«Dobbiamo tornare su Lemuria».

Aesta e Axel si guardano, poi mi rivolgono un'occhiataccia rapida entrambi.

«Finiresti processata e chissà quando potremmo decollare di nuovo... e quasi sicuramente ci sarebbe qualcun altro al comando» dice Aesta.

«Harvel è sempre stato un sostenitore della monarchia, faceva di tutto pur di ottenere favori da mio padre e la sua ideologia è dura a morire e non ha mai accettato la linea di Erix. Ha sfruttato l'occasione e ha tirato in ballo Damaris. Aesta ha ragione, finiresti processata e probabilmente non ti farebbero rimettere piede sulla Starfall. È meglio andare finché siamo in tempo, non credo ci saranno molte altre occasioni per salvare Sayth».

«Forse è meglio... forse sarebbe meglio se ci fosse qualcun altro al mio posto».

Nayla si avvicina a grandi passi, mi afferra le spalle, spingendomi contro una parete.

«Mi rifiuto di immaginare la Starfall con qualcun altro al comando. Non ho combattuto dodici anni contro la stessa persona che ho qui davanti. Dov'è finito il tuo vero carattere, eh? Ve la siete sempre cavata da soli, o c'era la flotta della Federazione, o c'era la Starfall: non avete mai seguito la flotta, pur essendo l'ammiraglia. Avevate un piano tutto vostro, legarvi ad altre navi è solo un errore, non puoi pensare che non si fosse capito. L'Andromeda brillava come un solo essere, la flotta della Federazione agiva nell'ombra della Starfall. L'ho visto quanto siete limitati a non avere tutto lo spazio per voi: non vi basterebbe una galassia intera per dimostrare quanta è veramente la potenza di Minerva. Cos'è che blocca adesso? Se Damaris ha il comando, la sconfitta in guerra sarà solo sua. Cosa aspetti a sfruttare l'occasione per prendere la gloria?»

La allontano di scatto, non riesco a far coincidere due pensieri: la distruzione della Star Fury e l'uccisione dell'equipaggio, il comando che mi hanno tolto, l'esilio, una condanna a morte mascherata da responsabilità. Sayth nelle mani di Kase. Erix in condizioni disperate all'ospedale.

Non so nemmeno cosa pensare di me stessa: mi sento solo incapace, buona solo a prendere le decisioni sbagliate.

«Non ho bisogno di niente. Quei tempi sono finiti e Axel aveva ragione. Noi non possiamo fare niente, possiamo solo stare a guardare mentre tutto si distrugge davanti ai nostri occhi. Non ho saputo proteggere l'Atlantis, non ho saputo proteggere la Star Fury, non ho saputo proteggere la mia famiglia. Torniamo su Lemuria. E stavolta è un ordine».

«Sai, non avrei mai pensato di dover fare quello che sto per fare». Mentre la nave è ferma, a metà tra il portale e la nostra realtà, Axel si volta, si alza, si avvicina e si ferma solo a pochi passi da me. Chiude gli occhi per un attimo, alza un braccio, colpendomi con forza una guancia.

«Il nuovo governo probabilmente è in combutta con gli Altri e se c'è una sola, piccola, inutile speranza di resistenza, quella siamo noi» si intromette Zavis. «Erix e Lero avevano sospetti su una possibile corruzione e soprattutto il primo cominciava a diventare scomodo».

«Quali sono le prove? Non mi pare di avere niente».

Zavis mi lancia un dischetto rosso. «Non avevamo le spie migliori per farci mettere i piedi in testa, le abbiamo tenute e i servizi segreti funzionavano bene. C'è abbastanza materiale per poter impiantare un processo e condannare per tradimento almeno metà dei comandanti della flotta e del parlamento. Ad avere avuto le prove prima, De Algy sarebbe stato destituito e condannato prima che la situazione precipitasse».

Annuisco, rigirandomelo fra le mani, ma non ho idea di che fare. Sono in molti quelli che ora stanno fissando Nayla.

«Sei anche tu nella lista?» chiede Axel, dando voce a un pensiero diffuso. È stata la prima persona a cui ho pensato.

Ai confini del vuoto 3 - Missione Terra NovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora