Capitolo 1

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Brook's pov
"Ragazzi, forza svegliatevi! Tra 3 ore arriva Alice e dobbiamo mettere a posto questa casa, giusto per rendere l'idea che non siamo dei casi persi come tutti gli esseri umani maschi che vivono da soli." urlo per le scale mentre mi infilo velocemente la maglia.
Oggi arriva mia cugina, la mia piccola peste. Mi manca veramente tanto, non vedo l'ora di rivederla e stringerla a me. Spero tanto che i ragazzi non si facciano riconoscere, che imbarazzo.
Inizio a preparare la colazione e accendo la televisione mettendo un po' di musica; ascolto musica costantemente, e spesso riesco a farmi certi viaggi mentali che..beh, mi portano lontano.
Sento dei passi scendere le scale, immagino sia quell'elefantino irlandese di Jack che ancora assonnato si reca in cucina in cerca di cibo.
"Giorno Brook" dice mentre si strofina gli occhi.
Preparo il tè e decido di fare dei pancakes, lo guardo e sorrido.
"Dormito bene, Jacky?" inizio a sistemare le tazze sul tavolo.
"Sì dai, avevo caldo ma ho dormito bene. Vuoi una mano?" si avvicina barcollando, ancora nel mondo dei sogni.
"No, grazie. Piuttosto vai a svegliare gli altri, altrimenti non riusciamo a fare niente." gli dico mentre mi avvicino ai fornelli per controllare l'acqua.
Senza rendercene conto, io e Jack ci accorgiamo che Ryan è sul divano che guarda il telefono.
"Buongiorno Ryan, da quanto sei qua più o meno?" gli chiedo mentre preparo l'impasto dei pancakes.
"Buondì ragazzi, beh più o meno 5 minuti. Sai Brook, tua cugina è davvero molto carina, ma non lo so." dice spegnendo il telefono e guardandomi in faccia.
"Cosa?" lo fisso con aria confusa mentre giro il primo pancake.
"Possiamo cambiare canale? Non mi va di ascoltare la musica, e poi a quest'ora c'è il mio programma preferito" dice prendendo il telecomando.
Faccio finta di niente, e gli do l'autorizzazione di cambiare canale mentre mando Jack a svegliare Mikey e Andy.
Finiamo di fare colazione e iniziamo tutti insieme a sistemare casa e la stanza di Alice: la scorsa settimana sono arrivati degli scatoloni con tutte le sue cose, e abbiamo deciso di farle trovare la camera pronta, visto che mi ha detto come è dove sistemare i vari oggetti.
Mi accorgo che è abbastanza tardi e devo assolutamente andare a prendere la mia piccola cugina. Non voglio andare da solo, chiedo a qualcuno di venire con me: l'unico che risponde è Ryan, quindi prendiamo la macchina e andiamo.
Durante il viaggio mi mordo le unghie, mangio le pellicine delle dita e non sto fermo un attimo.
"Brook cavoli, stai fermo!" ride Rye.
"Davvero ci provo, ma non riesco a calmarmi all'idea di rivederla dopo tanto e di vivere con lei" dico mentre guardo fuori dal finestrino.
Sorride e mi dice che tra 10 minuti siamo arrivati all'aeroporto: io sorrido come un bambino davanti ad un pacchetto di caramelle.
Veramente faccio fatica a credere che presto la rivedrò, potrò stringerla a me forte e potremo vivere insieme.
Appena entriamo nell'aeroporto, guardo il cartellone degli arrivi e vedo che il suo aereo sta per atterrare. Mi faccio largo tra la gente per cercare un posto dove Alice possa vedermi, mentre Ryan mi rincorre urlandomi di andare piano.
Rallento quando vedo un aereo atterrare, e subito capisco che è il suo. Gli occhi mi si riempono di gioia e inizio a sorridere tanto, come non ho mai fatto.
"Ryan muoviti dai che tra poco è qua.. Ryan?" mi volto e non lo trovo.
Guardo in giro e lo trovo seduto per terra che maneggia il cellulare. Mi metto a ridacchiare mentre mi vibra il telefono: è un messaggio di Alice che sta aspettando le valigie, e leggendolo inizio a saltellare come un canguro mentre Ryan mi guarda male.
La aspetto con ansia mentre Ryan continua a farsi gli affari suoi a pochi centimetri da me.
Molta gente entra, e la cerco con una voglia immensa di abbracciarla e farla conoscere ai ragazzi: sono sicuro che andranno d'accordo e spero si instauri un bel rapporto tra loro.
Mi rendo conto che ci sono davvero troppe persone, e decido di spostarmi un po' indietro dove c'è dello spazio libero.
Ho il cuore che va a mille, sento le mani che tremano e ho le farfalle nello stomaco.

Un amore troppo grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora