Sono passate alcune settimane da quando siamo tornati, ma la normalità è ancora lontana. Sento una preoccupazione latente che non mi lascia in pace.

È la prima volta che ho trovato il tempo di fermarmi a parlare con i medici e da quanto mi hanno detto finora Nayla ha avuto crisi di panico da quando si è ripresa. Non è in pericolo di vita, ha solo bisogno di riprendere le forze.

«La ferita è in fase di guarigione, non c'è da preoccuparsi per quello. Pensiamo di tenere sott'occhio la sua condizione mentale, potrebbe...»

Annuisco alle parole del medico, incrocio le braccia, appoggiandomi al muro.

«Fate il possibile, ma più che con me, dovreste parlare con lei».

«Volevo sapere se i protocolli per la salute mentale sono cambiati o meno».

«Per adesso, nonostante la situazione nella flotta, sono rimasti uguali. Se troverò informazioni più precise, ve le farò avere».

«Grazie».

«Le condizioni di Aesta?» chiedo dopo un attimo di silenzio. È una domanda che mi tormenta da giorni, non sono mai riuscita a sapere nulla. Quello mi guarda confuso.

«Rayegan» sospiro.

«Critiche, ma stabili. Da quel che abbiamo scoperto, quel siero che le è stato iniettato va ad intaccare la struttura corporea. Ancora non sappiamo se e quali effetti a lungo termine avrà su di lei, l'unico dato certo è che la pelle del braccio sembra ustionata, probabilmente perderà l'uso, ma ancora non è detto. La teniamo in coma farmacologico, è la scelta più giusta, anche per evitarle dolori atroci. I tempi di guarigione saranno lunghi, se doveste partire a breve, lei dovrà rimanere qui».

«La Starfall non decollerà senza di lei».

«I tempi saranno lunghi».

«Aspetteremo. Non la lasceremo indietro, non abbiamo mai lasciato indietro nessun membro dell'equipaggio. Potrà anche aver tradito la Federazione, ma la nostra amicizia è rimasta intatta».

Lui annuisce. «Noi non possiamo promettere che guarirà, né che sopravvivrà. Abbiamo troppe poche conoscenze in materia, non abbiamo materiale su cui lavorare. Il siero si è legato alle cellule del suo sangue, è difficile anche estrarlo».

«Non ho trovato niente nel file che possa essere d'aiuto... so quanto la situazione sia difficile».

«Potete fare visita a entrambe, se volete».

«Grazie, lo farò senz'altro».

Mi avvio verso la stanza di Nayla con le mani in tasca e la testa china.

«Davith...» sussurra quando chiudo la porta alle mie spalle. «Che ci fai qui?»

«Non ho mai lasciato indietro nessuno, il fatto che tu abbia cercato di uccidermi per anni non cambia niente: per adesso sei sull'elenco dei membri della Starfall».

Abbassa lo sguardo, stringendo le mani sopra le cosce. Mi siedo sul bordo del letto, appoggiandole una mano sulla spalla.

«È colpa mia, vero?» chiede stringendo la stoffa della coperta.

«No. Abbiamo fatto tutti degli errori, nessuno ti sta giudicando per il fatto che Aesta sia in pericolo, nessuno ti sta addossando la colpa». Nayla singhiozza, le stringo le mani. «In guerra non è mai colpa di un singolo. Ciò che conta è che sia viva».

«Ma tu hai trionfato. Di nuovo. Io ho dato a chi si è sempre opposto alla decisione di lasciarmi in vita un altro motivo per puntarmi di nuovo il dito contro... se non avessi mai messo mano l'Operatio Mortis».

Ai confini del vuoto 3 - Missione Terra NovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora