27 𝐺𝑒𝑛𝑛𝑎𝑖𝑜.
Concluso il mio turno di lavoro senza nessun contrattempo, ed una volta chiuse tutte le serrande del Max's Cafe, stanca mi cambiai indossando i miei vestiti con cui ero arrivata la mattina, e tolsi il grembiule da lavoro, cosí da potermi avviare verso la metropolitana, molto velocemente, per tornare in quel che da qualche mese a quella parte era la mia casa, ma non definitiva.
Arrivata fuori casa notai una persona familiare, ma che purtroppo era di spalle, infatti in un primo momento pensai di aver preso una svista, ma quando la scrutai meglio, mi resi conto che non fosse per niente una svista, bensí avevo dinanzi a me Brook.
Appena la vidi mi fermai di colpo, era cambiata così tanto negli ultimi tempi che quasi non sembrava più lei: si era data ad un trucco pesante, ed aveva accorciato di poco i capelli, anche perché era sempre stata molto fissata sui capelli lunghi, ma allo stesso tempo, amante delle decolorazioni.Mi avvicinai molto cautamente a lei cercando di non spaventarla poiché era di spalle.
Dopo qualche secondo presi coraggio, e finalmente riuscii a scandire una parole.
IO: <<Hey>>
La vidi girarsi di colpo, appena sentii la mia voce dopo tempo.Non mi salutó, mi squadró soltanto, ma in quel momento mi resi conto che, il suo tipo di sguardo non fosse per niente positivo, anzi sembrava indignata, o meglio dire, schifata.
Dopo poco la vidi maneggiare fra le mani una ciocca di capelli, per poi finire in una malvagia risata e mi rivolse una semplice frase, con uno sguardo molto severo:BROOK: <<Solo da sola saresti potuta rimanere, no?>>
Non capivo il senso di quella sua frase, sapevo fosse arrabbiata per il fatto che io non le avessi detto niente, ma non capivo il senso di questo suo comportamento?
Il senso di aver fatto tante ore di viaggio, solo per dirmi cose cattive, ma non finì tutto lì, mancava ancora il dolce da essere servito in tavola.
Mi disse di aver scoperto tramite delle persone dove io fossi fuggita, e infatti, appena appresa la notizia decise di andare dritto verso casa mia per poter parlare con mia nonna e mio padre.Mi disse inoltre che la nonna non fosse arrabbiato, ma mio padre era quasi disinteressato, come se non fosse un suo problema, ma nonostante ciò sarebbero venuti a prendermi a Manchester, per poi riportarmi con loro a Londra.
Rimasi scioccata da ciò che mi disse, non pensavo che la mia amica di mille confidenza, la persona che fino a pochi mesi prima c'era sempre stata per me, mi avesse tradita in quel modo.
Non fui capace di dire nulla, la guardavo soltanto con le lacrime agli occhi che fremevano di uscire, mentre lei mi lanciava soltanto sorrisini soddisfatti.
Ma come poteva una persona pugnalarti alle spalle dopo anni?
Dopo aver condiviso ogni minimo momento assieme?
In quel momento riuscì a dire solo un misero <<Perchè?>>Lei non rispose, non mi degnó uno sguardo, andó via.
Non capivo chi potesse averle detto la mia meta, infondo solo Max ne era a conoscenza, e sapevo che di lui mi sarei potuta fidare.
Salii frettolosamente le scale, avevo solo voglia di sprofondare nel lettone, e non pensare all' incontro appena avvenuto.Arrivata a casa decisi di fare un bagno caldo per cercare almeno per qualche minuto di non ripensare a ciò che poco prima fosse successo, nonostante gli scarsi risultati.
Quella sera ebbi un attacco di ansia molto forte, un attacco del genere non mi veniva da quando ero a Londra, e ciò era dovuto proprio al fatto che avevo paura di ricadere in trappola, infatti fui costretta ad assumere delle gocce per calmarmi.
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𝘾𝙡𝙤𝙨𝙚 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙚𝙮𝙚𝙨.
Roman d'amourGennaio 2012. Allison una comune ragazza di 17 anni, sicura di sé stessa, dopo aver trascorso anni della sua vita rinchiusa nella musica e nei libri, pur di sfuggire alla vita esterna alle mura della sua stanza, decide di imbattersi in una nuova avv...