trenta

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Pov. Jungkook

È già passata una settimana da quando ho mostrato a Jimin il nostro nuovo appartamento, e da altrettanti giorni siamo impegnati col trasloco; non facciamo altro che inscatolare tutto quello che contiene la nostra, ormai ex, dimora, caricare tutto nella mia macchina, portare le scatole nel nuovo palazzo e svuotarle nuovamente, per poi trovare una sistemazione a tutto quello che contenevano.

"E questo è l'ultimo"
Dice Jimin, ormai stremato, passandosi la manica della felpa sulla fronte.
"Finalmente"
Rispondo io sedendomi senza forze sul divano. In un batter d'occhio il mio ragazzo mi raggiunge e poggia la sua testa sulla mia spalla portando la sua piccola mano sul mio petto, iniziando a fare cerchi immaginari su di esso.
"Possibile che siano solo le tre del pomeriggio e tu sia già stanco"
Dice ridendo leggermente. A quel leggero e soave suono un sorriso spontaneo spunta sulle mie labbra.
"Jungkookie... stavo pensando..."
Lascia la frase in sospeso e inizia a guardarmi in viso, senza mai fermare le sue dita che al contatto con la mia pelle mi fanno venire i brividi.
"Visto che abbiamo quasi finito di sistemare tutto... che ne dici di invitare Namjoon hyung, Yoongi hyung, Felix e Changbin? È da un po' che non ci vediamo tutti insieme"
Lo guardo attentamente negli occhi e poi sorrido apertamente.
"Certo, se è questo quello che vuoi"
Jimin mi sorride di rimando, posando poi le sue labbra sulle mie, causandomi come al solito le farfalle nello stomaco.
"Jimin"
Dico a fior di labbra.
"Si?"
"Alzati, dobbiamo mettere a posto le ultime cose"
"Ok ok, mando un attimo un messaggio a Yoongi hyung e a Felix e arrivo"
"Va bene"

Prendo l'ultimo scatolone che era stato momentaneamente abbandonato all'ingresso e lo porto in camera da letto, posandolo sulla scrivania, iniziando ad estrarne il contenuto.
All'interno trovo vari libri di Jimin di vario genere: romanzi gialli, romanzi rosa, libri di poesia e anche qualche quadernetto per gli appunti che usa a scuola. Prendo la cornice bianca che era nascosta dai libri appena estratti e mi fermo per ammirare la foto al suo interno: questo scatto ritrae me e Jimin nella sua vecchia casa, proprio qualche giorno prima della nostra "rottura temporanea". Con un sorriso triste posiziono la cornice sulla mensola sopra la scrivania e continuo a mettere tutto a loro posto.
Un quadernetto blu però attira la mia attenzione. Lo prendo facendo attenzione a dove poso le mani dato che è molto rovinato e cerco di rovinarlo il meno possibile.
Apro la copertina del taccuino e noto una grafia molto irregolare e disordinata, all'apparenza scritta da un bambino.
Inizio a portare gli occhi da una parte all'altra della pagina, poi inizio a leggere:

«Caro diario,
io sono Jimin, ho dodici anni e oggi tornando da scuola ti ho visto nella vetrina di una cartoleria. Mi ha attirato il colore della copertina: blu, proprio il mio colore preferito.
Ti racconterò come vanno le mie giornate ok? Voglio parlare con qualcuno qualche volta dato che a scuola non ho amici e mamma e papà sono fuori sempre più spesso ultimamente. Mi sento molto solo diario... Però mamma e papà staranno sicuramente tornando, sono due giorni che sono fuori, sicuramente sta sera ci ritroveremo a mangiare e a scherzare come facciamo sempre

121102»

Due novembre duemiladodici.
Tutto coincide: Jimin mi ha raccontato che all'età di dodici anni ha iniziato a vivere per conto suo visto che i suoi genitori erano sempre assenti, e proprio in quell'anno Jimin aveva dodici anni.
Alzo lo sguardo dal quaderno vado a chiudere la porta della camera da letto.

Mi siedo sul bordo del letto e apro nuovamente il taccuino, iniziando a leggerlo pagina dopo pagina, non staccando mai i miei occhi dall'inchiostro, la mia mente è incatenata tra quei righi, sento il bisogno di sapere tutte le sofferenze di Jimin così che non si possano ripetere in futuro.
I

n quei fogli sono racchiuse tutte le sue paure, le sue incertezze, tutti i suoi momenti di debolezza, le giornate passate a lottare contro dei ragazzini immaturi e idioti che lo schernivano davanti a tutti nella scuola, tutte le volte in cui li hanno spezzato il cuore, tutte le lacrime versate per colpa dei genitori che, ignari di avere un figlio omosessuale, cercavano di metterlo in guardia da persone a detta loro strane, tutti i lividi provocati dagli imbecilli che continuavano a usarlo e picchiarlo nelle mura scolastiche, in quelle pagine racconta di tutti quegli amici falsi che volevano approfittarsi della sua gentilezza e della sua bontà. Il Jimin positivo e solare che si percepiva nelle prime pagine di quel diario era piano piano scomparso e non stava dando segni di vita, giorno dopo giorno, attraverso le parole si percepisce la freddezza con la quale incideva con la penna i suoi sentimenti nella carta.

Vengo risvegliato da quello stato di trans dalla maniglia della porta che si apre e rivela il mio ragazzo con in mano due tazze fumanti di caffè. Il suo sguardo mi studia centimetro per centimetro, alternandosi poi, dal mio viso al quaderno tra le mie mani, dal quaderno al mio viso e così via.
"Ho-ho qualcosa in faccia?"
Dico con voce rotta, portandomi una mano sulla guancia, constatando che è bagnata. Lascio delicatamente il diario sulle mie gambe e con le mani mi asciugo le lacrime che scorrevano sul mio viso.
Senza neanche accorgemene, trovo Jimin al mio fianco che mi porge la tazza contenente il caldo liquido nero.
"Lo sapevo che dovevo disfarmene"
Prendo la tazza con una mano e ne prendo un sorso, guardando il mio ragazzo con aria interrogativa.
"Parlo del quaderno"
Spiega facendo un cenno con la testa verso il taccuino ancora sulle mie gambe.
"Fin quando hai letto?"
Domanda prendendo poi un sorso di caffè dalla sua tazza.
"Quasi fino alla fine"
Rispondo.
"Mh"
Dice soltanto, con sguardo basso.
"Jimin mi dispiace così tanto"
"Non ti preoccupare Kook, ora sono felice"
Un sorriso triste spunta sul suo viso. Senza pensarci due volte, con la mano libera prendo il suo mento e lo costringo a guardare nella direzione.
"Jimin, se mai ti sentirai triste, se qualcosa non va, se hai qualche problema non esitare a dirmelo, intesi?"
Lui acconsente con un cenno del capo sorridendo subito dopo.
"Giuramelo Jimin"
Dico deciso.
"Finché ci sarai tu con me sarò felice"
Continua avvicinandosi al mio viso sorridendo vivamente.
"Se continui così mi farai venire il diabete"
Ridacchio.
"Ops"
Ride anche lui.
"Tu, brutto bastardo"
Dico per poi unire per l'ennesima volta le nostre labbra. Jimin porta la sua mano libera sul mio collo e picchietta la lingua sulle mie labbra, approfondendo il bacio.
Inizia una vera e propria danza tra le nostre lingue, che si rincorrono l'un l'altra bisognose della gemella. Riesco a sentire una nota di caffè nella sua bocca, mischiato al fastidioso sapore di fumo. Mi fermo di scatto e mi allontano leggermente dal suo viso.
"Jimin, hai fumato?"
"Sì solo una sigaretta, ora però vai a chiudere la porta"
Dice con gli occhi semi aperti. Mi alzo velocemente e porto le tazze di caffè sulla scrivania e chiudo subito dopo la porta, prendendo un preservativo da una delle scatole presenti nella cassettiera della cattedra.
Mi metto la confezione ancora chiusa tra i denti e mentre cammino verso il letto mi tolgo la felpa. Raggiungo il mio ragazzo e lo faccio stendere sotto di me, sfilando anche la sua felpa lasciandola da qualche parte della stanza. Lascio cadere la bustina che ho tra i denti sul materasso e continuo a baciare Jimin che, furbamente, porta il suo ginocchio tra le mie gambe, iniziando a fare dei movimenti lenti e delicati che piano piano fanno risvegliare il mio amico là sotto.
"Ti ricordo che verranno i nostri amici tra qualche ora"
Dico sulle sue labbra, guardandolo ad occhi socchiusi.
"Allora ti conviene fare veloce"
Ormai è troppo tardi per tornare indietro: le mie labbra marchiano la pelle bianca e candida del ragazzo sotto di me che geme sempre più forte ogni volta che colpisco il suo punto debole e che fa vagare le sue mani sul mio corpo bollente al suo tocco.









bella raga, per vostra sfortuna non sono morto e dopo quasi un mese (complimenti a me) eccovi un altro capitolo. spero che riuscirete a perdonarmi per l'assenza. come al solito vorrei sapere cosa ne pensate di questo capitolo e se volete potete darmi dei suggerimenti.

IT'S DEFINITELY YOU | KOOKMIN [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora