uscita, e dall' esterno potetti vedere una città imbiancata, imbellita da lucine calde che circondavano determinati spazi.

Pensai a quanto fosse bella quella città, e soprattutto a quanto mi avrebbe fatto bene trascorrere qualche giorno in un posto dove non avrei dovuto dire bugie, o rivelare verità a qualcuno.

𝘾𝙡𝙤𝙨𝙚 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙚𝙮𝙚𝙨.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora