«Non hai chiuso occhio per tutta la notte. Va' a dormire, Vivi, ti prego» mi dice Aesta guardandomi da sopra lo schermo del computer. Non ho fatto altro che lavorare da quando siamo partiti.

Non abbiamo idea di cosa ci aspetti su Clovis, se si possa trovare qualcosa o meno e questo mi spaventa: non ho più certezze, se non la morte.

Annuisco, poi mi alzo, dirigendomi a testa bassa verso gli alloggi.

Nessun segnale, nessuna nuova notizia.

Striscio la tessera magnetica sulla serratura e scivolo all'interno, lanciando subito la giacca sul gancio sulla parete. Prendo in mano la foto: Sayth era così piccina, così indifesa quel giorno, tanto da non volersi più staccare da noi. Mi viene da piangere a immaginarla in braccio a Kase, senza nessuno che la possa tranquillizzare. La rimetto al suo posto, cercando di non pensarci. Mi trema la mano mentre sbottono la camicia, ho freddo: forse è perché non ho mangiato niente a cena, ma non ho proprio fame.

Mi rigiro sotto la coperta, sono incapace di dormire. Il sonno, così invocato, non mi è mai sembrato così distante.

Mi risveglio di soprassalto, qualcosa sta lampeggiando davanti alla mia faccia. È il piccolo schermo sul braccio, l'ologramma del pianeta sembra il B8, ma ho bisogno di conferme.

Il rilevatore.

Salto in terra, il pavimento è freddo sotto ai miei piedi, ma lo ignoro, scavalcando con un salto dei fili elettrici che non dovrebbero stare in terra.

«Vivi?» chiede Axel quando gli passo alle spalle, diretta al computer di bordo.

Non gli rispondo, continuo a tenere gli occhi fissi sullo schermo. Aesta mi mette una mano sulla spalla e mi sposta gentilmente di lato.

«Il segnale è stato captato per un attimo, non c'è modo di rintracciarlo adesso, è stato troppo breve e troppo debole. Sembrerebbe il B8, ma non c'è la certezza...»

Annuisco, appoggiandomi con le mani sul tavolo. Una ciocca di capelli mi ricade sugli occhi.

«Alza... alza il riscaldamento, Axel».

«Dovresti mangiare qualcosa» risponde lui alzando la temperatura.

«Non ho fame».

«Devi mangiare, Vivi, davvero» mi dice Aesta spostandomi i capelli dagli occhi.

«Non ho fame» le ripeto. «Non riesco a pensare al cibo considerando la situazione attuale».

Sento gli occhi di tutti fissi su di me: mi pare di essere così egoista a pensare solo a Sayth, di non essere degna del ruolo istituzionale che ho.

«Lo so, lo so benissimo quanti abbiano perso la vita oggi. Ma rifletteteci un attimo: togliere il capo politico della Lega, far precipitare la situazione governativa, far dividere le due fazioni, quella più propensa alla Lega e quella che la considera solo un ammasso di pianeti, far iniziare una guerra civile, attaccare in quel momento di stallo, sapendo che la flotta quasi sicuramente sarà bloccata a terra, non ti pare un piano delineato?»

«Non capisco cosa c'entri questo discorso» mi risponde Nayla grattandosi una guancia. «Davvero, dovresti riposarti. Hai una pessima cera, non sei minimamente in grado di stare al comando così».

«Ciò che vuole Kase è portarci alla divisione interna. Per quanto poche, le navi della Federazione non hanno mai accettato l'unione con quelle dell'Alleanza. L'Astrea ha cambiato nome, ma in sostanza rimane l'Andromeda. Quanti credi che su questa nave ne siano felici del dover collaborare con gente che era considerata nemica? E vale il contrario? Tu sei la prima a dire di non essere felice della posizione in cui sei, a esserti ritrovata sotto il comando insindacabile di quella che prima era una delle persone da togliere di torno, non importava come? Erix riusciva a mantenere insieme le due parti, ha fatto parte sia dell'Alleanza, sia della Federazione. Ha saputo manovrare il governo per non far pendere da nessuna parte l'ago della bilancia, ma l'opposizione si è fatta sempre più forte, sempre più astuta. Se era riuscito a fare abbassare loro la cresta, adesso torneranno a reclamare la guerra civile e di conseguenza lo sfaldamento della Lega. Vivi ha ragione».

Ai confini del vuoto 3 - Missione Terra NovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora