Chapter 1 - Homecoming

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Clarke's POV
... 5...4...3... Clarke riusciva a sentire quella voce metallica che faceva il conto alla rovescia penetrarla fino alle ossa, sapeva che una volta arrivati allo "0" la navicella si sarebbe staccata dall'arca lasciando qui 100 criminali appena diciottenni, sfuggiti all'esecuzione, da soli a orbitare nello spazio verso un pianeta che probabilmente li avrebbe uccisi appena atterrati. Dopo 97 anni finalmente l'umanità stava tornado a casa ma probabilmente solo per il tempo di un paio di respiri. Clarke non sentiva più la voce metallica, segno che stavano per partire, avrebbero lasciato la loro casa per andare a morire a centinaia di anni luce di distanza. La partenza era stata appena percettibile... Ma Clarke non stava bene... Era ancora scossa per aver visto Wells, un tempo il suo migliore amico, lì... Per lei. Clarke non voleva vederlo, aveva denunciato i suoi genitori dopo che lei gli aveva confidato che facevano esperimenti sui bambini, con il risultato di far giustiziare i suoi e far mettere in isolamento lei, per complicità, in attesa dei 18 anni. Clarke stava pesando a cosa potesse aver fatto Wells per finire lì quando uno scossone la fece finire addosso a un ragazzo moro con gli occhi color ossidiana, era il ragazzo salito clandestinamente sulla navicella prendendo in ostaggio il cancelliere Jaha (nonché padre di Wells). Clarke borbottò uno - scusami - e si allontanò, in quel momento il tetto sopra le loro teste volò via, segno che erano entrati nell'atmosfera terrestre.
Gli istanti successivi furono confusi, Clarke sentí un tonfo, poi un dolore lancinante al braccio e infine un urlo... Impiegò qualche secondo per capire che era lei che aveva gridato. Il corpo senza vita del suo migliore amico era riverso ai suoi piedi trapassato da parte a parte da un frammento di tetto della navicella... Dalla ferita sull'addome scorrevano rivoli di sangue, Clarke si inginocchiò di fronte al cadavere di Wells e si portò una mano alla bocca, sentí le lacrime bagnarle il palmo, era come se tutta la rabbia che provava nei suoi confronti si fosse dissolta nel momento stesso in cui lui era caduto a terra. Si mise a urlare che non era possibile, che era colpa sua e che avrebbe dovuto perdonarlo prima che fosse troppo tardi. Poi sentí un braccio avvolgerle i fianchi e allontanarla da Wells, poco dopo capí che il braccio apparteneva al clandestino dai capelli ricci e castani che  la fece adagiare su di un sedile. Passò un certo lasso di tempo, forse minuti, forse ore... Il moro si alzò e andò verso il portellone della navicella e allungò un braccio verso la leva di apertura, Clarke si rialzò e in tono allarmato gli disse - Che cosa stai facendo? Sei forse impazzito? - Il moro fece un ghigno, alzò il mento in segno di sfida e le disse - Beh, se la principessa non ha niente in contrario vorrei aprire il portellone, così capiremo subito se l'aria è respirabile o se ci sterminerá tutti. - Detto questo abbassò la leva, la porta si aprí mostrando un panorama mozza fiato, l'erba e i fiori crescevano rigogliosi, gli alberi altissimi pareva che riuscissero a toccare il cielo. Il moro fece un passo avanti fino a uscire dalla navicella. Prese un grande respiro, riempiendosi i polmoni di aria terrestre ma non riuscì a pronunciare la prima parola sulla Terra che qualcosa lo attaccò.

~Shadowhunters|| The 100~ Nephilim e ColoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora