14 Agosto 2012.
Erano passati alcuni giorni dal nostro arrivo a Los Angeles e noi già ci stavamo godendo a pieno quella vacanza.
Il giorno dopo il nostro arrivo, avevamo organizzato una lista delle cose da fare, dei posti da visitare, dei cibi da mangiare, un po' tutto.
La mattina dopo essere arrivati, dopo aver fatto colazione, ci fiondammo al centro di Venice beach, dove noleggiammo delle bici, per poter avere una paronamica ancor più bella dell'intera zona.
Era così bello, le persone che correvano sullo skate, chi in macchina con la musica al massimo volume, chi lungo la riva a fare delle foto.
Fu un misto di emozioni, ma soprattutto non eravamo arrivati in centro nemmeno da due ore e la mia macchina fotografica era già scarica, per il quantitativo estremo di foto scattate.Sul folcloristico lungomare di Venice si trovavano negozi originali, artisti di strada con grande talento e murales a colori vivaci che, con un solo sguardo, coloravano anche il sorriso spento delle persone più tristi.
Le cose che più mi colpirono furono uno skatepark e la palestra all'aperto Muscle Beach.
Come tantissime altre zone di Los Angeles, la spiaggia di Venice, era uno di quei posti che non riposava mai, era molto popolata, soprattutto la notte da ragazzi che passavano lí le vacanze ma anche da chi poteva osservare quel paesaggio tutto l'anno.Ridemmo come i matti tutto il tempo, quando ci rendemmo conto che Sophie non fosse molto portata a stare su una bici, finendo per andare a sbattere contro un albero, cadendo per terra e finendo anche per bucare la ruota della bicicletta.
Le nostre risate si avvertirono per tutto il vicinato, guadagnandoci degli sguardi straniti dai passanti, allibiti dal nostro gran tono di voce.
La mattinata si concluse con la consegna delle bici con i soldi aggiuntivi, per pagare la ruota bucata.
Il pomeriggio lo trascorremmo tutti separati, chi al mare, chi a casa e chi in piscina.
Io onestamente rimasi a casa, nel letto, poiché a causa di un colpo di vento, non mi sentivo molto bene, con i decimi di febbre.~
Io ed Allan parlammo a stento in quei giorni, cercavamo di ignorarci, di fare finta di nulla, per creare disagi o finendo per litigare, ma entrambi sapevamo che prima o poi avremmo dovuto parlarne, anche se non lo vedevo molto convinto a voler chiarire, in realtà non sapevo nemmeno se fossi anche io pronta a riaprire l'argomento.
Aveva distrutto tutto, di nuovo, illudendomi ed io ero convinta che fosse sincero, ma come?
Avevo intenzione di voltare pagina, non era l'unico ragazzo al mondo, non avevo bisogno per forza del suo amore e della sua arroganza.
Non avevo intenzioni di passare il mio tempo ad aspettarlo, mentre lui era intento ad occuparsi dei suoi piaceri e a divertirsi.
Non volevo più essere l'alternativa, ma priorità.Dopo un paio di ore, decisi di scendere in salotto per prendere un bicchiere di acqua, quando vidi tutti i ragazzi tornare a casa, chi dopo il rientro dalla piscina e chi dal mare: tutti tranne Allan.
Feci finta di nulla, non avevo intenzione di chiedere a nessuno di loro dove fosse, non volevo apparire interessata, almeno all'apparenza.
Cenammo tutti assieme fra una chiacchiera e l'altra e tutti proposero di andare in discoteca a ballare, per inaugurare il viaggio, ma io non fui per nulla d'accordo e decisi di rimanere a casa a guardare la televisione, proprio come un'ottantenne.
Ero una persona molto tranquilla, non amavo il baccano, tantomeno la folla, preferivo poche persone e tranquillità.
I ragazzi cercarono di convincermi, ma senza risultati, ero sicura di non voler andare, anche se da una parte ero tentata, proprio per capire dove fosse Allan, ma poi sapevo che mi sarei fatta solo del male, perché sarebbe finita che l'avrei visto con una ragazza a ballare.15 𝐴𝑔𝑜𝑠𝑡𝑜 2012
9:00 𝑎.𝑚.Mi svegliai abbastanza presto quella mattina e dal momento che le mie amiche dormivano, decisi di andare a fare una corsetta prima di andare al mare tutti insieme.
Scesi le scale per raggiungere la cucina, quando sentii una voce provenire dal salotto:NATE: <<Allan sei ancora con lei?...>>
Rimasi immobile per qualche secondo, non potevo crederci, di nuovo. Arrivai in cucina e guadagnai uno sguardo da Nate che, accorgendosi della mia presenza, attaccò immediatamente il telefono.
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𝘾𝙡𝙤𝙨𝙚 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙚𝙮𝙚𝙨.
Roman d'amourGennaio 2012. Allison una comune ragazza di 17 anni, sicura di sé stessa, dopo aver trascorso anni della sua vita rinchiusa nella musica e nei libri, pur di sfuggire alla vita esterna alle mura della sua stanza, decide di imbattersi in una nuova avv...