𝟮𝟯.|| Step back.

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Dopo il palese rifiuto della mamma di Brook di farmi entrare in casa loro, decisi di inviarle un messaggio per chiederle di scendere un secondo giú per parlarle.

Brook non rispose, ma dopo qualche minuto sentii il catenaccio della porta di casa apririsi, e presentarsi davanti ad essa una persona, che non riconoscevo più come la mia migliore amica

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Brook non rispose, ma dopo qualche minuto sentii il catenaccio della porta di casa apririsi, e presentarsi davanti ad essa una persona, che non riconoscevo più come la mia migliore amica.

Era dimagrita molto, e il suo biondo ossigenato era sparito del tutto, mostrando invece una chioma scura con dei riflessi rame.
Ero arrabbiata con lei, ero andata lì con l'intenzione di urlarle addosso, per dirle quanto avesse fatto schifo a comportarsi in quel modo, ma appena la vidì mi si chiuse lo stomaco.

Avevo pur sempre davanti a me la persona che in quegli ultimi anni mi era stata vicina, e aveva cercato di non farmi pesare molto la mia situazione familiare, ma ora il suo sguardo mi appariva solo come freddo e distaccato, quasi come se fossimo sconosciute.

BROOK: <<Cosa vuoi ancora? Vai via!>>

ALLISON: <<Perchè ti sei comportata in quel modo? Qual era il tuo scopo di raccontare tutto a mio padre?>>

BROOK: <<Eh no carina, è stato tuo padre a cercare me, io ho solamente fatto solamente ciò che ordinasse in cambio di denaro.>>

ALLISON:<<Come hai potuto barattare la mia libertà per dei soldi? Cosa ho fatto di male?>>

Da quel momento il tono della voce si alzó, non sopportavo più ciò che stesse dicendo.
Come aveva potuto? Era davvero così un verme?
Ella rimase pacata, non urló, mi guardò semplicemente negli occhi e disse:

BROOK: <<Qui non c'è più spazo per te, è finita l'era dove c'eri tu al centro del mondo. Hai deciso di farti una nuova vita, ora sta zitta e torna dove sei andata a Gennaio.>>

Quelle parole mi trafissero, per un attimo mi sentii io in colpa.
Mi sentivo davvero così inutile e vuota, infondo con Allan era andata a finire molto male, mentre io credevo di fare del bene, in realtà con le mie bugie l'avevo ferito, ed in quel momento mi resi conto che io avessi ferito anche Brook, in quell'istante forse mi resi conto che lì per me non ci fosse più spazio.

Scelsi di tornare a casa, ma prima passai per Starbucks, avevo bisogno di un frappuccino al caramello freddo, e poi sarei potuta tornare a casa.
Entrai all'interno del bar, ordinai, pagai e uscii fuori per incamminarmi verso casa.

Lungo il tragitto a piedi che mi sarebbe costato un bel po' di camminata, vidi in lontananza la corriera numero 11, e quindi decisi di prenderla al volo, in modo tale da poter tornare più velocemente a casa senza recare troppi dubbi a mia nonna.
Alla sesta fermata scesi dall'autobus e mi avviai verso casa che era distante dalla fermata circa 200 metri.

Aprii la porta di casa e senza guardare nessuno mi fiondai in camera mia e mi buttai sul letto scoppiando in un pianto assurdo, non ce la facevo più, avevo superato abbastanza situazioni da avermi portata a crescere più velocemente.

𝘾𝙡𝙤𝙨𝙚 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙚𝙮𝙚𝙨.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora