Pov. Jimin
È passata una settimana da quando mi hanno dimesso dall'ospedale ma dei miei genitori nemmeno l'ombra, non mi hanno chiamato, non hanno mandato un messaggio, una lettera, basterebbe anche un messaggio portato da un piccione viaggiatore e invece neanche quello.
Ora sono seduto sul divano di casa mia, sotto ad una calda coperta di plaid, affianco a Jungkook che non mi ha lasciato da solo neanche un momento e mi ha aiutato in tutto. Stiamo guardando un film, o meglio, volevamo vedere un film ma ci stiamo facendo le coccole e sinceramente mi va più che bene. Veniamo interrotti da un suono proveniente dalla porta. Velocemente prendo il telecomando e metto in pausa il film cercando di sentire il più possibile quel rumore ovattato.
La porta d'ingresso da qualche rumore di scatto, segno che qualcuno sta aprendo con delle chiavi.
Il portone si apre rivelando i miei genitori che iniziano a guardare me e il mio ragazzo, che siamo ancora abbracciati l'un l'altro, in maniera strana.
Sul loro volto è dipinto un sentimento di disgusto, nei loro occhi c'è dello stupore, le loro bocche spalancate su cui mia madre poggia una mano. I loro sguardi passano da me a Jungkook ripetutamente, finché solo dopo due minuti di quel continuo stato confusionale mio padre prende un respiro profondo e dice:
"Jimin, figliolo, lui chi è? E che ci fa a casa nostra?"
Io mi tolgo la coperta di dosso rivelando l'ingessatura sulla quale Jungkook ha allegramente disegnato dei coniglietti di vari colori. Il suo intento era quello di farmi sorridere ogni volta che li guardo ed il suo piano funziona molto bene.
Mi sporgo verso i piedi del divano dove sono poggiate le stampelle che mi sono indispensabili per riuscire a camminare. Le prendo e mi metto in piedi con l'aiuto del mio fidanzato che mi sorregge in modo che non possa cadere, e piano mi avvicino ai miei genitori.
"Oh mio Dio Jimin che ti è successo?!"
grida mia madre vedendomi incontro preoccupata e cercando di allontanare Jungkook da me.
"Mamma tranquilla, sto bene. Una settimana fa circa una macchina mi è venuta addosso e sono stato all'ospedale per un paio di giorni ma ora è tutto ok. Che ne dite di parlane con calma tutti insieme? Devo dirvi molte cose"
dico l'ultima frase col sorriso, guardando il moro che diventa rosso dall'imbarazzo, è adorabile.
Inizio a camminare verso la cucina. Jungkook mi viene incontro cercando di aiutarmi ma mio padre lo strattona e mi prende in braccio a mood di sposa, va in cucina seguito da mia madre e il mio ragazzo e mi poggia su una delle quattro sedie intorno al tavolo da pranzo, dove si siedono tutti: Jungkook al mio fianco, mia madre di fronte a me e mio padre di fronte a Jungkook.
"Mamma, papà, è ora che voi lo sappiate"
dico un po' impaurito. Non ho mai detto ai miei genitori di essere gay ma è giunto il momento
"Io..."
sento la mano di Jungkook prendere la mia sotto al tavolo.
"Io sono gay e lui-"
vengo interrotto da un ceffone di mia madre che mi prende tutta la guancia. Sento delle lacrime calde scendere e passare sopra la parte dolorante del mio viso. Il mio cuore si spezza, le palpebre diventano pesanti, le lacrime continuano a scendere ininterrottamente, la mia mano stringe quella di Jungkook chiedendo aiuto.
Ho ancora la testa bassa quando sento lo strisciare di una sedia e la voce del mio ragazzo.
"Mi scusi ma che motivo ha di colpire suo figlio in questo modo?! Non vede che li ha fatto male?!"
alzo la testa e vedo Jungkook in piedi affianco a me che ha uno sguardo omicida nei suoi occhi, si può ben capire che è molto arrabbiato. Giro il volto verso i miei genitori: mio padre è in piedi di fronte a Jungkook che stringe i pugni, mia madre ha una lacrima che le riga il volto e una mano davanti alla bocca con lo sguardo rivolto verso suo marito.
"Ragazzino chi ti credi di essere per parlare a mia moglie con quel tono in casa mia?!"
dice il mio presunto padre a Jungkook, che risponde:
"Io sono Jungkook, il ragazzo di suo figlio"
ora un altro schiaffo vola verso il volto del mio ragazzo che rimane immobile.
"Esci da questa casa e non farti più vedere. E smettila di importunare mio figlio"
dice freddo mio padre al mio ragazzo che si gira verso di me, si abbassa, prende il mio viso nelle sue grandi mani e mi asciuga le lacrime, poi lì, davanti ai miei genitori, mi bacia dolcemente facendomi una promessa:
"Ti porterò via da loro piccolo mio, te lo prometto. Non mollare mai ok? Ti amo"
e mi bacia di nuovo per poi prendere il suo giubbotto ed uscire dalla porta del mio appartamento.
"Ti amo anche io Jungkook"
sussurro quando ormai lui è già fuori.
"E ora pensiamo a te Jimin"
dice mio padre voltandosi verso di me.
ALLUORA GUYS. Scusate per il capitolo sad ma tranquill* che ho già i capitoli pronti. ANYWAY vorrei ringraziarvi per aver fatto raggiungere le 1.07K letture e i 209 voti a questa storia in meno di un mese.
davvero grazie mille, non mi sarei mai aspettato che qualcuno potesse interessarsi alla mia storia. Vi adoro. Grazie per aver letto, votato e commentato. ok sto diventando troppo sdolcinato lmao.
AH ci sarà una sorpresa, non so se la apprezzerete ma boh, vorrei ringraziarvi in questo modo. Love you all♡♡♡♡
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IT'S DEFINITELY YOU | KOOKMIN [REVISIONE]
Fanfic"Ti va se ti offro una birra?" -Jimin 18 anni, Busan -Jungkook 18 anni, originario di Seul, trasferito a Busan [inizio]: 11/12/2018 [fine]: 2/7/2019 ¡scene 18+! ¡linguaggio scurrile! ¡don't like? don't read!