Q'atis sta nascendo piano piano, ma ancora la normalità è lontana dall'essere definita. È difficile partire da zero, di nuovo, soprattutto con la consapevolezza che niente sarà mai come prima.

È strano vedere le navi a terra, sono diventate le nostre case provvisorie, ma la situazione rimane difficile e poi è strano vedere Cyris crescere tra le pareti della Starfall. Non è il posto per un bambino così piccolo.

«Però sarà bello impegnarsi a ripartire» mormora Erix, come se fosse stato capace di prendere il filo dei miei pensieri, appoggiando poi la testa sulla mia spalla e accarezzando una guancia del bambino che gli sorride. «Sarà un po' difficile questa volta... anche se non manca molto alla cerimonia di fondazione, mi sembra che non si abbia niente fra le mani, se non i nomi dei morti...»

Faccio per rispondergli, ma Sayth sale sul letto, distendendosi sopra le mie gambe e allungando una mano verso quella di Cyris. «Papà, ci racconti una storia?»

Erix sorride, prendendola in braccio. «Cosa vuoi che ti racconti oggi?»

Sayth ci pensa un attimo, poi allarga le braccia ed esclama: «Di quando non facevi cibo!»

«Cosa significa?» chiedo a Erix.

«Non si vuole convincere del fatto che all'inizio fossimo in fazioni opposte e crede che siano... tutte favole che invento per farla felice. Per lei, ecco, non siamo mai stati nemici, ma sempre e solo mamma e papà».

«Stai raccontando alla piccina storie di guerra? Ma sei cretino davvero?»

«Ma le piacciono...» si giustifica lui stringendo Sayth.

«Sì!» strilla lei afferrando la manica di Erix. «Papà? Papà? Papà!»

Scuoto la testa: non approvo, ma non posso oppormi. «L'importante è che tu le dica quanto sei stato cretino».

 «L'importante è che tu le dica quanto sei stato cretino»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Sarebbe stato bello avercela fatta... tutti insieme».

«Ti riferisci alla Star Fury?» chiede Axel. Annuisco con un cenno del capo: la decisione di celebrare adesso, prima della cerimonia di fondazione, i funerali è stata unanime. Non devono essere dimenticati, anche se, per ora, il segreto del nostro gesto continua a essere tale.

«La guerra è sempre stata ingiusta, Vivi, e nessuno ha vinto davvero».

Annuisco di nuovo, spostando una ciocca dietro l'orecchio. «Non sono una bambina. Non si può vincere senza perdere qualcosa: quei nomi sulle lapidi ce lo ricorderanno finché non chiuderemo gli occhi per sempre».

Axel si volta, osserva la distesa di tombe - vuote - che si allarga davanti ai nostri occhi. Sono stati scanditi uno per uno e ho avuto i brividi per ciascuno: non compariranno più nei rapporti che prima o poi si impileranno sopra la mia scrivania. Quella complicità che negli anni si era costruita con Balee è stata distrutta in una frazione di secondo.

Ai confini del vuoto 3 - Missione Terra NovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora